Jeff Bezos General Fusion
Innovation

La startup per la fusione nucleare finanziata da Jeff Bezos costruirà una centrale nel Regno Unito

È una questione che occupa gli scienziati dalla metà del ‘900. Un’azienda canadese, oggi, pensa di poterla risolvere. Anche grazie ai soldi di Jeff Bezos. Il fondatore di Amazon è infatti, dal 2011, uno dei finanziatori di General Fusion, società canadese che spera di costruire la prima centrale nucleare a fusione efficiente sul piano energetico ed economico.

L’azienda ha annunciato un accordo con la Uk Atomic Energy Authority (Ukaea), l’agenzia governativa britannica che si occupa dello sviluppo della fusione nucleare. L’intesa permetterà a General Fusion di costruire una centrale nel campus Ukaea di Culham, circa 15 km a sud di Oxford. L’impianto sarà dimostrativo e avrà dimensioni pari al 70% di una struttura a uso commerciale. Servirà per testare la tecnologia proprietaria dell’azienda, Magnetized Target Fusion.

L’accordo General Fusion-Ukaea

L’inizio dei lavori è previsto per il 2022. La centrale, il cui costo sarà di circa 400 milioni di dollari, dovrebbe diventare operativa nel 2025. Nei piani di General Fusion, dovrebbe fare da apripista a un successivo “prototipo di impianto commerciale”. Il governo britannico promette che la struttura creerà centinaia di posti di lavoro durante i tre anni di costruzione e molti altri nella fase operativa.

“A Culham potremo beneficiare delle competenze di Ukaea”, ha affermato Christofer Mowry, amministratore delegato di General Fusion. “Il progetto permette all’azienda di espandere la sua presenza sul mercato anche al di là del Nord America e di allargare la sua rete globale di partner governativi, istituzionali e industriali. L’accordo con Ukaea è importante non solo per General Fusion, ma per tutti coloro che stanno lavorando per produrre energia in modo conveniente tramite la fusione nucleare”.

“La nuova centrale di General Fusion alimenta i nostri piani per sviluppare un’industria della fusione nucleare nel Regno Unito”, ha aggiunto Amada Solloway, ministro per la Scienza del governo di Boris Johnson. “Sono entusiasta che Culham ospiti un progetto così all’avanguardia e con simili prospettive di innovazione. La fusione ha un grande potenziale come fonte di energia illimitata e a basse emissioni di carbonio”.

La tecnologia

Il processo canonico per la produzione artificiale di energia nucleare è la fissione, che prevede la scissione dei nuclei degli atomi. La fusione è invece la reazione in cui i nuclei di due o più atomi si uniscono fra loro. Avviene naturalmente nel sole e nelle altre stelle.

Come spiega l’Ukaea sul suo sito ufficiale, il processo è a zero emissioni di carbonio. “Il solo prodotto di scarto delle reazioni di fusione è rappresentato da piccole quantità di elio, un gas inerte che può essere rilasciato in sicurezza senza arrecare danni all’ambiente”. Inoltre, rispetto alla fissione, la fusione minimizzerebbe il problema delle scorie radioattive. “La reazione di fusione non produce scorie radioattive”, scrive l’Ukaea. “Solo i componenti del reattore diventano radioattivi, a livelli che dipendono dai materiali utilizzati”.

Le applicazioni

La sua prima applicazione artificiale della fusione nucleare arrivò negli anni ’50 e fu militare: la bomba H (o bomba a idrogeno), un ordigno molto più potente rispetto a quelli a fissione utilizzati a Hiroshima e Nagasaki. La bomba più potente mai esplosa sulla Terra – la cosiddetta Bomba Zar – era una bomba a idrogeno.

Da circa 60 anni gli scienziati cercano un’applicazione civile per la fusione. L’ostacolo è stato sempre rappresentato dall’impossibilità di raggiungere un bilancio energetico ed economico positivo. Nessuno è ancora riuscito a costruire un reattore a fusione che produca più energia di quella che consuma.

Il principale progetto esistente per la realizzazione di un reattore a fusione è Iter (International thermal experimental reactor), a Saint-Paul-lès-Durance, nel sud della Francia. L’iniziativa, concepita ai tempi delle trattative tra Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov, vede coinvolti Unione europea, Russia, Cina, Giappone, Stati Uniti, Corea del Sud e India. Come ricorda il Corriere della sera, l’entrata in funzione della struttura – un investimento da oltre 20 miliardi di euro – è già stata rimandata più volte e non avverrà prima del 2035.

Che cos’è General Fusion

General Fusion è stata fondata nel 2002. Ha il suo quartier generale a Vancouver, in Canada, e sedi a Washington e Londra. Nel suo ultimo round di finanziamento ha raccolto 100 milioni di dollari. Dieci anni fa, Jeff Bezos prese parte a un round da 19,5 milioni.

Nel procedimento Magnetized Target Fusion studiato dall’azienda, spiega la Bbc, l’idrogeno viene scaldato fino a passare allo stato di plasma (occorre una temperatura dell’ordine dei 100 milioni di gradi). L’idrogeno viene poi iniettato in un cilindro circondato da una parete di metallo liquido. Centinaia di pistoni vengono quindi utilizzati per comprimere il plasma fino a provocare la fusione degli atomi, con l’effetto di generare un’enorme quantità di calore. Il calore viene poi trasferito dal metallo liquido, utilizzato per far bollire acqua e produrre così vapore che aziona una turbina.

Secondo la società, aggiunge sempre la Bbc, “un vantaggio fondamentale di questo approccio è che gran parte della tecnologia necessaria è già utilizzata nell’industria”.

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