Certe volte il numero perfetto non è due, ma tre. O almeno, questo è il caso dell’amministratore delegato di Unity Software, John Riccitiello, che, secondo le stime di Forbes, è diventato l’ultimo miliardario del settore dei videogiochi, grazie alla crescita delle azioni della sua società. Il tutto appena otto anni dopo la sua uscita spettacolare dal colosso dei videogiochi Electronic Arts.
Dal 2014 Riccitiello è il ceo di Unity, produttore di software per videogiochi di San Francisco, i cui prodotti sono stati utilizzati per creare successi come Pokemon Go, Among Us e Overcooked. Il 63enne Riccitiello ora ha un patrimonio di 1,4 miliardi di dollari, in gran parte dovuto all’ascesa del valore delle azioni Unity, più che triplicato rispetto all’offerta pubblica iniziale del settembre 2020. Riccitiello ha 3,5 milioni di azioni Unity. Ha anche opzioni che gli permettono di acquistare quasi 2,8 milioni di azioni in più e ha accumulato circa 215 milioni di dollari (al netto delle tasse) da vendite di azioni Unity ed Ea in passato.
La fortuna di Riccitiello ha ricevuto un’ulteriore spinta la scorsa settimana, con l’annuncio della più grande acquisizione di Unity fino a oggi: la divisione tecnologica di Weta Digital, lo studio di effetti visivi cofondato dal regista della trilogia del Signore degli Anelli, Peter Jackson, per il quale Unity sta pagando 1,625 miliardi di dollari in contanti e azioni. Le azioni di Unity sono aumentate del 15% e sono arrivate a 197,55 dollari dopo la notizia dell’accordo, che ha anche fatto diventare Jackson miliardario. Anche l’islandese David Helgason, che ha cofondato Unity nel 2004 e si è dimesso da ceo nell’ottobre 2014 per fare spazio a Riccitiello, è miliardario, così come lo è il tedesco Joachim “Joe” Ante, cofondatore e cto.
Per capire il successo di Riccitiello in Unity è necessario tornare ai suoi inizi in Ea, una delle più grandi società di videogiochi al mondo. Dopo essersi laureato all’università Berkeley, in California, nel 1981 e aver trascorso quasi due decenni in una serie di aziende di beni di consumo, tra cui Clorox, PepsiCo e Sara Lee, Riccitiello, originario della Pennsylvania, è entrato in Ea come presidente e ceo nel 1997.
Riccitiello ha guidato l’azienda attraverso un periodo di forte crescita, caratterizzato dalla sperimentazione di nuove tecnologie per console e giochi di grande popolarità come Madden e Fifa, prima di lasciare Ea nel 2004 per lanciare la propria impresa: la società di private equity Elevation Partners, che ha cofondato insieme all’investitore del settore tech Roger McNamee e alla rockstar Bono. Riccitiello guidava la divisione videogiochi. (Elevation Partners è un ex investitore in Forbes Media Llc.)
Quando è tornato in Ea nel 2007 come ceo, Riccitiello si è subito reso conto del profondo cambiamento che stava attraversando il settore grazie all’avvento dei giochi digitali. Nonostante i numerosi tentativi di evolversi ed entrare nel mondo dei giochi per dispositivi mobili, combinate con misure drastiche di riduzione dei costi, il titolo Ea non si è mai ripreso dal crollo del mercato del 2008. Le azioni hanno perso quasi due terzi del loro valore durante il mandato di sei anni di Riccitiello in Ea, che si è concluso con le sue dimissioni nel marzo 2013.
In una lettera ai dipendenti, Riccitiello si dichiarò “responsabile al 100%” per i risultati deludenti nel suo ultimo trimestre al timone, ma sostenne anche che Ea “non era mai stata in una posizione migliore come azienda”. Anche se non tutti sono concordi sull’eredità lasciata da Riccitiello, gli esperti (per la maggior parte) sembrano essere d’accordo. “Penso che gli unici errori di Riccitiello siano state le sue costose acquisizioni”, disse nel 2013 Michael Pachter, analista di Wedbush Securities, ”ma anche queste hanno prodotto un solido business nei settori mobile e social e un paio di franchising in buona salute”.
