Questa sera alle 22.30 su BFC (canale 511 di Sky e 61 di TiVuSat) va in onda il Cenacolo, il talk show che porta la firma dell’imprenditore Arturo Artom. Ispirato al format di Cenacolo Artom, che da anni ospita leader provenienti da differenti settori, dall’arte al design, dall’imprenditoria allo spettacolo, il talk narra in circa 30 minuti un’esperienza di successo dal mondo imprenditoriale e manageriale. Nel rispetto delle norme anti-Covid, la puntata di questa sera del Cenacolo Artom One to One ospita Carlo Capasa, presidente della Camera della Moda e fondatore della storica casa di moda Costume national.
“Sono nato tra i vestiti” racconta Carlo, i cui genitori sono tra i primi in Italia a comprare Mary Quant, Saint Laurent Rive Gauche e altri marchi internazionali. Nato a Lecce, studente di liceo classico, si trasferisce a Milano per studiare Giurisprudenza alla Cattolica di Milano e per proseguire il suo sogno sportivo nell’atletica leggera. La rottura del tendine d’Achille ad appena 17 anni gli impedisce di raggiungere gli alti livelli a cui aspirava: “Forse è stato un segno del destino” dice Carlo, che nel frattempo inizia a lavorare nel FTM in via della Spiga. Si trattava della prima agenzia a proporre l’idea dello showroom, in cui si facevano acquisti da tutto il mondo. Lì incontrò stilisti del calibro di Walter Albini e Gianni Versace e si occupò della distribuzione di marchi come Basile, Callaghan, Complice, Issey Miyake. Era il 1978: è da lì che nacque tutto.
“La moda in Italia c’era, ma era legata soprattutto alle fiere, era più commerciale” afferma Carlo. “Verso la metà degli anni Settanta si diffonde invece l’idea del design, e da lì inizia l’ondata che ha travolto la moda italiana e che l’ha resa fino ad oggi un’eccellenza internazionale. Io mi sono ritrovato in quell’ondata”. I primi incarichi importanti li assume per Carpisa ad inizio anni 80, mentre si occupa della direzione artistica di Zamasport spa e Romeo Gigli. Ma la vera svolta arriva nel 1986, quando fonda insieme al fratello Ennio Costume National: “Una volta una giornalista del New York Times dedicò una pagina a mio fratello dicendo che aveva influenzato la moda degli anni ’90 come Armani fece per gli ‘80”. Una spinta che portò nel loro modesto negozietto celebrities da tutto il mondo.
Oggi la sua casa di moda veste star internazionali come Mick Jagger, Jovanotti, Carla Bruni e le sue boutique sono in tutto il mondo. Carlo ricopre il ruolo di presidente della Camera della Moda e si impegna a promuovere la nostra eccellenza nel mondo: “Il 70% della produzione di alto livello nel settore della moda viene fatto in Italia: la nostra manifattura, come il terziario, sono importanti e vanno valorizzati” afferma Capasa, che durante l’intervista ha parlato anche di temi attuali come quello della sostenibilità e di curiosi aneddoti relativi alla sua storia.
È possibile rivedere tutte le puntate del Cenacolo Artom accedendo a questo link.
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