Il progetto salva-estate delle isole italiane Covid-free è ufficialmente partito. Dopo un inizio travagliato che aveva fatto presagire un nulla di fatto – lo scorso aprile l’idea aveva trovato l’appoggio del ministro del turismo Massimo Garavaglia, ma i governatori Stefano Bonaccini, Massimiliano Fedriga e Luca Zaia si erano messi di traverso per paura di perdere turisti nelle proprie regioni. Poi, il decisionismo in mimetica del generale Francesco Paolo Figliuolo aveva sbloccato l’impasse: a meno di un mese dall’inizio della bella stagione gli oltre 200mila residenti delle 30 isole minori italiane sono in buona parte stati vaccinati con almeno una dose di siero anti-Covid.
Inutile girarci intorno: in considerazione degli scarsi presidi sanitari di questi territori, questa corsia preferenziale permetterà di sterilizzare il rischio epidemiologico legato ai turisti in arrivo dal continente. E, inoltre, sarà un volano per attirare vacanzieri dalla terra ferma suggestionati dal format rassicurante delle zone Covid-free, già ampiamente utilizzato da numerose altre località nel resto del mondo.
Nell’ancora brevissimo elenco delle piccole isole italiane totalmente immunizzate compaiono Procida, Ischia e Capri, tutte e tre appartenenti all’Arcipelago campano, a dimostrazione che le variabili in gioco non investono soltanto la salute ma anche (e forse soprattutto) il marketing e il protagonismo dei soggetti in gioco, campi in cui il governatore De Luca ha pochi concorrenti. L’annuncio di Capri Covid-free è arrivato due settimane fa ed è stato una boccata d’aria per la più posh tra le isole del Golfo napoletano. L’anno scorso, a causa della mancanza di turisti internazionali, Capri ha visto crollare del 70% i suoi flussi in entrata, anche se durante il fermo molti dei 53 hotel dell’isola, di cui 35 a 4 e 5 stelle, si sono dedicati ad interventi di restyling e sono ora pronti a riaccogliere la clientela, che anche quest’anno sarà prevalentemente italiana. Hanno seguito a ruota Procida – dichiarata “tecnicamente Covid free” il 21 maggio dal sindaco Raimondo Ambrosino – e Ischia, dove il 99% dei 35mila residenti che hanno aderito alla campagna vaccinale è stato immunizzato.
Dopo quelle napoletane, sono numerose le piccole isole – tra cui l’Elba – che si stanno adoperando per raggiungere il prima possibile l’immunità di gregge. Angelo Zini, sindaco di Portoferraio, il comune più popoloso dell’isola toscana, spiega a Forbes: “Ieri sera (il 15 maggio, ndr) eravamo al 40% della popolazione (32mila persone, ndr) raggiunta con almeno la prima dose di vaccino. Con altre 10mila dosi chiuderemo la prima tornata ed entro giugno tutti gli elbani saranno vaccinati con seconda dose, così l’intera isola sarà pronta ad accogliere i turisti in sicurezza”.
I tempi sono un po’ più lunghi di quelli auspicati all’inizio, ma la vicinanza dell’Elba al continente facilita la logistica. Niente elicotteri ed esercito come per le isole greche. Qui i vaccini vengono caricati nei loro frigoriferi sui traghetti in partenza da Piombino (su cui sono imbarcati anche fiorentini e pisani che hanno prenotato sull’isola una profilassi con tempistiche più rapide degli hub di città) e arrivano in porto dopo 40 minuti, diretti in parte all’ospedale di Portoferraio, uno dei pochi nosocomi delle isole minori italiane in grado di garantire un minimo di assistenza in caso di contagi.
Zini però, che è anche presidente della conferenza dei sindaci elbani sulla sanità, si dice certo che la combo vaccinazione-rialzo delle temperature terrà lontane le infezioni. E promuove anche un’altra accoppiata, quella tra soggiorno e vaccinazione offerta ai turisti, ma “solo se la richiesta sarà in numero limitato”. Ulteriore suggestione estiva, Figliulo permettendo. Ciò che può considerarsi acquisito è invece il protocollo partorito dal lavoro congiunto di Asl, associazioni e imprese locali, che prevede il monitoraggio dei lavoratori stagionali non residenti, la presenza di stewart su parte delle 200 spiagge dell’isola e la richiesta di vaccini o tamponi negativi per l’ingresso. Noi, che abbiamo ricevuto la doppia dose di Moderna, in attesa del green pass, abbiamo avuto accesso all’isola mostrando il solo certificato sanitario di avvenuta vaccinazione.
Persa buona parte della bassa stagione, per l’Elba l’obiettivo è dunque quello di spingere il pedale sull’acceleratore dell’accoglienza. L’anno scorso c’era stata una contrazione fisiologica del 25% delle presenze, per il resto quasi esclusivamente italiane. Quest’anno le condizioni attuali fanno presagire una decisa risalita dei numeri (all’hotel in cui alloggiamo, il Biodola, è già previsto il quasi sold-out per i prossimi mesi) generati dall’incoming estero che qui significa austriaci, svizzeri, olandesi e scandinavi, a cui si è aggiunta negli ultimi anni una sparuta rappresentanza di turisti dai paesi dell’Est. La colonia straniera più nutrita resta però quella dei tedeschi, che scoprirono la bellezza esotica dell’Elba durante gli orrori della seconda guerra mondiale e oggi qui sono di casa, nel vero senso della parola, visto che possiedono decine di seconde abitazioni in cui trascorrere l’estate con vista mare e montagne.
Estate che quest’anno sarà più speciale del solito, segnata dai festeggiamenti per il bicentenario della morte di Napoleone Bonaparte. Quelli che l’imperatore trascorse in esilio all’Elba furono dieci mesi che impressero alla geografia dell’isola un’orma indelebile, oggi ripercorribile a piedi o in bici lungo i tantissimi percorsi mappati che rendono l’Elba una delle isole più liberamente esplorabili al mondo. Tra i luoghi must-see legati alla presenza di Bonaparte figurano la Palazzina dei Mulini, la sua residenza istituzionale, e Villa San Martino, la casa privata che avrebbe dovuto accogliere il nido d’amore da condividere con la moglie Maria Luisa, che però non lo raggiunse mai in Italia. Non fu così per l’amante Maria Walewska, che nel 1814 lo incontrò con discrezione nel Santuario della Madonna del Monte, non molto distante dal Monte Capanne, dalla cui sommità si può ammirare il più bel panorama di tutta l’Elba, con una vista magnifica sulla Corsica, su Pianosa e su Montecristo. Non molto distante, nel tratto di mare fra Procchio e Marciana Marina, spunta poi lo scoglio della Paolina, in cui si narra che la sorella dell’Imperatore amasse bagnarsi in totale libertà lontano da occhi indiscreti. Sul versante opposto si estende anche la spiaggia delle Viste, da cui Napoleone salpò per la Francia il 26 febbraio 1815.
Tra gli appuntamenti “imperiali” da segnalare c’è inoltre la mostra d’arte a tema napoleonico nella Pinacoteca Foresiana di Portoferraio – che dal 30 giugno al 10 ottobre ospiterà opere in arrivo dalle Gallerie degli Uffizi – e il Festival Elba isola musicale d’Europa, dove si suoneranno i quartetti per archi del compositore Haydn, di cui Napoleone fu grande ammiratore.
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