Baikonur, Kazakhstan. Sabato 20 luglio 2019 – Controllo. Tensione. Ma anche paura. Quindi un lampo e subito dopo un rombo. Potentissimi e abbaglianti come poco altro al mondo, forse come nient’altro al mondo.
In Italia sono le 18:28 quando l’astronave Soyuz si stacca dalla rampa di lancio numero 1 del cosmodromo russo, la stessa da cui il 12 aprile 1961 partì Jurij Gagarin per diventare il primo essere umano a oltrepassare l’atmosfera terrestre.
A bordo della navetta ci sono Luca Parmitano (astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea), Andrew Morgan (Nasa) e Alexander Skvortsov (Roscosmos), l’equipaggio della Expedition 60. Sei ore dopo, orbitando a circa 25mila chilometri l’ora, attraccano alla Stazione Spaziale Internazionale, dove rimarranno per i prossimi sei mesi circa.
Destinazione “Beyond”, per citare il nome che l’astronauta italiano – intervistato da Forbes pochi giorni prima di partire – ha dato alla sua missione.
Nella Iss, i tre astronauti entrano quando in Italia sono da poco passate le tre del mattino. È il culmine di una giornata tutta vissuta all’insegna delle nostre imprese spaziali – il lancio è avvenuto nelle stesse ore in cui, 50 anni fa, l’equipaggio dell’Apollo 11 portava per la prima volta l’uomo sul suolo lunare. Una giornata in cui il lancio della Expedition 60 racconta la potenza soverchiante delle emozioni e la tensione di chi punta oltre gli orizzonti anche se rivisto in questo video amatoriale, realizzato a un chilometro dalla rampa.
Durante la permanenza in orbita di Parmitano sono previsti oltre 200 esperimenti scientifici, 30 nuovi ed europei e sei commissionati attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana dalle nostre università.
A ottobre Parmitano diventerà peraltro il primo comandante italiano (e il terzo europeo) della stazione orbitante.
Ne parleremo direttamente con lui lunedì 29 luglio, quando Forbes parteciperà alla prima intervista dallo spazio del futuro comandante.
Rimanete connessi. Intanto: PER ASPERA AD ASTRA, Luca!
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