In un’Italia dove i giovani faticano a emergere, c’è un’azienda guidata da un ceo poco più che trentenne che ha istituito un board ombra composto dai ragazzi più brillanti in organico. E che ha una sua influenza perfino sulle decisioni in consiglio d’amministrazione. Stiamo parlando del gruppo del fashion Miroglio, con sede ad Alba, 9 marchi d’abbigliamento in portafoglio e una rete composta da 900 punti vendita. Il suo ceo è Alberto Racca, laureato alla London School of Economics, un Mba alla London Business School e una passato nella società di consulenza McKinsey, dove era specializzato in piani di acquisizione, investimento e turnaround aziendali.
Un modo per avere idee non convenzionali e più concrete
È entrato in Miroglio nel 2018 con la carica di group strategy&transformation director, per poi diventare amministratore delegato nel 2019. Ha assunto la carica con il mandato di rilanciare il gruppo, compito peraltro complicato dalle restrizioni della pandemia che hanno colpito tutto il settore retail. La sua ricetta per Miroglio, dunque, è stata l’investimento su digitale ed e-commerce, ma anche la valorizzazione dei talenti. L’istituzione del suo board ombra è un esempio concreto del suo stile di gestione.
“Durante il lockdown ci stavamo confrontando a livello di top management su metodologie alternative di vendita nei nostri negozi”, spiega Racca. “L’idea era di massimizzare le vendite partendo dal rapporto con il cliente. Durante la riunione sono emerse proposte corrette, ma erano tutti spunti già visti da altri competitor”. Da qui l’intuizione di Racca di coinvolgere le menti più giovani e brillanti in azienda per raccogliere nuove idee: “Il loro punto di vista differente del retail ci ha permesso di far emergere spunti che avevano due caratteristiche: erano meno convenzionali e anche più concreti. Per esempio, l’idea di creare una regia unica per potenziare l’uso di Google My Business (un servizio gratuito di promozione delle attività commerciali offerto da Google, ndr) in tutti i 900 punti vendita è nata lì, mentre prima tutto era lasciato alla discrezione del singolo negozio e qualcuno non lo usava proprio”.
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Ognuno può portare la sua proposta al top management
Quell’esperienza positiva portò Racca a istituire un organo permanente di dodici persone, con diversi ruoli in azienda e con un’età media intorno ai 30 anni. Il board ombra ora si riunisce ogni volta che c’è il consiglio d’amministrazione, il quale di volta in volta comunica un argomento su cui focalizzare la discussione. Tra le proposte emerse dal board ombra c’è anche Mind at work, iniziativa grazie alla quale tutte le persone in azienda possono candidare un’idea. Se questa riesce a convincere il top management, allora l’azienda creerà un team dedicato, metterà a disposizione degli spazi e un mentore per sviluppare il progetto. “Ne scegliamo tre a trimestre”, dice l’ad, “gli assi di valutazione sono, da un lato, quanto è innovativa l’idea e, dall’altra, quanto è realizzabile”.
In arrivo un piano per obiettivi declinato per ciascun ruolo
Il disegno complessivo, dicono in azienda, è favorire l’affermazione delle persone più brillanti, di qualsiasi età e ruolo esse siano, e così spingere un processo di innovazione che coinvolga tutti. Un cambio di paradigma che si sostanzia anche in altre iniziative, come la possibilità di prenotare venti minuti per parlare con l’ad o un piano di formazione dedicato per tutti i dipendenti in azienda. Ma le novità non sono finite. Racca intende portare avanti un modo nuovo di valutare il lavoro: “Quest’anno creeremo un piano di obiettivi e feedback che varrà per tutti in azienda. Ognuno, in base al suo ruolo, avrà degli obiettivi declinati a livello di business unit e un feedback continuo, per favorire la crescita e il miglioramento personale. L’idea è creare un’organizzazione che lavora per obiettivi e non più per semplice adempimento di compiti routinari”.
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