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Uomini più ricchi d’Italia: Pessina perde il terzo posto, risale Armani

Stefano Pessina, tra gli uomini più ricchi d'Italia
Stefano Pessina (Imagoeconomica)

Duro colpo per Stefano Pessina nella classifica in tempo reale degli uomini più ricchi al mondo. Dopo che a novembre 2019 era riuscito a recuperare posizioni, l’imprenditore italiano ha iniziato il 2020 con la retromarcia.

Infatti, proprio nei giorni scorsi, principalmente a causa del tonfo in Borsa di Walgreens Boots Alliance (quotata a Wall Street), di cui Pessina è ceo e principale azionista con una quota del 16%, l’imprenditore italiano con cittadinanza monegasca ha ceduto la posizione a Giorgio Armani (secondo i dati in tempo reale della classifica Forbes Billionaires) e ora è il quarto uomo più ricco d’Italia con un patrimonio di 10,1 miliardi di dollari. 

Ciò significa che in meno di due mesi, Stefano Pessina ha perso, anche se solo virtualmente, un miliardo di dollari. A metà novembre 2019 infatti il suo patrimonio si attestava a 11,2 miliardi di dollari, per effetto di un rally del titolo dell’azienda.

Walgreens Boot Alliance: cosa sta succedendo

Per capire quanto le finanze di Pessina siano collegate anche all’andamento in Borsa di Walgreens Boots Alliance occorre riportare esclusivamente un dato: l’altro ieri quando il titolo della multinazionale attiva nel settore farmaceutico ha ceduto quasi il 6%, il patrimonio di Pessina è risultato decurtato di 500 milioni di dollari. Ieri il titolo è scivolato ulteriormente del 2%, facendo perdere a Pessina altri 167 milioni.  

Ma cosa è cambiato da novembre ad oggi? Il fattore che più sta determinando l’andamento in Borsa della multinazionale farmaceutica è l’ipotesi di delisting dopo i rumor rilanciati da Bloomberg di un’offerta messa sul tavolo dal gruppo di private equity Kkr. Il possibile addio a Wall Street, di cui si parlava proprio nelle prime settimane dello scorso novembre, aveva infatti messo le ali alle azioni di Walgreens Boots Alliance. Tant’è che dal 31 ottobre al 14 novembre il titolo aveva guadagnato circa il 14%. 

L’ipotesi (apprezzata dagli investitori) del delisting però momentaneamente si è raffreddata e ha lasciato il posto ai risultati (non esaltanti) del primo trimestre dell’anno fiscale 2020 di Walgreens Boot Alliance, pubblicati dall’azienda stessa. Infatti, tra le varie voci, anche se le vendite hanno registrato un aumento dell’1,6%, attestandosi a 34,3 miliardi di dollari, la società farmaceutica ha archiviato un risultato operativo pari a 1 miliardo di dollari, in calo del 27,6%, e un risultato operativo rettificato pari a 1,5 miliardi (-15,6%). Inoltre, l’utile per azione è sceso del 19,8% a 0,95 dollari, mentre l’utile per azione rettificato è salito del 6% a 1,37 dollari (-5,7% a tassi di cambio costanti). Tant’è che per l’intero anno fiscale 2020, Wallgreens prevede una “crescita dell’utile per azione rettificato sostanzialmente piatta, a tassi di cambio costanti”. 

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