Innovation

Stefano Davitti racconta il Gruppo E, la galassia IT composta da 7 aziende tech

Dai primi passi con il padre, fino ad arrivare alla creazione di un gruppo tecnologico capace di racchiudere e unire al suo interno sette realtà distinte e complementari. È così che Stefano Davitti, presidente, fondatore e amministratore delegato di Ergon, è riuscito ancora una volta a riscrivere il suo percorso lavorativo – che non l’ha visto mai nelle vesti di dipendente, come svela sorridendo a Forbes.it – e a dar vita al Gruppo E, attivo nel settore dell’information technology for business.

Stefano Davitti, fondatore, presidente e amministratore delegato di Ergon, capogruppo del Gruppo E

“Ho sempre lavorato in autonomia, prima con mio padre, poi da solo quando convertii, verso gli anni ’80, la piccola azienda che aveva creato in una banca dati economico-finanziaria che successivamente fu venduta”. Aspetto che, come sottolinea lo stesso Davitti, non faceva altro che dimostrare il suo continuo interesse per la tecnologia e per le sue implicazioni nell’attività lavorativa di tutti i giorni. E che, a poco a poco, dopo vari giri immensi, diventerà la sua strada principale. 

“Dopo aver realizzato e venduto la prima centrale di rischi italiana ed essermi imbattuto nel settore immobiliare, soprattutto con la realizzazione di un’azienda che si occupava di gestire le vendite di multiproprietà, ho deciso ancora una volta di cambiare strada e diventare promotore finanziario, investendo per me e per alcuni clienti per conto di una Sim per circa dieci anni”.  Un lavoro fin troppo monotono che porta Davitti, anche e soprattutto a causa della ‘maledetta noia’ cantata da Califano, ad ascoltare quel richiamo della tecnologia sempre presente nella sua testa e nel suo cuore. Ed ecco che nel 2005 nasce, anche grazie a Claudio Vetturini, (fondatore e presidente della romana Prisma), l’idea che porta immediatamente alla costituzione della capogruppo del Gruppo E: Ergon. 

La crescita di Ergon e la nascita del gruppo E

“Ergon per Claudio Vetturini è stata fin da subito una scommessa nata per motivi familiari, visto che stava cercando una ragione in più per tornare frequentemente a Firenze (dove si trova la sede di Ergon). L’idea era quella di usufruire della sua esperienza e del buon nome di Prisma per inserirci a poco a poco nel mercato toscano dei system integrator e dell’IT. Come se fosse la ‘sede toscana di Prisma’. Un evento, però, cambiò tutto: l’incontro con Matteo Franchi, Stefano Zingoni e Francesco Ciacci (fondatori e attuali soci di Ergon), tre ragazzi, come racconta Davitti, desiderosi di mettersi in proprio, dopo il fallimento dell’azienda tecnologica italiana Tc Sistema. 

“Con loro ci capimmo al volo ed è così che nacque ufficialmente Ergon”. Un’avventura, tra l’altro, iniziata fin da subito grazie ad alcuni clienti di Matteo Franchi e, soprattutto, in maniera totalmente distaccata e indipendente da Prisma. Aspetto che, oltre ad essere diventato il cavallo di battaglia dell’azienda, “ci ha permesso fin da subito di ascoltare le necessità dei clienti e di soddisfare un bisogno. In sintesi ci siamo posizionati con un elemento alternativo a quello che c’era nel territorio. Tant’è che siamo riusciti ad inserirci negli spazi lasciati liberi da aziende come Hp e IBM”.

Caratteristiche fondamentali che, oltre a garantire una crescita costante e a doppia cifra, hanno permesso a Ergon di superare tutti gli ostacoli, compresa la crisi del 2008, e di aggiungere via via nuovi ‘eroi’ pronti a diventare un’unica squadra, un unico gruppo. “Nel 2011, dopo aver conosciuto Gianni Morini, abbiamo aggiunto Estrobit alla nostra creatura, prima con una collaborazione, poi acquisendo una quota di minoranza del 40% (che ancora oggi possediamo), in quanto ci permetteva di inserirci in alcune trattative rivolte allo sviluppo di software, in ambito prevalentemente di fabbrica”. Nel 2016, invece, a causa dell’addio di uno dei soci fondatori di Ergon, specializzato nel settore della cybersecurity, “abbiamo deciso, racconta Stefano Davitti, di rivolgerci a Mediasecure, prima con una collaborazione che prevedeva un team tecnico e commerciale costituito ad hoc (come una business unit esterna) e poi con un investimento che ci ha permesso di acquisire il 60% della società. Tra l’altro, a sua volta, Mediasecure ha acquisito il 100% di un’azienda fiorentina, Digital Network”. 

Passano gli anni, ma Ergon non si ferma. E nel 2018 decide da una parte di dar vita a una nuova società in grado di cogliere tutti gli aspetti inerenti al cloud e alla sua ascesa, Neboola, e dall’altra di inserirsi nel settore dei servizi legati alla compliance. Aspetto che porta, in seguito alla nuova normativa Gdpr, alla collaborazione con Lunokod. Il quintetto di ‘eroi’ del gruppo E è ufficialmente nato, ma non è ancora abbastanza. 

“Tramite Mediasecure abbiamo acquisito la maggioranza di di MGALabs, una piccola azienda attiva sempre nel settore della cybersecurity che, a differenza di Mediasecure (la cui attività è incentrata sui sistemi di difesa), lavora soprattutto sui sistemi d’attacco. Essa ci ha permesso, continua Davitti, di inserirci sempre di più nel settore dedicato ai servizi. Tant’è che abbiamo anche creato un SOC, un sofisticato servizio di monitoraggio sui sistemi dei clienti per vedere se c’è un attacco in corso e bloccarlo immediatamente”.

I risultati attuali, gli obiettivi futuri e l’evento Make It Happen

E se per molti il 2020, a causa della crisi scaturita dal Covid-19, è stato un anno da dimenticare, per il Gruppo E, invece, è stato un anno da incorniciare sia in termini di espansione che di crescita. “Oltre ad aver ampliato la nostra attività, visto che abbiamo aperto una sede a Bologna e a Milano, in quest’ultimo caso grazie a una nuova partecipata di Ergon e Mediasecure, Enèxt (diventata il braccio commerciale del gruppo per il Nord Italia e pronta a prendersi anche il suo spazio per le attività future), anche quest’anno faremo segnare una crescita a doppia cifra, portando il nostro fatturato da 23 milioni di euro (del 2019) ad oltre 30 milioni di euro”.

E se la quotazione in Borsa non è assolutamente “nei pensieri” del gruppo, gli obiettivi per il futuro sono abbastanza chiari. “Vogliamo continuare a espanderci nel Nord Italia, in particolare nel Nord-Est e vedere, visto che già vendiamo all’estero grazie a dei nostri clienti italiani, se c’è la possibilità di aprire una sede negli Usa. Non nascondo che il nostro desiderio primario è quello di consolidare tutto ciò che abbiamo fatto nel giro di due anni. Sono sicuro che ci aiuterebbe anche dal punto di vista strutturale”.

In questa direzione si inserisce Make It Happen, il primo evento di gruppo che riunirà e presenterà a tutto il mondo la forza, la completezza e la complementarietà che contraddistingue le società del Gruppo E. In programma giovedì 17 dicembre, a partire dalle ore 10, l’evento sarà anche un importante momento di dibattito e di confronto, in quanto grazie ai vari talk – a cui parteciperanno alcune delle più importanti player tecnologici del settore – analizzerà i temi e le novità più rilevanti legate al mondo dell’It.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .