Torna questa sera alle 22.30 su BFC (canale 511 di Sky e 61 di TiVuSat) il Cenacolo, il talk show che porta la firma dell’imprenditore Arturo Artom. Ispirato al format di Cenacolo Artom, che da anni ospita leader provenienti da differenti settori, dall’arte al design, dall’imprenditoria allo spettacolo, il talk narra in 24 minuti una esperienza di successo dal mondo imprenditoriale e manageriale.
Il secondo appuntamento della IV edizione del Cenacolo Artom nella formula One to One si snoda tra parole e musica grazie ad un ospite d’eccezione: il maestro Mario Lavezzi che festeggia i 50 anni di carriera.
Galeotta fu quella chitarra che Lavezzi all’età di dieci anni vede appesa alla parete in casa di suo cugino. Non era quello il suo posto. Dai primi tentativi di accordi il pomeriggio in quei giardinetti di Piazza Napoli nella sua Milano, gli show studenteschi, le stagioni in Liguria dove per sei ore si doveva suonare senza sosta come un jukebox, Lavezzi arriva a darci un vibrante affresco della gioventù italiana negli anni ‘70, cresciuta tra Emozioni e una Pazza idea di poter realizzare i propri sogni. Sono gli anni nei Camaleonti, l’inizio della collaborazione mai interrotta con Mogol, l’affinità con Lucio Battisti negli anni della sperimentazione al laboratorio discografico Numero Uno. Fino all’incontro con Loredana Bertè, sua compagna di vita per qualche anno, ma soprattutto una grande partner di lavoro e amica. E con la promessa di svelare il nome di una donna che ha segnato la vita dell’artista, qui si chiude la prima parte di un doppio incontro unico con una colonna sonora d’eccezione. Il primo giorno di primavera, scritta con Cristiano Minellone, prodotta da Mogol e cantata dai Dik Dik, primo successo di Lavezzi, Il mio canto libero interpretata dall’amico Lucio Battisti e per la quale Lavezzi ha fatto parte del coro, E la luna bussò scritta dall’artista per la Berté, sono queste le note musicali che accompagnano un’intervista che narra un pezzo di storia della grande musica italiana.
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