Tokyo si è arresa: i Giochi Olimpici si terranno senza spettatori. E a subire le ricadute dell’assenza di pubblico, unicum nella storia delle Olimpiadi moderne, non sarà soltanto l’atmosfera e il calore degli stadi. Anche le tasche dell’intero sistema di sedi, emittenti e sponsor iniziano a piangere.
Secondo quanto riportato da Forbes, le principali vittime delle porte chiuse saranno gli impianti in cui si terranno i Giochi, divisi tra Tokyo e le vicine prefetture di Chiba, Kanagawa e Saitama. Le sedi, per via delle mancate entrate dai botteghini, perderanno intorno ai 90 miliardi di yen (corrispondenti a 694 milioni di euro e a 819 milioni di dollari). Cifra che si andrà a sommare al danno economico dovuto ai mancati ingressi del marketing: niente pubblico negli store, molta merce targata Tokyo 2020 invenduta e una diffusa ritrosia da parte degli sponsor ad investire nella XXXII edizione dei Giochi.
I giapponesi contro Tokyo 2020
Anche perché in Giappone, ormai, tra i contagi nel villaggio olimpico e la preoccupante diffusione della variante Delta, l’opinione pubblica sembra essere tutta dalla stessa parte: questa Olimpiade “non s’ha da fare”. Dopo la proclamazione del quarto lockdown nella capitale e la petizione di maggio per annullare i Giochi, che ha superato le 350mila firme, il sostegno alle Olimpiadi è diventato un tema polarizzante.
Secondo il Wall Street Journal, una cinquantina di aziende giapponesi partner – qui la lista completa -, che collettivamente hanno investito più di 3 miliardi di dollari, vedono oggi il loro investimento a forte rischio. In pericolo sono, in particolare, 15 aziende giapponesi, tra cui Asahi Breweries, Fujitsu e Canon, che hanno pagato circa 135 milioni di dollari a testa per diventare Tokyo 2020 Gold Partners.
Toyota prende le distanze
Ad aver già preso le distanze, invece, c’è Toyota, che il 19 luglio, a cinque giorni dall’inizio, ha comunicato che non trasmetterà i propri video promozionali durante i Giochi. Come riportato dalla Nbc, anche il presidente della casa automobilistica e tutti gli alti dirigenti si sono fatti da parte, comunicando la loro decisione di non partecipare alla cerimonia di apertura. Un messaggio forte e chiaro da parte di Toyota, sponsor olimpico dal 2015 in virtù di un accordo di 8 anni dal valore di 849 milioni di euro.
Stadi vuoti, niente incassi al botteghino e sponsor in ritirata. Alla triste prospettiva economica di Tokyo 2020, secondo quanto riportato da Forbes, si aggiungeranno probabilmente anche le emittenti televisive. L’anno scorso, negli Stati Uniti, le finali Nba e Nhl si sono giocate in arene vuote e hanno ottenuto gli ascolti più bassi degli ultimi decenni. Sarà così anche per le XXXII Olimpiadi?
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