Articolo tratto dal numero di giugno di Forbes Italia
Il golf, in giro per il mondo. O, se trova il tempo, al suo Resort Verdura, in Sicilia, dalle parti di Sciacca: due campi per 36 buche. Ma anche la caccia, nella sua riserva a mezz’ora da Londra oppure in Scozia, in cerca di grouse. Grande appassionato di sport, Sir Rocco Forte ha rappresentato più volte al campionato del mondo di Triathlon, arrivando primo tra gli inglesi. Nel luglio del 2005 ha addirittura partecipato all’Iron Man, un impegno che richiede una resistenza e una forza pazzesche. Ma Rocco è stato Forte di nome e di fatto, piazzandosi secondo nella sua categoria.
Nella lussuosa suite imperiale del suo Hotel Savoy di Firenze, appena ristrutturato e riaperto a metà aprile, Sir Rocco Forte si lascia andare volentieri al racconto delle sue passioni. Pochi momenti, però. Perché il tempo stringe, le sue giornate sono piene e organizzate nei dettagli. È un uomo attivo. Ha 73 anni ma ne dimostra dieci in meno, come minimo. La mattina si alza presto. Palestra con il suo personal trainer almeno tre giorni alla settimana. Poi via, un tuffo negli impegni quotidiani. Il suo impero di hotel di lusso, creato dal padre, poi ceduto, poi ricreato da niente o quasi da lui, non può aspettare. È presidente della Rocco Forte Hotels, fondato nel 1996, dopo che un take over ostile gli aveva portato via l’impero fondato da suo padre. “Ricordo ancora quella mattina”, racconta Rocco con un filo di voce. “Era il 22 novembre e mi stavo preparando per andare a caccia. Squillò il telefono. Gerry Robinson mi annunciò che la sua Granada Corporation aveva lanciato un’opa sul mio gruppo. La maggioranza delle azioni era in Borsa, noi avevamo solo una partecipazione. Non ce l’abbiamo fatta a difenderci”.
A quel punto sembrava che la favola della famiglia Forte iniziata con il padre, Carmine, poi anglicizzato in Charles, figlio di emigranti ciociari, diventato persino baronetto, fosse destinata a finire. Rocco, accanto al babbo, aveva fatto una cavalcata straordinaria. Era entrato nel 1969 nella Forte Plc, società fondata nel 1934. Era diventato amministratore delegato nel 1983 e poi aveva preso il posto di Charles come presidente nel 1992. Durante questo periodo, diciamo che si è fatto le ossa. Sorride: “Proprio così”, accondiscende alla battuta. “Mi occupavo di 800 hotel, mille ristoranti e di quasi 100mila dipendenti in ogni parte del mondo. Ho trasformato la società, da operatore prettamente inglese a progetto di grande prestigio dell’hôtellerie internazionale con l’acquisto della catena Meridien da Air France e di altri esclusivi alberghi come il George V a Parigi, il Sandy Lane alle Barbados, il Ritz di Madrid e il Plaza Athénée di New York”. Nel frattempo Sir Rocco, ha sposato Aliai Ricci, ora Lady Forte, con cui ha avuto tre figli: Lydia, Irene e Charles. Tutti e tre lavorano nel gruppo di famiglia.
Ma nonostante quel maledetto 22 novembre 1996, Rocco non si arrese e subito decise di ricominciare con un hotel in Scozia. “Era il Balmoral. Me lo segnalò un amico. Era stato appena ribattezzato e incontrai il Principe Filippo d’Inghilterra, il marito di Sua Maestà Elisabetta”, racconta Rocco. “Filippo è un tipo che ama scherzare. Mi disse: ehi Rocco, mi hai rubato il nome, facendo riferimento alla tenuta reale che si chiama nello stesso modo. Ridemmo insieme. Oggi mi sto ricomprando uno ad uno i miei alberghi man mano che la Granada li mette in vendita”. Infatti il Balmoral ha una ricca serie di fratelli, sorelle e cugini nelle maggiori capitali europee per un gruppo da oltre 200 milioni di sterline di fatturato. Gli hotel, con caratteristiche diverse a seconda della cultura e del luogo in cui si trovano, grazie anche all’impegno della sorella Olga, “seguono un imperativo comune che caratterizza il marchio: eleganza nel design, servizio impeccabile, particolare attenzione per i dettagli e tecnologie all’avanguardia, con camere e suite molto grandi e accoglienti”, spiega con orgoglio il baronetto.
“L’Italia è nel mio cuore. È il Paese dove tutti vorrebbero andare in vacanza”, afferma Forte. “Abbiamo avuto fiducia e denaro dalla Cassa depositi e prestiti per fare un grande progetto di hotellerie di lusso. E ci voglio riuscire. Dopo la prossima apertura a Roma vorrei concentrarmi sui piccoli centri: Siena, Verona, Amalfi, Cortina sono tra gli obiettivi. Sto cercando i locali adatti. Ma non è facile. Come a Milano, del resto. Vorrei una location adeguata in centro. I prezzi sono proibitivi, ma qualcosa sta maturando”.
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