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Lifestyle

Da motori ibridi a materiali eco-friendly: l’impegno di Azimut Benetti per una nautica sostenibile

Articolo tratto dal numero di agosto 2022 di Forbes Italia. Abbonati!

Si può parlare di sostenibilità senza scadere in frasi fatte? Giovanna Vitelli, vicepresidente di Azimut | Benetti Group, è consapevole che a parlarne si può peccare di faciloneria. Tanto vale, allora, essere diretti e sviscerarne sia gli elementi virtuosi, come il minore impatto ambientale generato, sia quelli critici, come il maggiore costo della tecnologia.

“Sono 17 anni che in Azimut|Benetti investiamo in tecniche sostenibili, quindi abbiamo iniziato, per così dire, in tempi non sospetti. Oggi il contenimento delle emissioni prodotte dalla nostra linea low emission yachts va dal 20 al 30%. E avviene attraverso una serie di elementi che interagiscono tra loro, creando un mix virtuoso: parliamo di carene altamente idrodinamiche, utilizzo del carbonio per le sovrastrutture, e propulsioni ibride di ultima generazione”, dice la figlia di Paolo Vitelli, fondatore e presidente del gruppo nautico piemontese.

Spazio e consumi ridotti per Azimut | Benetti

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Benetti Oasis 40M MY Rebeca

L’ottimizzazione delle forme di carena è “una costante della nostra azienda fin dalla nascita. Internamente i nostri idrodinamici stanno progressivamente crescendo come carenisti; inoltre, stanno acquisendo sempre più bagaglio tecnico sulle simulazioni più avanzate e non convenzionali, come ad esempio l’analisi di comportamenti in virata e di tenuta al mare”.

Secondo paradigma: il carbonio. Fibra leggera, resistente e performante, viene utilizzato per disegnare sovrastrutture più voluminose di quelle create con materiali tradizionali, ma al contempo più aerodinamiche, offrendo così maggiore spazio a bordo, e diminuendo il peso complessivo dell’imbarcazione.

Il che si traduce in minori consumi. Certo, non si può esagerare. Il costo della laminazione del carbonio è superiore del 40% rispetto alla vetroresina: un uso non graduale, che prescinde da reali necessità
progettuali, finirebbe per far ammarare l’intero progetto, facendone lievitare i costi. C’è poi il capitolo propulsioni, che negli ultimi anni ha aperto nuove faglie nelle strategie produttive dei costruttori di yacht.
Nonostante i numerosi annunci, al momento la scelta più concreta resta la motorizzazione ibrida, un compromesso talvolta al rialzo, altre volte al ribasso, tra il presente corroborato a carburante e il futuro alimentato dall’elettrico.

“Nato con l’automotive, nel mondo dell’ibrido ora siamo protagonisti anche noi costruttori navali. Nel 2005, in tempi in cui la moda della sostenibilità era lontana, abbiamo varato Ambrosia, il primo Benetti di 65 metri, che combinava la propulsione diesel con quella elettrica.

Poi nel 2010 è stata la volta del nostro Azimut Magellano 50 che affinava, automatizzandolo, lo switch fra le due alimentazioni. Nel mezzo tanti altri progetti. Correndo veloci lungo la linea dei traguardi aziendali green, ci siamo ritrovati all’inaugurazione del Benetti B.Yond 37 M, il modello più verde della sua categoria, dotato di un sistema di propulsione diesel-elettrico realizzato con Siemens Energy”.

Quattro modalità di utilizzo

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B.YOND 37M

La collaborazione con la multinazionale tedesca è nata per perseguire un obiettivo: offrire una propulsione ibrida a un target più ampio di clientela, garantendo una migliore riduzione dei consumi durante l’intero ciclo di vita dell’imbarcazione mediante la scelta di quattro modalità diverse di utilizzo.

Dall’Enhanced Comfort, ideale per la crociera notturna e in costa, all’Eco Cruise/hotel mode, che fa navigare o sostare in rada a emissioni zero. Dall’Extendend Range, opzione utile per trasferimenti molto lunghi, all’Eco Transfer, che consente allo yacht di navigare con un solo motore ma facendo lavorare entrambi gli assi, a vantaggio della riduzione delle ore motore e di un rendimento migliore.

Il risultato finale è uno yacht che può accedere in aree marine protette e ormeggiare in porti normalmente inaccessibili a imbarcazioni dotate di sistemi di propulsione tradizionali. La tecnologia da sola però non basta. Serve anche il suo utilizzo virtuoso per permettere al Benetti B.Yond 37 M di tagliare fino al 20% delle sue emissioni inquinanti rispetto a un prodotto simile. Si tratta di una cifra importante il cui conseguimento si traduce per il cliente in un premium price notevole.

Materiali e tessuti sostenibili

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Benetti OASIS 40M

Metà delle nove unità già vendute del B.Yond 37 M hanno infatti un prezzo più alto del 10% di quello messo a listino per le costruzioni tradizionali. “Quando un armatore sceglie di spendere i suoi soldi in un determinato modo, in questo caso investendoli in uno yacht green, significa che stiamo assistendo a un reale cambio di mentalità”. Anche i materiali scelti per gli interni si possono rivelare un ottimo alleato per la sostenibilità. Così come la concorrenza diretta del made in Italy nautico, Ferretti e Sanlorenzo, anche Azimut|Benetti ha fatto precise scelte su materiali e tessuti di bordo.

Alcune sono già in parte operative: l’uso di legni da foreste certificate Forest Stewardship Council, la realizzazione di alcuni arredi con materiali second life, la collaborazione con enti di ricerca e università per il riciclo del carbonio a fine vita. Altre, come l’eliminazione del poco sostenibile teak, lo sviluppo di resine a matrice riciclabile, l’utilizzo in larga scala dalla stampa 3d e di materiali termoplastici riciclati, sono ancora da definire e si affidano alla progressione della ricerca tecnologica.

Numeri in crescita per Azimut | Benetti

Nel frattempo, complice la pandemia, che ha provocato un’impennata della domanda di yacht, barche a vela e gozzi, negli ultimi due anni il mercato ha performato sopra la media. Gli effetti positivi si sono registrati anche per Azimut|Benetti, il cui portafoglio ordini nel 2022 ha superato per la prima volta i 2,5 miliardi di euro.

A questo risultato, spiega Vitelli, hanno contribuito entrambi i marchi con la loro gamma di prodotti, oltre 45 modelli tra yacht e superyacht, e le ultime novità messe in acqua: Grande Trideck 38M, la nuova ammiraglia Azimut e prima imbarcazione a tre ponti con quattro terrazze a cascata sul mare, Oasis 40M, vincitore ai World Superyacht Awards del 2021, e B.Now 50M per Benetti.

I 50 armatori che sono entrati in possesso di questi tre gioielli provengono perlopiù da America ed Europa. “I clienti russi rappresentano l’8% del nostro fatturato: non mi risulta che qualcuno di loro sia nella black list internazionale. Se però la situazione attuale permarrà, vorrà dire che potremo dimenticarci quel mercato almeno per i prossimi due-tre anni, a voler essere positivi. Non avremmo comunque difficoltà a ricollocare”.

Il riferimento è al mercato americano, che da solo pesa per il 40% sul fatturato. Numero che sarebbe persino più alto, se non fosse per la strategia di Azimut|Benetti di calmierare le commesse provenienti da ovest a favore di una diversificazione sui mercati orientali. Come quello del Golfo, che nei prossimi anni sarà trainato dall’occidentalizzazione a cui sta andando incontro l’Arabia Saudita.

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