Strategia

6 consigli utili per migliorare il personal branding e rendere i profili social invitanti per i recruiter

I social media sono diventati importanti per chi si occupa di risorse umane, sia quando si cercano dei candidati passivi – chi cioè non si è proposto per una determinata posizione e sta lavorando altrove – che quando si vogliono verificare le caratteristiche di una persona che si è candidata. 

Ecco perché, per chi cerca lavoro, è importante gestire i propri canali social in ottica employer friendly, ossia pensare al fatto che non vanno considerati solo come strumenti personali, ma possono diventare anche un’occasione per farsi conoscere e trovare un impiego. E questo vale ancora di più quando non si sta cercando attivamente lavoro, ma si potrebbe tornare a farlo quanto prima.

Curare il proprio personal branding e la propria presenza online è fondamentale perché, volenti o nolenti, può condizionare l’esito di un colloquio o, ancor prima, far decidere a un recruiter se contattarti o meno. Ecco alcuni consigli per farlo al meglio.

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Fai una revisione costante dei tuoi profili

Quando ci siamo iscritti su Facebook o su Instagram, un po’ tutti lo abbiamo fatto per gioco. Volevamo provare ed è per questo che magari abbiamo pubblicato foto che non ci rispecchiano o che oggi non metteremmo mai. Immagini in costume, durante una cena, video di scherzi fatti agli amici e altro ancora.

Se la scelta è di utilizzare i social in maniera professionale, allora bisogna fare una scrematura importante di quello che si è pubblicato in passato. Cosa significa? Si può decidere di cancellare alcuni post o, se si preferisce, di lasciarli ma limitare la visualizzazione solo ad alcuni contatti. Si tratta di un escamotage che per esempio si può utilizzare sui post Facebook, ma anche sulle stories di Instagram e che si dovrebbe tenere a mente anche quando si pubblicano dei nuovi contenuti. Ma di che tipo di contenuti parliamo? Vediamolo nel prossimo punto. 

Fai una pianificazione editoriale

La pianificazione editoriale è qualcosa di cui si occupano di più le aziende sui propri canali social, ma riguarda sempre più anche i privati. Cosa significa fare una pianificazione editoriale? Vuol dire iniziare a riflettere sul motivo per cui si è su quel canale e su come utilizzarlo al meglio. Ragionare, cioè, sugli argomenti di cui si vuole parlare, sul pubblico che si vuole raggiungere e sul tipo di contenuti che si vuole pubblicare. Inoltre, un altro aspetto da non trascurare è la frequenza che diventa fondamentale non solo per dimostrare di essere davvero presenti su un canale, ma anche di avere delle skill legate ai social media. 

Facciamo un esempio: dire di essere esperti digital e di conoscere bene alcuni social e non aggiornarli da mesi e mesi, non depone a tuo favore. Di contro, invece, curare il proprio profilo fa capire che c’è un interesse reale per il mezzo, a prescindere da quello che si fa per lavoro.

La stessa cosa vale per i contenuti: LinkedIn da qualche tempo dà la possibilità di indicare sul proprio profilo con degli hashtag (parola preceduta dal #) gli argomenti di cui si parla sul social. 

Dopo averli inseriti – basta attivare la modalità creator – è bene dare seguito a quanto si dice pubblicando dei post in merito. Non tanto e non solo per dimostrare qualcosa ai possibili recruiter, ma anche per cercare di dare informazioni, notizie e spunti di riflessione a chi ti segue. 

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Scrivi i tuoi testi in modo corretto e rendili belli da vedere

In quasi tutte le job description, tra le skill richieste c’è l’attenzione ai dettagli ecco perché questa deve trasparire anche dai tuoi profili social. Presta quindi attenzione a come scrivi: no ai muri di testo, sì a “dare aria”. Cosa significa? Bisogna evitare di scrivere dei testi tutti attaccati, i cosiddetti monoblocchi, che tolgano il respiro a chi li legge. Piuttosto, mettere degli spazi, dare degli a capo che abbiano senso e progettare l’aspetto visivo del contenuto. In quest’ottica va anche l’utilizzo degli emoji – sì, anche su LinkedIn – o di font diversi, compresi i grassetti. Cosa che, per esempio, si può fare con alcuni tool come Coolsymbol e Yaytext.

Mostra i tuoi interessi

Va bene non essere autoreferenziali, ma mostrare i propri interessi e cosa si fa fuori dal lavoro può aiutare a mettere in risalto chi sei e la tua personalità. Se si fa volontariato, si organizzano eventi di beneficenza, raccolta fondi o si presta la propria voce per leggere dei testi a chi non può farlo, è bene comunicarlo con dei post, delle immagini, delle stories, dei reel (brevi video) e così via. Oppure commentando post di associazioni o aziende che operano in tal senso. Farlo su LinkedIn, per esempio, aiuta a far crescere la propria rete. E, visto che il social di solito notifica a persone che sono contatti di contatti, che hai scritto un commento, questo potrebbe aiutarti ad allargare i tuoi orizzonti e magari arrivare al recruiter di un’azienda che ti interessa. 

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Presta attenzione all’immagine del profilo

Si tratta di fare una buona prima impressione indipendentemente dal canale. L’immagine del profilo è una delle prime cose che un datore di lavoro vedrà. Pertanto è importante non tanto scegliere una foto in giacca e cravatta o tailleur, ma un’immagine che rappresenti la tua personalità e professionalità.

Oltre all’immagine profilo, social come LinkedIn, Facebook e Twitter danno la possibilità di avere una foto di copertina, di solito rettangolare. Si tratta di un’immagine che completa la foto profilo.

Cosa inserire nella foto copertina? Un’immagine di un testo che hai scritto, di un evento che hai organizzato, di un corso di formazione e così via. Se non ti ritrovi in nessuna di queste situazioni, puoi anche puntare su una grafica che sia la sintesi di alcune delle tue competenze o una frase che rappresenta il tuo motto. O ancora far emergere la tua “value proposition”, ossia il modo in cui lavori, i valori in cui credi, quello che hai da offrire. 

Cercati su Google

Social come LinkedIn e Twitter fanno sì che i tuoi contenuti siano indicizzabili. Prova a “googlarti” per vedere cosa viene fuori dal tuo nome e cognome sulla barra bianca del motore di ricerca. In fin dei conti, è quello che farà un recruiter quando riceverà il tuo Curriculum o avrà letto qualcosa di tuo (commento sui social, post eccetera). 

Se tra i primi risultati c’è il tuo sito personale e/o il profilo LinkedIn, è sicuramente un buon traguardo purché siano aggiornati. Altrimenti parti dalla ricerca su Google per sapere cosa aggiornare per primo. In questo modo curerai la tua presenza digitale al meglio per poter essere non solo trovato e riconosciuto per ciò che fai, ma anche per far crescere il tuo personal branding. 

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