Fondere l’eccellenza culinaria di due culture distanti, ma allo stesso compatibili e uniche. È con questo obiettivo che nasce e che si diffonde l’odore e il sapore di Cioccocrusco, il cioccolato gourmet che unisce e custodisce i segreti senza tempo del finissimo e inconfondibile cacao svizzero e del dolce e croccante mistero offerto dall’oro rosso della Basilicata, il peperone crusco lucano.
Cioccocrusco, quindi, non è solamente un cioccolato che unisce due prodotti tipici della cultura culinaria di due Paesi, è l’emblema di uno studio accurato che vede trionfare non solamente le papille gustative, ma anche e soprattutto l’idea di estendere la bontà della tradizione, sfidandola con le sue stesse armi.
E se la sintesi è un dono da affinare e coltivare nel tempo, Cioccocrusco è l’esempio perfetto di questa arte, perché riassumere in una sola anima, o meglio, in una sola tavoletta di cioccolato, la croccantezza e la dolcezza del peperone lucano con l’amarezza e la forza del cioccolato fondente elvetico è un’impresa quasi titanica che richiede il giusto mix di impegno, ricerca, inventiva, con l’aggiunta di un pizzico di follia.
“Volevo celebrare, attraverso un’unione – racconta Antonio Cammarota, ceo e founder di Cioccocrusco – la terra in cui sono nato (la Basilicata) e quella che mi ospita (la Svizzera). E per dar vita a questo ponte tra le due realtà, è stato fondamentale l’amore e la passione di tutti coloro che collaborano con me alla realizzazione e alla diffusione di Cioccocrusco, a cui vanno i miei più sentiti ringraziamenti ”.
Cioccrusco: amore, dedizione e tradizione
Accanto alla passione, all’amore e all’impegno, non possono mancare, come rivela Cammarota, l’ispirazione dei luoghi che segnano la nostra vita e la professionalità. “Oltre al fatto che, grazie a Cioccocrusco, sarei andato più spesso nel mio paese che è una pinacoteca a cielo aperto, uno dei trenta borghi più belli d’Italia” è innegabile che dietro a una grande opera, si nasconda il lavoro di un grande professionista. E Antonio Cammarota lo sa bene, tant’è che si avvale della collaborazione del miglior cioccolatiere svizzero (riconoscimento che conquista ininterrottamente da tre anni), Willi Schmutz, che, come racconta il ceo e founder di Cioccocrusco, “si occupa personalmente di scegliere il cacao di qualità” che, tra l’altro, proviene dalle “pregiatissime fave del Madagascar”.
Il lavoro, ovviamente, è stato lungo. “Abbiamo fatto dei test per un anno: dovevamo non far perdere di croccantezza il peperone crusco una volta unito al cioccolato. Non è stato semplice”. Ma il risultato – rivela Mr Cioccocrusco – è sorprendente: il peperone è croccante, il cioccolato di pregio”.
Lanciato in concomitanza con Matera 2019, Cioccocrusco nasconde un processo lavorativo totalmente artigianale e tradizionale (realizzato nella famosa cioccolateria Casa Nobile), basato sul lavoro a mano: dal taglio del peperone crusco, all’amalgama col cioccolato fuso a una determinata temperatura che permette di non perdere croccantezza, vengono riempite a mano anche le forme, prima di passare alla fase dell’essiccazione.
E il packaging non poteva essere da meno. La confezione che ricopre il prodotto (che può essere acquistato nella sezione shop online del sito www.cioccocrusco.com) “si apre a libro e all’interno – dichiara Cammarota – c’è una pergamena che riporta la storia, la filosofia e gli ingredienti (in italiano, inglese e tedesco). Inoltre, l’astuccio che contiene la barretta viene incollato a mano. E questa è stata un’altra sfida che abbiamo affrontato: abbiamo creato un sigillo che non è di cera, ma si tratta di una linguetta incastrata che crea il sigillo. Quando si tenta di aprire la confezione, si sfalda, lacera il resto dell’involucro. Questa è una garanzia per l’integrità della tavoletta”.
Vista la sua anima, contemporaneamente tradizionalista e innovatrice, non è un caso se Cioccocrusco è riuscito a conquistare non solamente il palato degli amanti del cioccolato e del peperone crusco, ma anche di numerosi chef, come Enza Crucinio, Rocco Buffone, Giuseppe Misuriello e Luigi Destino. Ispirando, tra l’altro, piatti come il dessert Willy Wonka e la fabbrica di Cioccocrusco e il Carré di agnello, fondente di melanzana e Cioccocrusco.
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