Il Covid-19 sarà seguito da un boom? Nel secolo scorso, gli anni ’20 videro un’esplosione di energia creativa dopo le tragedie dell’influenza spagnola e della Prima guerra mondiale. In grandi città come New York, Londra, Shanghai, Sydney e Tokyo, la crescita economica era palpabile. Nuove tecnologie come automobili e radio divennero comuni, al pari di un ottimismo fondato sul rischio. Ritengo che anche gli anni ’20 del XXI secolo saranno “ruggenti”. Ecco quattro ragioni (con alcune avvertenze).
L’accelerazione della produttività digitale
Nel 2017 Diane Greene, all’epoca ceo di Google Cloud, dichiarò a Forbes che il tasso di progresso delle tecnologie digitali stava accelerando rapidamente. Pronosticò un ritmo “da due a tre volte più veloce” rispetto a quello previsto dalla legge di Moore. Naturalmente il progresso tecnologico, di per sé, non garantisce la produttività. Nuovi modelli di business e di organizzazione sono sempre necessari per sfruttarlo.
Il Covid-19 ha provveduto per noi: la pandemia ha obbligato a rapidi cambiamenti nel mondo degli affari. Il ceo di Microsoft, Satya Nadella, ha affermato che cinque anni di trasformazione digitale sono avvenuti in sei mesi. Il Covid-19 ha obbligato le aziende a diventare più smart, più veloci, più agili. L’alternativa era il fallimento. Nessuna azienda può tornare a essere più lenta, più stupida e bloccata. Dal punto di vista del business, gli anni ’20 saranno il Decennio Agile.
L’intelligenza artificiale scalabile
In questo momento diverse tecnologie digitali – cloud computing a basso costo, mobile computing onnipresente (con miliardi di sensori e telefoni) e strumenti per velocizzare le comunicazioni come il 5G – stanno raggiungendo la piena maturazione in contemporanea. Entra in scena a questo punto l’intelligenza artificiale: gli anni ’20 saranno quelli dell’AI applicata alle imprese.
È necessario un passo ulteriore. In passato, l’implementazione dell’intelligenza artificiale ha sempre richiesto un lavoro difficile, faticoso e costoso. Ma cosa accadrebbe se l’AI fosse facile da implementare e da utilizzare? Cosa accadrebbe se tutti coloro che sono capaci di usare un foglio di calcolo potessero anche prevedere i rischi di una catena di approvvigionamento in India o i costi manutenzione per una flotta di camion indonesiani? Oggi sta succedendo proprio questo. Per parafrasare il celebre slogan della Apple negli anni ’80 – “un computer per la gente comune” -, l’intelligenza artificiale per la gente comune plasmerà gli anni ’20.
Il surplus di capitale
Il mondo è inondato di capitali. È quindi più facile che mai, per gli imprenditori, trovare fondi per startup innovative. Nonostante il clamore che circonda le criptovalute, i meme stock e le Spac, non bisogna farsi trarre in inganno: i grandi capitalisti del mondo sanno bene che l’accelerazione della tecnologia digitale e l’intelligenza artificiale cambieranno tutto. Queste innovazioni sconvolgeranno i modelli di business e i mercati e genereranno fortune enormi.
Le rivoluzioni del mondo fisico
Le tecnologie digitali, come osservava Greene, si stanno evolvendo rapidamente. Nel mondo fisico, però, il progresso è sempre un po’ più lento, perché è limitato dalle leggi fisiche e da altri fattori. Eppure, anche su questo fronte il progresso sta accelerando. Le telecamere montate sui droni aumentano i raccolti agricoli. I mezzi a guida autonoma non hanno bisogno di prendersi pause per rifiatare. Il sequenziamento del Dna e l’intelligenza artificiale creeranno trattamenti medici personalizzati.
Basti considerare la startup tedesca Lilium, che cerca di creare un trasporto aereo di massa con un velivolo elettrico che può decollare verticalmente ma volare come un aereo. Il mezzo, che utilizza materiali compositi e intelligenza artificiale, è progettato per essere pilotato automaticamente, anche se, per il momento, sarà manovrato da un essere umano. A differenza della maggior parte delle startup del settore aeronautico, Lilium ha abbondanza di capitale. Rappresenta al meglio lo spirito del post-Covid.
Avvertenze
Gli “Anni ruggenti” videro non uno, ma due crolli di borsa e seguente depressione. Quella che molti dimenticano avvenne nel 1921 e quasi rovinò l’intero decennio. Inoltre, la prosperità degli anni ’20 del XX secolo non era ben distribuita: le città conobbero un boom, le aree rurali molto meno. Non bisogna aspettarsi che il decennio appena iniziato sarà pieno solo di buone notizie. Ma sarà elettrizzante.
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