Il Covid ha inevitabilmente cambiato diversi aspetti della nostra vita, dal lavoro alle interazioni sociali, e ha acceso i riflettori sul ruolo e sull’importanza del welfare aziendale. Tema che, proprio in virtù dello scoppio della pandemia e alle diverse strategie attivate dalle singole aziende a tutela dei propri dipendenti, ha visto accrescere il proprio ruolo all’interno del contesto lavorativo e sociale. Divenendo un pilastro fondamentale nella connessione, ormai sempre più necessaria, tra l’impresa e la comunità.
Secondo il rapporto Welfare Index PMI 2021 – che ha coinvolto più di 6.000 aziende di tutti i settori produttivi e di tutte le dimensioni – in 6 anni le imprese con un livello di welfare elevato sono più che raddoppiate, passando dal 9,7% del 2016 all’attuale 21%. E se oggi oltre il 64% delle piccole e medie imprese italiane ha superato il livello iniziale.
Presentato a Roma alla presenza, tra gli altri, di Andrea Orlando, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Anna Ascani, Sottosegretaria di Stato al Ministero dello Sviluppo Economico, e Marco Sesana, country manager & ceo di Generali Italia e global business Lines; il rapporto ha messo in evidenza che per affrontare la pandemia le imprese hanno attuato numerose iniziative di welfare aziendale che, se in alcuni casi sono ancora in corso, in altri, con l’esattezza per il 42,7% delle imprese, sono strutturali e permanenti.
Nel dettaglio, si tratta di iniziative in ambito sanitario, dai servizi diagnostici per il Covid-19 (43,8%) ai servizi medici di consulto anche a distanza (21,3%) a nuove assicurazioni sanitarie (25,7%); nella conciliazione vita-lavoro, con maggiore flessibilità oraria (35,8%) e nuove attività di formazione a distanza (39%) e aiuti per la gestione dei figli e degli anziani (7,2%); a sostegno dei lavoratori e delle famiglie, con aumenti anche temporanei di retribuzione e bonus (38,2%), a sostegno nell’educazione scolastica dei figli (4,8%), e a favore della comunità esterna, con donazioni (16,4%) e sostegni al Sistema Sanitario e alla ricerca (9,2%).
“In questo nuovo contesto ancora caratterizzato dal Covid-19, attraverso il Welfare Index PMI abbiamo osservato come le imprese abbiano agito come soggetto sociale, oltre che economico e di mercato, per la loro diffusione nel territorio e per la vicinanza ai lavoratori e alle famiglie, dando vita a un nuovo welfare di comunità”, ha dichiarato Marco Sesana, country manager & ceo di Generali Italia e global business Lines, che ha aggiunto: “Le imprese hanno dimostrato che il welfare aziendale oggi può e deve uscire dall’azienda. Guardare non solo ai dipendenti e famiglie, ma includere e creare valore per fornitori, territorio e comunità”.
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Il ruolo del welfare aziendale nel PNRR
Considerando che secondo il rapporto il 54,8% delle imprese che ha inserito il welfare nella strategia aziendale ha registrato ritorni positivi sulla produttività, 2 imprese su 3, guardando al futuro, intendono rafforzare l’impegno sociale verso i lavoratori (67,5%) e verso gli stakeholder esterni: la comunità locale e la filiera produttiva (63,1%). Anche in funzione del fatto che oggi le pmi sostengono le priorità del PNRR con un impatto su: salute, donne, giovani, famiglie e comunità, come anche sottolineato dallo stesso Sesana. Nel dettaglio:
- Salute: cresce al 92,2% il numero di imprese che mette salute e sicurezza dei lavoratori come valori centrali nella gestione dell’azienda; il 22% hanno già attivato numerose iniziative di salute e assistenza per i lavoratori e i familiari.
- Giovani – occupazione: oltre la metà delle Pmi più attive nel welfare ha assunto nuovi lavoratori (51,2% vs media del 39,8%) contribuendo alla mobilità sociale di donne e giovani
- Donne – opportunità di lavoro e di carriera: la presenza femminile sale al 42% nelle imprese più attive nel welfare vs media 32,5%; salgono al 45,5% le donne in posti di responsabilità vs media 36,2%
- Comunità: il 56% delle imprese hanno attivato numerose iniziative a sostegno della propria comunità
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105 le imprese Welfare Champion
Durante la presentazione del rapporto, è stato assegnato a 105 imprese Welfare Champion il rating 5W (erano 22 nel 2017). Promossa da Generali Italia, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con la partecipazione delle principali Confederazioni italiane: Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e Confcommercio, l’iniziativa ha premiato storie straordinarie di imprese che si sono impegnate su temi rilevanti per il Paese. Si tratta delle realtà caratterizzate da numerose iniziative in diversi ambiti del welfare aziendale, capacità gestionali e impegno economico-organizzativo elevati e impatti sociali significativi sulle comunità interne ed esterne all’impresa.
Inoltre, è stato rafforzato lo strumento di analisi di Welfare Index PMI, che valuta 127 variabili per indagare le misure delle iniziative, della capacità gestionale e di performance. Infatti, grazie a un nuovo modello di analisi sviluppato con Cerved Rating Agency e organizzato in dieci aree, l’iniziativa ha misurato anche monitorato l’impegno delle imprese nella tutela dei diritti e delle diversità, la responsabilità verso consumatori e fornitori, e sono state rafforzate le aree dello sviluppo del capitale umano, della tutela delle condizioni di lavoro e del welfare di comunità, oltre alle iniziative di welfare per i lavoratori e le loro famiglie.
Infine, quest’anno il Welfare Index PMI promuove il valore del welfare aziendale in Europa con la partecipazione alla prima edizione di SME EnterPRIZE, l’iniziativa di Generali che premia e valorizza i migliori esempi di business sostenibile sviluppati dalle piccole e medie imprese europee. Durante l’evento internazionale, che si terrà a Bruxelles il 28 settembre alla presenza di rappresentanti delle istituzioni europee e dei media, sarà inoltre presentato il White Paper sull’integrazione dei principi di sostenibilità nelle PMI europee, sviluppato da Generali in collaborazione con SDA Bocconi.
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