Articolo tratto dal numero di febbraio 2018 di Forbes Italia. Abbonati.
Di Giulio Zucchini
Ogni giorno 27mila visitatori entrano nella grande piramide di vetro per vedere La Gioconda e le 38mila opere d’arte che compongono la collezione permanente del museo più frequentato al mondo, con 10,2 milioni di visitatori. Il Louvre infatti è diventato un vero hub culturale, frequentato da turisti e appassionati d’arte provenienti da ogni angolo del pianeta, proprio come un aeroporto che permette di viaggiare nel tempo e nello spazio. A raccontare sul web la vita, le novità e la straordinaria ricchezza del patrimonio custodito dal Louvre, ci pensa Niko Melissano, direttore della comunicazione digitale. Pugliese, di madre tedesca, ha creato e sviluppato le reti sociali del più importante museo parigino.
Secondo Melissano, il momento ideale per visitare il Louvre è durante l’apertura notturna del mercoledì o del venerdì: “Verso le 18, quando scende la notte, ci sono meno persone nel museo ed è possibile sentire il mistero che avvolge le opere”. Per chi non può recarsi a Parigi, il Louvre propone una ricca offerta di contenuti editoriali sui social network. Vale la pena ricordare che si tratta di uno dei musei più seguiti al mondo su Facebook e Instagram, dove conta rispettivamente 2,7 e 2,3 milioni di follower, più altri 1,4 milioni su Twitter. Complessivamente oltre 7 milioni di persone seguono almeno uno dei 15 account social del Louvre (compresi Youtube, Weibo, WeChat).
Strategie di marketing museale: il Museo del Louvre e i social media
Ma cosa racconta un museo sui social media? “La nostra priorità è rendere il Louvre ancora più accessibile, aperto a tutto il pubblico. Vogliamo rompere i pregiudizi: il museo non è un luogo riservato all’élite. Per raggiungere questo obiettivo, bisogna adattarsi costantemente alle nuove tecnologie e ai comportamenti digitali dei visitatori, proponendo un Louvre innovativo, che vive nel presente”.
Secondo Melissano i social network rappresentano un formidabile spazio per gli amanti della storia dell’arte. “Attraverso video e podcast, è possibile sviluppare uno storytelling capace di raccontare le opere e raggiungere un nuovo pubblico. Per esempio, abbiamo appena lanciato un podcast che racconta in quattro episodi la vita del marchese Campana, protagonista dell’esposizione Un sogno italiano. La collezione del marchese Campana, è esposta al Louvre fino al 18 febbraio. Il podcast ha già raggiunto 6.500 ascolti”.
Attraverso l’utilizzo di social, chatbot, podcast e dei formati narrativi più innovativi, l’obiettivo di Melissano è quello di avvicinare le generazioni dei giovani e giovanissimi al mondo dell’arte.
Nelle sale del museo, che ripercorrono la storia mondiale dall’antichità fino al 1848, è possibile del resto trovare risposta a domande di grande attualità. È straordinario pensare a quanto l’arte sia capace di raccontare il presente. “La Libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix è senza dubbio una delle opere più iconiche del museo. Un tema che ispira molte persone ancora oggi… Questa tela trasmette uno slancio di rinnovamento. Rappresenta l’insurrezione popolare del luglio 1830, un atto patriottico che evoca la collera che invase le strade di Parigi. Oggi ci fa pensare alle manifestazioni dei gilet gialli… È però anche un movimento che difende la libertà di espressione attraverso la grande bandiera issata al centro del dipinto. Non a caso, la ritroviamo spesso sui social media, magari ritoccata, per incarnare le istanze dei nuovi movimenti popolare”. Così facendo, il Louvre si trasforma in uno spazio che, raccontando il passato, anticipa e illumina il presente, tra le gallerie del grande museo parigino. Anche grazie ai social.
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