Il sogno di Google di portare internet nelle zone del pianeta non ancora coperte con il Project Loon – servizio per le pmi che hanno bisogno di connettersi per svolgere le loro attività – è svanito alle quattro del pomeriggio di un giorno di gennaio del 2021. La decisione dei vertici di Alphabet – guidata dal ceo, Sundar Pichai – venne motivata con questa dichiarazione: “Il nostro piano ambizioso – nonostante i risultati tecnici eccellenti che abbiamo ottenuto nei test – non dimostra redditività commerciale”. Così i palloni aerostatici di Google X (rinominata poi X Development), la società capofila del progetto, furono sgonfiati per sempre e smaltiti.
A dire il vero, girano ancora in rete immagini di attrezzature hardware appartenenti a Project Loon che caddero nelle zone agricole dello Sri Lanka per guasti tecnici e condizioni meteo proibitive: incidenti documentati da Agence France Press/Str.
L’accordo Google-SpaceX
Google torna ora nello spazio grazie a un accordo con SpaceX, che prende a bordo dei suoi satelliti Starlink i servizi cloud dell’azienda di Mountain View. Obiettivo: fornire dati e applicazioni sicure – garantite da Google – ai clienti business di Starlink in tutto il mondo, a partire da quest’anno.
Un portavoce ha dichiarato al sito The Verge che il primo terminale di Starlink verrà attivato nel data center di Google che si trova a New Albany, in Ohio. Così anche i servizi cloud di Google entreranno a far parte del carniere di Elon Musk, che lancerà 1.500 satelliti dedicati all’internet ultra-veloce (la velocità è assimilabile a quella del 5G). E si troveranno in ottima compagnia, visto che il primo contratto importante della società di Musk era stato quello con Microsoft per il cloud business Azure, che ora diventa disponibile per clienti di tutto il mondo.
Google in lotta con Amazon e Microsoft
Per i servizi cloud di Google è una sostanziale vittoria e un passo avanti nella guerra commerciale in corso con colossi del cloud computing come Amazon e Microsoft.
Il presidente e chief operating officer di SpaceX, Gwynne Shotwell, usa toni entusiasti per commentare la joint venture, il cui valore non viene dichiarato: “Mettere insieme l’alta velocità di connessione e la bassa latenza dei servizi di internet satellitare di Starlink con l’infrastruttura di Google fornirà alle aziende la connessione sicura e veloce che un’organizzazione globale richiede”. Si può immaginare che le applicazioni riguarderanno settori come la guida autonoma, la telemedicina, la logistica e la robotica.
Il preaccordo del 2015
Secondo SpaceNews, Google e SpaceX avevano firmato un pre-accordo nel 2015. La società di Mountain View si era resa disponibile a investire 900 milioni di dollari per “supportare la continua innovazione nelle aree del trasporto spaziale, della produzione dei satelliti e della loro riusabilità”.
Il nuovo patto permette a Google Cloud di evitare il passaggio nelle reti internet terrestri e di beneficiare della velocità e ampiezza di raggio di quello satellitare. Il piano, che verrà sviluppato completamente nel secondo semestre di quest’anno, prevede anche l’introduzione di sevizi di intelligenza artificiale e di machine learning, diventati essenziali negli ultimi anni, anche per motivi di sicurezza informatica.
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