Se, infine, si guarda alle misure con cui le imprese stanno fronteggiando l’emergenza, la maggioranza dei Consulenti del Lavoro intervistati (45%), dichiara che le aziende hanno per lo più cercato di adottare un “mix” di misure tra lavoro in presenza, lavoro da casa e ricorso a ferie e permessi, in modo da “diluire” la presenza in sede e ridistribuire i costi dell’emergenza sull’intera comunità aziendale. Una tendenza questa che ha caratterizzato soprattutto le imprese del Nord, presumibilmente più innovative in termini di organizzazione del lavoro (51,3%), rispetto a quelle del Centro (42,1%) e del Sud d’Italia (39,6%). Il 28,3% dei Consulenti del Lavoro coinvolti dal questionario ha indicato l’utilizzo di ferie e permessi: modalità più diffusa al Centro (33,4%) e al Meridione (30,5%), rispetto al Settentrione. Solo il 10,8% degli intervistati, invece, ha risposto che il comportamento principale adottato delle aziende è il ricorso allo smart working, con le regioni settentrionali che registrano una percentuale leggermente più alta (13,2%), mentre secondo un altro 10,7% di Consulenti del Lavoro le imprese hanno invece cercato di garantire quanto più possibile la presenza in sede di tutti i lavoratori: una percentuale questa che varia dall’8,2% del Centro-Nord al 15,2% del Sud.