Una cittadella della sostenibilità a pochi chilometri da Milano. E’ quella a cui ha dato vita Aruba nel comune di Ponte San Pietro, a pochi chilometri da Bergamo, realizzando su un’area di 200mila metri quadrati il più grande data center d’Italia. Un vero e proprio green data center che si alimenta da energia proveniente da fonti rinnovabili: energia autoprodotta dalla centrale idroelettrica che si trova all’interno del campus tecnologico, in cui scorre il fiume Brembo, ed energia autoprodotta dai pannelli solari che rivestono parte delle pareti del data center. Un ulteriore aspetto da evidenziare è dato dall’impianto geotermico ad efficienza avanzata che permette di raffreddare i server delle sale dati senza ricorrere ad ulteriore energia.
E’ un esempio di eccellenza di questo tipo in Italia (e un altro è in costruzione a Roma) ad accogliere la sfida di progettare data center secondo i massimi standard di affidabilità e di sicurezza ma anche di risparmio energetico. Perché il ruolo dei data center nella sfida per abbattere le emissioni di CO2 e tagliare i costi energetici è centrale.
Entro il 2025 in tutto il mondo verranno generati dati di ogni tipo per un volume di 180 zettabyte (15 volte più grande di quello del 2018). E come ha scritto Climate Change News entro il 2022 l’intera industria ICT potrebbe essere responsabile del 3,5% di tutte le emissioni climalteranti nel mondo, superando il 10% nel decennio successivo.
Per rendere un data center a impatto zero è necessario abbracciare tutte le tecnologie green che riguardano l’alimentazione, gli UPS e i sistemi di condizionamento. Il Global Cloud Data Center è classificato Rating 4, il massimo livello secondo gli standard ANSI-TIA 942 – e progettato per avere il massimo livello possibile di efficienza energetica, non solo per assicurare qualità e convenienza dei servizi, ma anche per ridurre il più possibile il suo impatto sull’ambiente. E’ alimentato da energia proveniente dai già citati impianti idroelettrici e fotovoltaici di proprietà e per tutte le esigenze non coperte dall’autoproduzione, viene prelevata dalla rete solo energia con origine certificata a livello europeo grazie alla Garanzia di Origine (GO) e quindi generata al 100% da fonti rinnovabili.
Perché le aziende scelgono i servizi di data center
Generalmente, le aziende che scelgono di affidarsi a infrastrutture di data center e a team di esperti come quello di Aruba Enterprise, lo fanno perché hanno esigenze di migrazione ad un’infrastruttura che vada oltre i modelli tradizionali, sia per integrare architetture on-premise in infrastrutture in colocation o in cloud.
Questo accade per diverse necessità: ad esempio, quando le aziende intendono concentrarsi maggiormente sul proprio core business e lasciare ad altri l’onere di gestione dell’infrastruttura – server e data center in generale; oppure quando la complessità di gestione della propria infrastruttura ha raggiunto un livello tale da richiedere un supporto rapido e proattivo di livello molto alto e attivo, quindi diventa indispensabile affidarsi a degli specialisti; o anche quando aumenta la necessità di prestazioni dei sistemi, perché magari si deve rispondere ad esigenze di sviluppo rapido da parte delle linee di business, o quando si desiderano maggiori garanzie in termini di sicurezza e affidabilità e quindi si devono strutturare soluzioni di Disaster Recovery o di Business Continuity.
Spesso accade anche che un’azienda intende far evolvere la propria infrastruttura già esistente senza abbandonarla, sfruttando però quindi la flessibilità delle soluzioni cloud e la sicurezza e le prestazioni di soluzioni di colocation e quindi necessita di ciò che si definisce una Data Center Extension. Un’espressione usata per indicare che l’infrastruttura del cliente si “estende” e viene, per la parte esterna, ospitata all’interno di un data center di terzi che altro non è se non un prolungamento del data center aziendale.
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