Tra una riunione e una conference call, tra la necessità di essere costantemente pronti a prendere decisioni in un breve lasso di tempo e la gestione dei propri collaboratori, lo stress per alcune figure professionali è diventato un vero e proprio compagno di vita. Soprattutto per i manager, abituati oltretutto a dover fare i conti con la tirannia del tempo, staccare la spina risulta davvero indispensabile. Ecco allora i 5 migliori rifugi dove mettere da parte agende, laptop e telefonini.
Rifugio Brigata Lupi di Toscana, Valle del Chiese
Contrariamente a quello che il nome potrebbe far pensare, non ci troviamo in Toscana: il rifugio si trova infatti all’interno dell’Ecomuseo della Valle del Chiese “Porta del Trentino”, a pochi passi dal Parco Naturale Adamello Brenta, e deve il suo nome alla gloriosa Brigata Lupi di Toscana che qui combatté nella Grande Guerra. A 1.176 metri di altitudine, è ideale sia per banchetti e degustazioni di prodotti tipici, sia come base di partenza per le escursioni lungo i numerosi itinerari naturalistici e culturali della Valle del Chiese. Appuntamento da non perdere, per ricaricare le batterie dopo una settimana di intenso lavoro è sicuramente la salita a Cima Pissola, consigliabile anche a chi è interessato alle vicende della Grande Guerra e (d’inverno) agli scialpinisti e ai ciaspolatori.
Rifugio Altissimo Damiano Chiesa
Arrivando al Rifugio Altissimo Damiano Chiesa sembra di essere in Norvegia, con il Lago di Garda (2mila metri più sotto) che si insinua tra le montagne come un fiordo del nord. In realtà, l’Altissimo è situato sul massiccio del Baldo ed è tra i luoghi più amati di tutto il Basso Trentino. Grazie a una posizione strategica, il suo punto forte è la vista spettacolare sul Lago di Garda, circa duemila metri più sotto, che nelle stagioni più calde diventa la meta ideale per ciclisti motociclisti, appassionati di vela e di subacquea.
Rifugio delle Malghette, Campiglio
Un lago blu tra le foreste della Val Meledrio, con il Gruppo di Brenta che si specchia nell’acqua. Ecco il panorama che vi aspetta al Rifugio delle Malghette, realizzato all’inizio del Novecento sulle sponde del lago e gestito dalla famiglia Angeli. A 1.888 metri di quota, nel gruppo della Presanella, potrete passeggiare attorno al lago, partire alla scoperta dei “Tre Laghi” o rilassarvi sulla terrazza realizzata a palafitta sull’acqua assaporando i menu tipici della cucina trentina.
Rifugio Capanna Cervino
Immaginate di chiudere gli occhi e risvegliarvi tra i rododendri in fiore a 2mila metri con l’Enrosadira che illumina le Pale di San Martino, in estate, o immersi in una coltre di neve bianca purissima in inverno. Fu la guida alpina Alfredo Paluselli a scegliere questo nome per il rifugio che volle costruire, negli anni Trenta, proprio ai piedi del Cimon della Pala, cioè il Cervino delle Dolomiti. Dove non cedere alla tentazione di un piatto di goulasch di pregiato bovino Highland allevato nell’azienda agricola locale sarebbe praticamente impossibile.
Roda di Vael
C’era un signore austriaco che credeva nel turismo dolomitico, quando ancora non c’erano le strade. Fu lui, Theodor Christommannos, a credere tra i primi nel Rifugio Roda di Vael, sui versanti meridionali del gruppo del Catinaccio. Oggi, a distanza di cent’anni, la struttura conserva la stessa bellezza incontaminata di un tempo. Tra le attività da non lasciarsi scappare, e che potrebbero rivelarsi un vero toccasana per la vostra mente, ci sono eventi legati allo yoga e alla cucina vegana, workshop per appassionati dei cieli stellati organizzati in collaborazione l’Associazione Astrofili
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