Dal 20 settembre l’Italia vanta uno dei centri logistici del lusso più importanti d’Europa. E’ infatti entrato in funzione l’hub di distribuzione di Ynap, colosso dell’e-commerce con 4,5 milioni di clienti fondato da Federico Marchetti, ora sotto il controllo di Richemont. Il nuovo spazio si trova a Landriano, in provincia di Pavia, e i suoi numeri li ha forniti direttamente il principale artefice del progetto, Mirko Nobili, global operation director di Ynap.
Landriano rappresenta uno dei più significativi investimenti in Italia operati dal gruppo negli ultimi 20 anni. Di quale entità stiamo parlando?
Si tratta di un investimento di 47 milioni di euro. Il polo di Landriano consentirà di raddoppiare la capacità di stock di Net-a-porter e Mr Porter. Siamo alle porte di Milano, e in questo centro logistico si concentreranno sotto lo stesso tetto tutte le nostre operazioni. Questo vuol dire che, per la prima volta, serviremo da questa unica sede tutti i clienti nel mondo dei due e-tailer di moda del gruppo.
Il cuore della logistica di Ynap ora pulserà in Lombardia e non più a Londra. C’entra la Brexit?
Si tratta in realtà di una decisione strategica che abbiamo preso molto prima che si iniziasse a parlare di Brexit. La Gran Bretagna è un mercato fondamentale per noi, sede dei nostri uffici e del nostro centro di distribuzione regionale, un asset strategico per la nostra rete interconnessa di poli logistici nel mondo.
Entriamo nei dettagli dell’aspetto digitale…
Abbiamo portato a termine un’importante migrazione della nostra piattaforma tecnologica che ha visto l’impegno di diversi team tecnici, in Italia e all’estero, tra cui tech, operations e logistica, facilities, security, health and safety, per citarne alcune oltre naturalmente ai colleghi del business. Con questa operazione entra a pieno regime il nostro modello omnistock, un nuovo sistema hub-and-spoke costruito su misura, che permette ai clienti di avere una visione completa di tutto il nostro inventario e quindi accedere al prodotto a prescindere dal centro di distribuzione in cui si trova.
Questo cosa implica in termini di assunzioni?
Attualmente, presso la struttura lavorano durante i periodi di picco circa 600 persone ricoprendo ruoli nella logistica, oltre a quelli tecnici e creativi come fotografi e stylist.
Landriano diventa la sede di nuovi studi di produzione digitale per i due brand e l’incubatore di innovativi servizi per il cliente. Quali le novità?
Certo: 6mila mq del totale della superficie di Landriano sono dedicati esclusivamente alla produzione digitale, un unicum in un centro logistico. Gli spazi sono destinati alla creazione di contenuti visivi per i brand di lusso italiani e internazionali venduti da noi sui nostri siti Net-a-porter e Mr Porter. Landriano può ospitare fino a 100 studi fotografici e raggiungere una media di 400mila prodotti scattatati all’anno. Da questo polo, inoltre, verranno completati il roll-out dei progetti pilota dei due brand Net-a-porter e Mr Porter, consegnando nelle case di tutti i clienti le ultime novità in termini di innovazione e sostenibilità.
Qualche esempio?
A dicembre dell’anno scorso abbiamo lanciato un programma pilota per fornire ai prodotti dei nostri marchi un vero e proprio passaporto digitale. Attraverso la scansione del QR code dell’etichetta o della tecnologia NFC (near field communication) inserita all’interno del prodotto, i clienti potranno accedere a informazioni, contenuti e servizi esclusivi relativi a capo acquistato. Dettagli sulla provenienza e il design, consigli per il suo mantenimento nel tempo e suggerimenti di styling. Attualmente, questa tecnologia è stata applicata alle collezioni di Mr P., private label di Mr Porter e Porte & Paire di Net-a-porter, per poi estendersi alle collezioni private del gruppo.
Di quali infrastrutture avreste bisogno per crescere ulteriormente?
Nell’ultimo periodo abbiamo assistito a un’accelerazione in campo digitale e tecnologico, da sempre nel dna di Yoox Net-a-Porter. Un vero e proprio cambio di passo per il nostro Paese. Spero quindi che tutto ciò non si arresti e che possa portare a una sempre più ampia digitalizzazione di attività e processi, indispensabili per il futuro delle prossime generazioni.
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