Un anno dopo Riccitiello ha preso il timone di Unity, il cui motore di gioco multipiattaforma era diventato popolare tra gli studios indipendenti arrivando, secondo la società, a raggiungere fino a 600mila sviluppatori ogni mese. I successi creati con il software Unity, da quando Riccitiello è diventato ceo, includono il fenomeno virale Pokemon Go. Unity ha anche integrato i suoi prodotti nei contenuti per Oculus, di proprietà di Facebook. Prima di quotarsi, nel settembre 2020, Unity aveva raccolto 718 milioni di dollari, secondo Crunchbase, con una valutazione di sei miliardi di dollari. Quel numero è più che raddoppiato quando l’offerta pubblica di Unity ha raccolto ulteriori 1,3 miliardi, portando il suo valore di mercato a 13,7 miliardi.
Anche se ha subito robuste perdite (non è mai stata in attivo e ha perso 282 milioni di dollari nel 2020, a fronte di un fatturato di 772 milioni), Unity ha comunque registrato una forte crescita delle vendite e un aumento dei prezzi delle azioni grazie al crescente interesse per i giochi per dispositivi mobili e la realtà virtuale. Ha superato le aspettative di Wall Street e ha riportato ricavi per 286 milioni di dollari per il terzo trimestre 2021, con un aumento del 43% rispetto allo stesso periodo del 2020. Unity afferma sul suo sito web che il suo software è stato utilizzato per realizzare il 71% dei primi mille giochi per dispositivi mobili e, in generale, il 50% dei giochi su dispositivi mobili, pc e console nel 2020.
Riccitiello ha condotto una campagna aggressiva per mantenere Unity in prima linea nell’innovazione, come dimostra la sua recente serie di acquisizioni, tra cui quelle di RestAR, una società di deep learning e visione artificiale, e Pixyz, un software di preparazione e ottimizzazione 3D. Riccitiello sostiene che l’acquisizione di Weta Digital aiuterà Unity nel suo progetto di costruire un metaverso, facendo riferimento al termine tanto in voga quanto vago per intendere un mondo digitale in cui le persone possono interagire come avatar.
“Quello che vogliamo provare a fare è rendere il 14enne medio in grado di fare ciò che ha fatto Peter Jackson creando Gollum e inserire quel personaggio nel metaverso”, ha detto Riccitiello al Wall Street Journal a proposito dell’accordo.
Ma i giorni di Riccitiello a Unity non sono sempre stati rose e fiori. Nel 2019 è stato citato in giudizio dall’ex vicepresidente addetto all’acquisizione di talenti, Anne Evans, che ha sostenuto che il ceo, insieme ad altri uomini del management di Unity, ha fatto commenti espliciti di natura sessuale sulle dipendenti di sesso femminile e ha avuto relazioni con loro. Evans ha anche affermato che Riccitiello ha fatto delle proposte sessuali a lei e a due delle sue sottoposte.
Evans ha affermato che alla fine è stata licenziata come ritorsione per aver segnalato le accuse di molestie sessuali. Unity lo ha negato e ha invece descritto la sua uscita dall’azienda come il risultato di “gravi episodi di cattiva condotta” emersi in una “indagine di terze parti”. La società ha anche negato le accuse contro Riccitiello e altri membri della direzione di Unity, affermando che lo stesso si “sarebbe difeso con veemenza dalle false accuse”. Il procedimento è ancora in corso in un tribunale della California.
I documenti Sec (Securities and exchange commission, l’ente federale statunitense che vigila sulla Borsa) di Unity affermano che la fidanzata di Riccitiello, che secondo un portavoce sarebbe l’ex chief people officer dell’azienda, Elizabeth Brown, possedeva circa 1,4 milioni di opzioni l’anno scorso, ma le ha esercitate e vendute regolarmente. Attualmente Brown possiede circa 477mila opzioni per un valore di circa 93 milioni di dollari. Evans ha affermato nella sua causa che Brown e Riccitiello avevano una relazione di natura sessuale dal 2016, quando Brown era ancora un dipendente dell’azienda (ha lasciato Unity nel novembre 2019).
Riccitiello ha rifiutato di rilasciare un’intervista per questo articolo.
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