Alec Monopoly davanti a una delle sue opere (Courtesy Alec Monopoly)
Alec Monopoly è certamente uno dei maggiori interpreti dell’arte contemporanea e della street art del momento. I suoi lavori – canvas, toy, sculture, Birkin di Hermes che vengono usate come tele – sono oggetto di desiderio di ogni collezionista e sono ospitate nelle principali gallerie d’arte di tutto il mondo.
Dietro il suo nickname c’è una persona molto generosa e sempre pronta a donare ispirazione e un sorriso. Con i suoi quasi 2 milioni di follower sull’account Instagram, Alec è una delle personalità più influenti dell’arte ma lui è rimasto il ragazzo umile di quando ha iniziato a creare. Nel suo team lavorano persone eccezionali come lui, primo tra tutti Avery Andon, suo manager e fondatore della galleria Art Life. Il suo grande cuore e l’amore per l’Italia, Alec li ha manifestati anche ultimamente, realizzando appositamente una opera per Artists 4 Italy, l’asta online organizzata dalla PlanX Art Gallery di Marcello Polito e Nicolò Stabile, che è stata – almeno nel nostro Paese – la prima iniziativa benefica in campo artistico a raccogliere fondi a favore di due ospedali italiani attivi nell’emergenza Coronavirus.
Noi di Forbes abbiamo incontrato Alec a Milano qualche giorno prima del lockdown. In occasione di un evento di Philipp Plein, brand del lusso con cui collabora da parecchi anni.
Un altro dei lavori di Alec Monopoly (Courtesy Alec Monopoly)
Come hai iniziato a fare arte?
Mia mamma è una artista. Quando ho iniziato a leggere e a scrivere lei mi ha insegnato anche a disegnare. Il disegno è la base dell’arte.
Perché Mr Monopoly è il tuo eroe e il personaggio attorno al quale ruota la tua arte?
Ho iniziato a dipingere Mr. Monopoly nel 2008 in occasione della crisi finanziaria. Lui è il simbolo della finanza, del benessere, di Wall Street.
Preferisci dipingere sui muri delle città o su tela?
Il massimo per me è dipingere all’esterno perché così può mostrare al mondo intero ciò che fai.
Ritieni che street art sia uno strumento importante per supportare la creatività?
È importante creare per se stessi, ma anche per il pubblico e ispirare chi guarda le mie opere. Mi piace inspirare tutte le generazioni a partire dalle più giovani.
Qual è il tuo più grande sogno?
Io sto vivendo un sogno e sono molto soddisfatto del successo ottenuto. Voglio continuare su questa strada e arrivare ad esporre in un museo.
In quale museo ti piacerebbe essere esposto?
Il MoMa di New York è il sogno di tutti gli artisti.
In passato hai dichiarato che uno dei tuoi sogni era dipingere insieme a Banksy, cosa ti ispira?
Sono molto felice di ciò che ho fatto in questi anni e mi ritengo molto soddisfatto. Banksy è il numero 1 e, quindi, dipingere con lui mi piacerebbe.
(Courtesy Alec Monopoly)
Qual è la tua opinione sulla connessione tra arte e fashion?
Il mondo dell’arte e quello del fashion sono strettamente interconnessi e in continuo dialogo. I trend del fashion sono collegati a quelli dell’arte. Io lavoro da molto tempo con Philipp Plein e ora sto lavorando su un mio fashion brand. L’idea di avere un mio brand mi entusiasma molto e non vedo l’ora di lanciarlo.
Quanto sono importanti per un artista come te i social media?
Sono molto importanti perché danno la possibilità di vedere cosa succede nel mondo. Prima, ad esempio, per vedere un’opera di street art fatta a New York si doveva andare di persona a vederla; oggi invece con i social media si può vedere qualunque cosa si voglia. Io dedico molto tempo ai social media perché sono importanti e ho una numerosa community. Alcuni miei collezionisti hanno imparato a conoscermi proprio attraverso i social media, magari su suggerimento dei loro ragazzi. La mia collaborazione con Tag Heuer nasce proprio dal figlio di Jean-Claude Biver (ex CEO del celebre brand di orologeria) che seguiva i miei lavori su Instagram. Da lì è nata una grande collaborazione internazionale con il gruppo LVMH.
Quali sono i tuoi artisti preferiti?
Io amo molto Retna, con cui sono molto amico, che è davvero un grande talento rivoluzionario. Tra i classici adoro Jean-Michel Basquiat, Keith Haring, Andy Warhol. Inoltre, adoro i graffiti e i giovani talenti che li realizzano.
Ultima domanda: preferisci la street art nelle strade o quella che entra nei musei?
La street art è assolutamente meglio nelle strade. I musei sono importanti perché daranno la possibilità negli anni futuri di raccontare la street art che oggi vediamo nelle strade.