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Tiger Woods è ufficialmente miliardario: è il terzo atleta al mondo

Lo zoppicare faticoso di Tiger Woods sulle Southern Hills, durante il Pga Championship del mese scorso, ci ha ricordato impietosamente quanto tempo sia passato da quando l’ex re del golf calcava i fairway del Masters 1997, quando conquistava per la prima volta la giacca verde riservata al vincitore. 

Trionfi, infortuni, scandali, fallimenti e ancora trionfi hanno riempito gli anni successivi. Eppure, il 46enne Woods è uno degli atleti che hanno guadagnato di più al mondo, intascando più di 1,7 miliardi di dollari tra stipendi, sponsorizzazioni e altre entrate nei suoi 27 anni di carriera: più di chiunque altro sia stato monitorato da Forbes in questo periodo.

Oggi Forbes stima che il suo patrimonio ammonti ad almeno un miliardo di dollari. Una cifra che lo rende uno degli appena tre atleti miliardari. Gli altri sono la superstar dell’Nba LeBron James, che ha sfruttato fama e fortuna acquisendo partecipazioni in diverse aziende, e Michael Jordan, che dopo il ritiro ha raggiunto le dieci cifre grazie a un investimento azzeccato negli Charlotte Hornets dell’Nba.

Woods ha raggiunto questa posizione privilegiata pur avendo rifiutato un’offerta “incredibilmente vantaggiosa” da parte del nuovo tour Liv Golf finanziato dall’Arabia Saudita. Un accordo che, secondo quanto dichiarato al Washington Post dall’amministratore delegato di Liv, Greg Norman, sarebbe stato “a nove cifre”.  

Eppure meno del 10% dei guadagni di Woods e del suo patrimonio provengono dai montepremi incassati con il golf. La maggior parte della sua fortuna deriva invece da grossi contratti di sponsorizzazione con più di una dozzina di brand, tra cui Gatorade, Monster Energy, TaylorMade, Rolex e Nike, con cui ha firmato nel 1996 e che rimane il suo sponsor principale.

“È arrivato al momento giusto nello sport giusto, essendo un atleta con un background eterogeneo e comunque accessibile”, dichiara Joe Favorito, veterano della consulenza sul business sportivo e docente alla Columbia. “I brand apprezzano il fatto di sponsorizzare qualcuno che è amato non soltanto dai fan tradizionali, ma anche da quelli occasionali”

Woods ha sfruttato il suo status e i suoi guadagni per allargarsi a molte altre iniziative imprenditoriali, tra cui un’azienda di progettazione e realizzazione di campi da golf (Tgr Design), una società di produzione di eventi dal vivo (Tgr Live) e un ristorante (The Woods). Attraverso Tgr Ventures, Woods ha acquistato partecipazioni in Full Swing, uno strumento di allenamento tecnologico per il golf, Heard, una startup di software per l’ospitalità, e PopStroke, un mini-golf di lusso con quattro campi in Florida e l’intenzione di aprirne un’altra mezza dozzina in tutto il Paese nel 2022. Woods è anche indicato come partner di una Spac annunciata a gennaio e ha investito, insieme al Tavistock Group del miliardario britannico Joe Lewis, al rivale in campo Ernie Els e a Justin Timberlake, in Nexus Luxury Collection, un gruppo di club e resort.

“È stato molto abile nell’acquisire parti di aziende e creare una propria attività, come nessun atleta prima di lui”, afferma il leggendario agente sportivo Leigh Steinberg, che pare essere stato la fonte di ispirazione per il personaggio di Tom Cruise in Jerry Maguire.

Steinberg sa di che cosa parla. Ricorda ancora di aver negoziato, nel 1975, il più grande contratto per un esordiente nella storia del football americano: un accordo che fece guadagnare al quarterback degli Atlanta Falcons, Steve Bartkowski, 600mila dollari in quattro anni. Anche considerando l’inflazione, sarebbero soltanto circa 800mila dollari all’anno nel 2022: meno di quanto hanno guadagnato decine di esordienti della Nfl l’anno scorso.

Cosa è cambiato, nel frattempo? Innanzitutto, il valore dello sport in diretta televisiva. In un mondo di streaming, quasi nessun altro programma è ancora in grado di generare con costanza un’audience enorme. Nel 2011, 51 delle 100 trasmissioni più viste dell’anno erano eventi sportivi. L’anno scorso, erano invece 95 su 100. Gli importi dei contratti televisivi sono cresciuti, facendo aumentare anche gli stipendi dei giocatori o, nel caso del golf, i premi in denaro dei tornei. Nel corso dei suoi quattro decenni di carriera, iniziata a livello professionistico nel 1961, Jack Nicklaus ha guadagnato 5,7 milioni di dollari (meno di 40 milioni in dollari attuali): meno di un terzo dei profitti accumulati da Woods in 27 anni, al netto dell’inflazione.

L’impatto di Woods sugli ascolti televisivi e sui premi in denaro del golf è stato sicuramente decisivo. Nei primi anni 2000, secondo l’ex presidente della Cbs Neal Pilson, gli ascolti televisivi scendevano del 30-50% quando Woods non partecipava a un torneo. Questo “effetto Tiger” ha contribuito a far quasi triplicare le vincite del Pga Tour tra il 1996 e il 2008, periodo in cui Woods ha vinto 14 major (l’equivalente dei tornei del Grande slam nel tennis). Oggi Woods è ancora un giocatore di grande richiamo, anche se in misura minore.

“Tiger ha cambiato tutto”, ha affermato Phil Mickelson, vincitore di sei major, in un’intervista del 2014. “È stato lui a spingere e guidare il fenomeno, perché ha favorito un aumento degli ascolti, degli sponsor, dell’interesse. Tutti noi ne abbiamo beneficiato”.

All’apice della sua carriera, Woods è stato il più prolifico testimonial sportivo della storia, guadagnando oltre cento milioni di dollari all’anno fuori dal campo. Ha occupato il primo posto nella classifica degli atleti più pagati di Forbes per dieci anni consecutivi, fino al 2012. Nemmeno la sua drammatica caduta in disgrazia dopo l’incidente automobilistico nel Giorno del Ringraziamento del 2009 ha fatto deragliare il suo potere di guadagno. Negli ultimi 12 mesi, nonostante non abbia quasi mai giocato per i postumi di un altro grave incidente d’auto, Woods ha incassato 68 milioni di dollari in entrate extra-campo, sufficienti a renderlo il 14esimo atleta più pagato al mondo. 

Vedere Tiger Woods lottare contro il dolore ha scatenato un nuovo tipo di Tiger mania: fan e sponsor lo sostengono nuovamente, ora che ricopre il ruolo di coraggioso sopravvissuto piuttosto che di invincibile conquistatore. La ricchezza di Woods è assicurata a prescindere dal fatto che torni o meno a brandire una mazza da golf. Eppure si è già impegnato a giocare l’Open Championship di quest’estate a St. Andrews e non ha escluso la sua partecipazione allo Us Open di questo mese, pur essendosi ritirato dal giro finale del Pga Championship a causa di dolori alle gambe e alla schiena, dopo gli interventi chirurgici subiti. 

“All’inizio era un modello di comportamento pulito, qualcuno che incarnava il sogno americano”, osserva Steinberg. “In un certo senso, i problemi ne hanno soltanto accresciuto il profilo”.

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