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Questo 20enne italiano è un prodigio della medicina

Articolo apparso sul numero di gennaio 2020 di Forbes. Abbonati

A 15 anni ha avviato una collaborazione con un importante gruppo che opera nell’ambito cardiologia interventistica e della cardiochirurgia. Tre anni dopo vince la competizione nazionale “I giovani e le scienze”, che gli apre le porte dell’Expo-Sciences Europe. Lì ottiene l’accesso alle Olimpiadi internazionali dei progetti scientifici di Istanbul e si aggiudica la medaglia d’oro. Nel novembre 2018 viene inserito tra le 100 Eccellenze Italiane, il progetto editoriale curato dall’editore Riccardo Dell’Anna, e nel marzo 2019 è stato nominato Alfiere della Repubblica Italiana dal Presidente Sergio Mattarella. Lo scorso novembre gli è stato conferito Premio internazionale what’s up Giovani Talenti per la ricerca scientifica. L’enfant prodige di cui stiamo parlando si chiama Giuseppe Bungaro, è nato nel 2000 e ha ideato un progetto riguardante un nuovo tipo di protesi vascolare in grado di ridurre le complicanze post operatorie di un’angioplastica.

“L’idea è quella di un nuovo tipo di stent ideato con un materiale biocompatibile. All’interno della protesi vi sono delle nanotecnologie che le conferiscono particolari proprietà”, spiega Bungaro maneggiando il linguaggio medico con una scioltezza inusuale per un ragazzo di 19 anni. “Ritengo che le nanotecnologie siano la frontiera del futuro e che la ricerca debba spostare i suoi orizzonti verso questa nuova e affascinante frontiera”. La sua passione per la cardiologia nasce da problematiche familiari che lo hanno colpito anche in prima persona. La voglia di capire quello che stava accadendo nella sua famiglia lo hanno spinto a interessarsi allo studio del cuore: “È un mondo affascinante ancora non del tutto esplorato”. Il percorso di Giuseppe Bungaro è cominciato da autodidatta, cercando di apprendere quanto più possibile dai libri e dal web.

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La svolta, però, è arrivata in seguito all’incontro avuto con due grandi professionisti della medicina: Fausto Castriota, responsabile interventistica cardiovascolare e strutturale cardiologia dell’Humanitas di Bergamo, e Luigi Specchia, cardiochirurgo al Città di Lecce Hospital. “Mi hanno guidato e insegnato tantissimo”, racconta il talento. “Percepisco l’ambiente in cui continuo a formarmi come una famiglia: chiunque, medici e infermieri, cercano di lasciare un qualcosa dentro di me”.

La lista dei riconoscimenti ottenuti da Bungaro appare già quasi sterminata, soprattutto se confrontata alla sua giovane età. Tra tutti, c’è un riconoscimento di cui va particolarmente orgoglioso: “Essere stato nominato Alfiere della Repubblica dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è il risultato più importante che ho raggiunto. Penso che sia fantastico pensare che la nostra nazione punti molto sui giovani e non ritengo che sia solo un mio risultato, ma è il frutto di tanto lavoro portato avanti dalla mia famiglia e dai medici che hanno creduto in me e che continuano a farlo in qualsiasi modo”.

Adesso Giuseppe Bungaro si è iscritto alla facoltà di Biologia dell’Università Politecnica delle Marche: il suo obiettivo è quello di portare avanti gli studi universitari parallelamente alle attività che svolge da autodidatta dall’età di 15 anni. Conciliare gli impegni non sarà facile, ma l’intenzione è quella di continuare “a fare grandi cose” con passione e forza di volontà. “Solitamente quando ritorno a casa in Puglia torno sempre in quella clinica che è diventata come una seconda casa”, conclude Bungaro. “Ho tanti progetti per il futuro, ma penso che abbiano tutti un unico denominatore: la salute del prossimo. È essenziale puntare sulla divulgazione scientifica, in particolare sulla prevenzione. Vorrei poterlo fare su larga scala, coinvolgendo quante più persone possibili. È un progetto che ho in mente da un po’ e spero di realizzarlo al più presto”.

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