di Eva Desiderio
Quale sarà il futuro delle fiere internazionali di moda, prima fra tutte Pitti Uomo che dovrebbe svolgersi dal 12 al 15 gennaio 2021? Quanto inciderà il veto recentissimo messo dal Governo ad ogni salone internazionale fino al 24 novembre? Siamo ancora in tempo, visto il galoppare del Covid-19, a organizzare espositori e buyer? Domande pesanti come macigni per chi ha la responsabilità di manifestazioni globali che esaltano il Made in Italy e richiamano nelle nostre capitali dello stile tante energie positive. Adesso arriva una nota dell’amministratore delegato di Pitti Immagine, Raffaello Napoleone, che mette sul piatto del no alle fiere gli immaginabili scenari di crisi.
“Siamo ben consapevoli di quanto sia difficile per il Governo gestire una situazione sanitaria nuovamente di emergenza ma la decisione di sospendere le fiere internazionali sino al prossimo 24 novembre, oltre a cancellare eventi già programmati e imminenti, rende più difficile l’organizzazione dei saloni anche per i mesi successivi, come è già stato rilevato, con pesanti conseguenze sia per gli enti promotori sia per le aziende. Sappiamo che il Governo, pur in una situazione finanziaria molto complessa, sta lavorando giustamente e meritoriamente anche a un robusto piano di indennizzi e di aiuti per le imprese fieristiche in sofferenza, un fatto positivo che dimostra comprensione per quanto sta succedendo nel nostro settore. Gli aiuti pubblici sono e saranno fondamentali, ma solo se insieme a essi gli operatori economici potranno fare la loro parte”.
A giugno scorso è saltata l’edizione estiva di Pitti Uomo e poi anche quelle di Pitti Bimbo e Pitti Filati. Gli organizzatori impossibilitati a riempire come nel gennaio 2020 con ben 1200 espositori la Fortezza da Basso, nell’ultima fiera fisica della moda a Firenze, hanno optato per Pitti Connect, piattaforma digitale con prodotti e conversazioni on line da parte di esperti e imprenditori, poi è saltata anche l’edizione settembrina di Pitti Fragranze. Ora Napoleone e il suo staff, con a capo il direttore generale Agostino Poletto, stanno lavorando da mesi per contattare gli espositori, alcuni assai prudenti nell’aderire al prossimo Pitti Uomo tra tre mesi per le conseguenze e le incertezze della pandemia. Ad ora dovrebbero aver aderito circa 300 aziende, molte delle quali assai prestigiose nel segno del sostegno alla filiera del tessile abbigliamento. “La sospensione rafforza il clima di incertezza”, prosegue Napoleone, “rischia di interrompere la fase di preparazione in corso e lascia poco tempo alle aziende e ai compratori internazionali per pianificare e organizzare gli spostamenti e la partecipazione alle fiere. Occorre cercare soluzioni sostenibili e praticabili nel più breve tempo possibile, con il coinvolgimento attivo degli enti locali e delle Regioni, vista la rilevanza che l’indotto di tali eventi ha per i sistemi economici territoriali. Chi fa il nostro mestiere ha già predisposto tutte le misure necessarie per rispondere ai più rigorosi protocolli di sicurezza previsti dalle autorità. I percorsi dei compratori saranno tracciati, gli accessi alle sedi, ai padiglioni e agli stand programmati, gli allestimenti pensati per garantire distanziamento. Per quanto riguarda gli eventi di Firenze, stiamo lavorando insieme agli esercizi alberghieri e di ristorazione per offrire le condizioni più sicure. Le fiere internazionali riservate ai soli operatori economici sono eventi controllati e pianificati, il tasso di imprevisto è bassissimo”. Insomma il problema è grande soprattutto perché le fiere internazionali sono il più forte volano per le nostre esportazioni.
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