Da studio associato a impresa giuridica composta da oltre 50 risorse – tra professionisti, paralegal e collaboratori amministrativi – attivi in sedi fisiche (Roma, Milano e Palermo) e virtuali, attraverso un sistema di gestione di qualità che gode della certificazione UNI EN ISO 9001:2008. Tutto questo, in poche parole, è MFLaw, Studio Legale Mannocchi & Fioretti, un mix di tradizione, innovazione, qualità e sicurezza.
Nato nel 2001, grazie alla comunione di idee tra i due soci Massimo Mannocchi e Andrea Fioretti, MFLaw è diventato in pochi anni leader nella consulenza e nell’assistenza in materia di recupero crediti e nel contenzioso bancario e concorsuale, cavalcando l’idea “che la professione forense e l’assistenza legale per gli istituti bancari e per i servicer stava decisamente cambiando direzione”, come dice Mannocchi (64 anni), founder di MFLaw.
“Avevamo notato che le banche, per ottimizzare il lavoro e i costi, iniziavano sempre di più ad affidare a enti esterni, detti servicer, l’attività di gestione e recupero del credito. Ciò portava noi avvocati a lavorare sempre meno per gli istituti bancari e sempre di più per i servicer. Di conseguenza abbiamo iniziato, da una parte, a occuparci del recupero del credito con i servicer e, dall’altra, ad assistere le banche soprattutto nel contenzioso passivo, ossia quello che si instaura a seguito delle cause che promuovono i correntisti o altri soggetti per svariate ragioni, come il cumulo degli interessi e l’usurarietà dei tassi”. Ed è qui che è arrivata la svolta. Grazie a questa trasformazione paradigmatica della struttura e del lavoro stesso, MFLaw è riuscito non solo a crescere in modo intelligente (visto che le banche e i servicer hanno gradito il servizio offerto), ma anche a distinguersi dagli altri piccoli, medi e grandi studi, in quanto non opera come studio multidisciplinare, ma si concentra unicamente sulla consulenza e assistenza in materia di recupero crediti e nel contenzioso bancario.
MFLaw e il successo dello smart working
E se lo smart working imposto dallo scoppio della pandemia è stato un problema per diverse aziende, al contrario per MFLaw è stato un vero e proprio successo. Anche perché, come ci spiega Mannocchi, già da oltre un anno lo studio aveva iniziato un radicale processo di digitalizzazione. “Non so se siamo stati dei profeti o se, semplicemente, siamo stati fortunati. Fatto sta che già prima della pandemia lavoravamo da remoto, sfruttando i sistemi interni di IA oltreché i gestionali dedicati dei nostri clienti. Aspetto che ci ha permesso di affrontare questi mesi con serenità e senza nessun intoppo nell’attività, nonostante i circa quattromila incarichi (oltre tutta l’attività di back office) che ci vengono affidati ogni anno”.
Un vantaggio, quest’ultimo, di grande rilievo che ha anche consentito allo studio di digitalizzare l’intero archivio, sia quello dei documenti contabili e amministrativi, sia quello proprio delle pratiche lavorate dai professionisti dello Studio, di smaltire seguendo le direttive appropriate circa 5 tonnellate di carta (alleggerendo gli archivi) e, infine, di usufruire di importanti risparmi economici, grazie alla riconsegna di diversi ambienti e spazi, fino a quel momento destinati ad archivi divenuti non più necessari.
Ma non è tutto. “Durante questi mesi”, aggiunge Mannocchi, “visto che ci siamo accorti che tramite lo smart working – anzi, home working nel nostro caso – il lavoro non perdeva qualità e, contestualmente, la possibilità di lavorare da remoto veniva apprezzata da tutti i nostri collaboratori, abbiamo deciso di istituzionalizzarlo”. Oggi, infatti, grazie a un accordo con le organizzazioni sindacali di riferimento, studiato anche per garantire la riservatezza dei dati in possesso dello studio, MFLaw ha ufficializzato con i paralegal e i dipendenti che ne hanno fatto richiesta il lavoro da remoto almeno 3 o 4 volte a settimana. Uguale possibilità è stata offerta anche ai professionisti di MFLaw, che hanno accolto positivamente la proposta adottando una turnazione condivisa da quanti vi hanno aderito.
“Questo non significa”, sottolinea Mannocchi, “che obblighiamo gli avvocati a dover lavorare da casa e a non venire in ufficio. Lasciamo a loro la facoltà di scegliere come, quando e dove lavorare, sia perché sappiamo che le relazioni umane e lo scambio di idee e di opinioni sono due aspetti fondamentali in un settore come il nostro, sia perché crediamo che sia il modo più intelligente e fruttuoso di lavorare. Soprattutto in uno studio dove, grazie alla certificazione UNI EN ISO 9001:2008 (che abbiamo da oltre dieci anni) e alla gestione di un nostro It personale, la sicurezza informatica è un must ed è un nostro cavallo di battaglia”.
Gli obiettivi per un futuro digitale
Se il 2020 per MFLaw è stato faticoso ma positivo perché caratterizzato da un continuum di esperimenti tutti realizzati – come appunto il processo di digitalizzazione – Mannocchi racconta la sua idea di futuro, partendo dalla considerazione che le misure prese dalle istituzioni per gestire questo anno di transizione sono state forse un po’ troppo timide: “Sono contento che i più giovani siano riusciti a ottenere il bonus Covid-19 (previsto per tutti i professionisti), tuttavia credo che si potesse fare molto di più, perché molti nostri colleghi hanno riscontrato importanti cali di fatturato. È auspicabile un intervento rilevante, benché tardivo, dello Stato nel settore della giustizia per assicurare quella stessa evoluzione di gestione adottata per altri settori, l’unica alternativa per reagire e resistere. In particolare, per il ramo del diritto civile, già aperto alla gestione telematica delle pratiche, sarebbe opportuno continuare a potenziare i sistemi di gestione telematici, sia lato tribunali e cancellerie che, soprattutto, lato avvocati.
Il Covid-19, oltre alla marea di drammaticità con cui ha inondato il 2020, ha però anche caratterizzato quest’anno con importanti conquiste, tra cui la centralità dell’intelligenza artificiale anche per il settore legale. Le udienze da remoto, infatti, da rara eccezione sono diventate frequenti e, insieme alla trattazione scritta delle udienze (che non richiedono la comparizione delle parti o il contraddittorio in aula), oggi dovrebbero diventare la modalità di svolgimento esclusiva, in quanto possono garantire quella speditezza e quella qualità a lungo lamentata. Inoltre è stato riscoperto il valore dell’automatismo per alcuni procedimenti di gestione quale, da ultimo, la richiesta e il rilascio di titoli esecutivi (si veda il protocollo del 01.12.2020 tra COA e CDA di Roma) per cui è altrettanto auspicabile che la stessa semplificazione possa essere adottata anche per altri campi, quali – ad esempio – il procedimento monitorio e l’emissione dei decreti ingiuntivi non provvisoriamente esecutivi (già al vaglio delle camere con proposta di legge del 2018)”.
Infine, visto che nel 2021 MFLaw festeggerà i suoi primi 20 anni di attività, la speranza di Mannocchi è quella che sia “l’anno della consacrazione e di ulteriore crescita”, anche se ovviamente a livello prettamente sociale e nazionale sarà un anno molto importante e difficile, perché a causa della crisi economica scaturita dal Covid-19 ci saranno “delle questioni molto importanti da affrontare e da risolvere, come la sospensione dei mutui e dei debiti maturati in questi mesi”.
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