Cosa può insegnare l’esperienza di chi non si è mai fermato, nemmeno nei giorni più bui dell’epidemia di Coronavirus, alle aziende che si preparano alla ripartenza della cosiddetta Fase 2? Abbiamo cercato ispirazione in un colloquio con Massimiliano Pogliani, l’amministratore delegato di illycaffè, azienda che già dalle scorse settimane ha messo in campo una serie di iniziative che le hanno permesso di limitare, per quanto possibile, l’impatto dell’emergenza sanitaria sull’attività produttiva.
Partiamo dall’attualità: pochi giorni fa avete effettuato una donazione per sostenere l’apertura di un nuovo reparto di terapia intensiva a Trieste.
Noi preferiamo lo “story doing” allo “story telling”, ma dopo che l’ha reso noto la Regione anche noi abbiamo iniziato a farlo. Grazie ad una donazione all’Azienda sanitaria universitaria Goriziana Isontina, abbiamo contribuito all’apertura di un nuovo reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Hub di Cattinara-Trieste. L’iniziativa è volta a fronteggiare l’emergenza Coronavirus e si concretizzerà con l’allestimento al 13/o piano della Torre medica di 33 nuovi posti letto per pazienti con insufficienza respiratoria e di tutta l’attrezzatura necessaria. A differenza di altri progetti, si è trattato di una donazione diretta in coordinamento con Regione e azienda sanitaria, per un contributo a un progetto già in atto. Un percorso che abbiamo intrapreso anche perché sappiamo che rende orgogliosi i nostri dipendenti. Abbiamo fatto anche una serie di altri interventi di cui non parliamo, a favore di comunità locali o della Protezione civile. Vogliamo essere vicini alla comunità locale e in linea con l’essere società benefit, come siamo diventati quest’anno.
In un momento in cui si parla di Fase 2 e di ripartenza, la vostra esperienza può essere particolarmente utile visto che avete continuato a produrre durante l’emergenza. Come lo avete fatto? Seguendo quali direttrici operative?
L’idea di base è stata quella di agire come se le cose potessero andare ancora peggio. Per i lavoratori in fabbrica, siamo sempre stati un passo oltre rispetto alle norme, abbiamo rigidamente separato le persone, così come i turni, per isolare eventuali casi, che ad oggi per fortuna non abbiamo avuto. Abbiamo messo a disposizione presidi individuali, sanificando gli ambienti e facendo rispettare le distanze. Abbiamo implementato il rilevamento della temperatura corporea. Insomma, tutto quello che era possibile fare prima ancora che venisse richiesto. Abbiamo anche istituito dei premi per chi ha continuato a lavorare in fabbrica, dando a tutti lo stesso livello di copertura sanitaria: dirigenti, impiegati e addetti alla produzione. Siamo così riusciti a produrre come prima.
Siamo anche stati fortunati perché rientravamo tra le categorie di prodotti consentiti. E anche perché avevamo già lanciato l’anno scorso un progetto di smart working, riuscendo così a limitare gli accessi in azienda.
Dal punto di vista dei clienti, la forza vendita si tiene in contatto con loro e per chi sta soffrendo ma pensa alla ripresa abbiamo pensato a una serie di incontri digitali per supportarli. Poi come tutti siamo stati impattati: in particolare dal crollo della domanda da hotel, ristoranti e bar, che sono tutti chiusi e che contano più del 50% del nostro business. Quindi ci siamo riconvertiti verso i prodotti home e messo on hold i prodotti Horeca.
L’ecommerce quale contributo ha dato in questa fase? Crede che il commercio elettronico diventerà più importante per voi anche dopo questa fase emergenziale?
Per coloro che hanno comprato direttamente da noi abbiamo abbiamo azzerato i costi di spedizione. La trasformazione digitale dell’azienda è stata lanciata due anni fa e quindi non ci siamo trovati impreparati. Per noi è stata accelerazione di qualcosa che si stava già muovendo prima, con tassi di crescita a doppia cifra. Abbiamo avuto un 60% di clienti che prima non avevano mai comprato da noi. Abbiamo avuto un picco degli ordini imprevisto ma siamo riusciti a gestirlo, proprio perché avevamo la situazione sotto controllo già da prima.
In futuro la baseline sarà sicuramente più alta perché chi prima esitava a usare il canale digitale, ora continuerà ad usarlo. Anche perché la ripresa sarà graduale. Il trade off tra un canale e l’altro sarà il punto dove si giocherà il futuro.
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