L’inizio della storia ha un sapore di Silicon Valley: un garage, un ingegnere neolaureato e un’idea sviluppata assieme a un gruppo di amici. Il garage, però, si trovava in Irpinia, e l’azienda nata lì dentro non si occupa di computer, ma di ispezioni, controlli, diagnostica e certificazioni per i settori infrastrutture, ambiente e sicurezza. Per più di 25 anni si è chiamata Dimms, finché, nel 2018, la francese Socotec – un gigante da 10mila dipendenti e 200mila clienti, nato 70 anni fa e presente oggi in 23 paesi – l’ha incorporata e l’ha trasformata nella sua filiale italiana.
“Le persone con cui sono partito sono ancora al mio fianco”, racconta Massimo De Iasi, fondatore e presidente dell’azienda, che oggi si chiama Socotec Italia e nel 2021 è arrivata a superare i 30 milioni di euro di fatturato. “Quel gruppo ristretto metteva assieme tutte le sfumature e gli elementi necessari per costruire un’impresa di successo. Ed è qualcosa che rivedo nella squadra di oggi, che nel frattempo si è allargata a più di 600 dipendenti, tra cui geologi, ingegneri, chimici e tecnici”.
Lo sci come ispirazione
E se il giro d’affari si è allargato dal 1992 a oggi, secondo De Iasi è soprattutto per merito della spinta all’innovazione tecnologica. “Sono un cultore dello sci: uno sport in cui le gare si giocano sui centesimi e a vincere, in genere, è l’atleta capace di spingersi oltre, di avvicinare il limite più di tutti gli altri”, dice. “Sono convinto che anche nell’industria questa sia la ricetta per anticipare la concorrenza e districarsi in un mercato come quello italiano, che presenta sfide uniche per chi opera nel nostro settore”. A partire da quelle poste dalla conservazione del più grande patrimonio artistico del mondo. “Le nostre città sono piene di bellezze storiche, a cui è legato un flusso turistico fondamentale per la nostra economia. Oggi sono chiamate però a restare al passo con il resto del mondo in fatto di rinnovamento e di sicurezza”.
Proprio la maggiore attenzione alla sicurezza è, secondo De Iasi, la novità più importante degli ultimi anni in materia di infrastrutture. Una sensibilità nata, in molti, dopo il 14 agosto 2018, giorno del crollo del ponte Morandi di Genova. “Da quel giorno, per chi opera nel nostro settore, è cambiato tutto. Anche il resto del mondo si è reso conto dell’importanza di un tema su cui noi insistevamo da tempo: il controllo e la manutenzione. Proprio la carenza di queste attività, assieme all’invecchiamento dei materiali, è uno dei motivi per cui, da alcuni decenni, il degrado delle infrastrutture sta accelerando”.
Socotec e il ponte di Genova
Dopo il crollo, Socotec fu contattata per prendere parte alla demolizione dei resti del ponte. In seguito è stata coinvolta nella costruzione, nel collaudo e nel monitoraggio del nuovo Viadotto Genova San Giorgio, inaugurato nell’agosto 2020. “Il mio auspicio è che la nuova attenzione alla sicurezza e alla manutenzione sia duratura, e che non si tratti soltanto di un fenomeno temporaneo, figlio di una tragedia”, afferma De Iasi. “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) rappresenterà un bacino di investimenti nel nostro settore e la sicurezza dovrà essere uno dei fari: solo attraverso il controllo, le ispezioni e il monitoraggio costante si può arrivare alla diagnosi del rischio e ad azzerare il pericolo che altri eventi gravi possano accadere”.
Nel frattempo, Socotec continua a lavorare per allargarsi in Italia. Nel 2021 ha aperto una nuova sede proprio a Genova e ha acquisito l’abruzzese Tecnolab, una società nata nel 1993 come laboratorio di prova ed ente di certificazione per materiali da costruzione, prodotti e progetti. “A imporci di crescere, del resto, sono le tante richieste che riceviamo dal mercato”, dice De Iasi. “La nostra strategia è quella di acquisire aziende nel nostro ambito di servizi e settori affini. Immaginiamo, per il periodo 2022-24, un percorso con circa tre-quattro acquisizioni all’anno. Questa espansione dovrà essere incentrata sulle persone, ed è per questo che abbiamo avviato una campagna di assunzione di esperti. E l’altro cardine della crescita sarà la sostenibilità”. Su questo fronte, Socotec Italia è stata inserita da Crédit Suisse e Kon Group tra le 100 eccellenze italiane.
Il progetto Iter
Sempre all’innovazione e alla sostenibilità è legata anche un’altra iniziativa a cui la società ha preso parte nel 2021: il progetto Iter (international thermonuclear experimental reactor), che punta a realizzare la più grande macchina per la fusione nucleare al mondo a Cadarache, nella Francia meridionale. L’Italia è uno dei 35 paesi che collaborano per provare a produrre energia tramite lo stesso processo che avviene nelle stelle: un procedimento pulito che elimina anche, rispetto alla fissione utilizzata dagli attuali impianti atomici, il problema delle scorie radioattive. Un team di geofisici, ingegneri e tecnici di Socotec è incaricato di controllo sia sui terreni, sia sul reattore stesso e sui suoi componenti. “Siamo motivati dal desiderio di rispondere alla crescente domanda di energia pulita e di ridurre le emissioni di anidride carbonica”, spiega De Iasi. “Il progetto Iter è un passo decisivo per affrontare le sfide tecnologiche ed ecologiche del futuro. Noi vogliamo essere in prima linea”.
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