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Come l’affare Twitter sta danneggiando il mito di Elon Musk (e le azioni di Tesla)

Questo articolo è apparso su Forbes.com

Tagli massicci dei posti di lavoro, dimissioni dei dipendenti e fughe degli inserzionisti: sono questi gli elementi che hanno contrassegnato il primo mese da proprietario di Twitter di Elon Musk. Non si sa se questa sua ristrutturazione a colpi di machete salverà o darà il colpo di grazia a Twitter, ma sicuramente quest’acquisto sta avendo un impatto sulla società più importante di Musk e sulla fonte di gran parte della sua ricchezza: Tesla. A seguito del crollo delle azioni della società produttrice di auto elettriche, gli analisti stanno mettendo in discussione lo status quasi mitologico di Musk considerato  l’imprenditore tecnologico più importante al mondo.

“Notiamo sicuramente delle crepe. Tutti si chiedono: Sa cosa sta facendo? I fedelissimi sostengono: ‘Dategli ancora qualche mese. Vedrete. Riuscirà a risollevare Twitter’”, dichiara Olaf Sakkers, general partner di RedBlue Capital, che investe in startup nel settore della mobilità. “Credo che molte persone stiano iniziando a dubitarne. E quelle crepe sono un rischio perché le crepe possono allargarsi”.

I rischi per Musk

Le sue opinioni discutibili e le sue recenti iniziative lo hanno trasformato in uno zimbello per i conduttori televisivi Stephen Colbert, Jimmy Kimmel e John Oliver, che hanno relegato Musk in un elenco di personaggi divisivi che include Donald Trump, Marjorie Taylor Greene, Alex Jones e Kanye West. Allo stesso tempo, Musk ha utilizzato Twitter per prendere in giro o scagliarsi contro politici, soprattutto democratici, tra cui il presidente Joe Biden, la parlamentare Alexandria Ocasio-Cortez e il senatore Ed Markey, solo per divertirsi. Ma la reazione di Markey ha evidenziato il motivo per cui questa non sarebbe stata la mossa più saggia.

“Una delle vostre società è sottoposta a un decreto di autorizzazione della Commissione Federale per il Commercio. La Nhtsa, l’ente di vigilanza sulla sicurezza delle autovetture, sta indagando su un’altra società per aver questa provocato la morte di diverse persone. E tu stai passando il tempo a litigare online”, ha twittato Markey. “Sistema le tue aziende. O lo farà il Congresso”.

Come è nato “il mito Musk”

Ciò appare in netto contrasto rispetto a quanto affermato dallo scrittore Ashlee Vance nel suo libro del 2017 Elon Musk: Tesla, SpaceX, and the Quest for a Fantastic Future, secondo cui “la reattività di Musk nell’affrontare sfide impossibili lo ha trasformato in una divinità nella Silicon Valley”. Il libro celebrava il notevole successo di Musk nel mantenere in vita Tesla per innescare una rivoluzione dell’auto elettrica che da allora si è diffusa in tutto il settore automobilistico mondiale e il suo altrettanto incredibile successo nel trasformare SpaceX nella più importante azienda privata di razzi al mondo.

Sono stati questi incredibili successi a convincere molti investitori e fan di Tesla che Musk non fosse un imprenditore normale e che le sue società fossero guidate da una missione precisa, quella di porre fine alla dipendenza del mondo dal petrolio e persino di colonizzare Marte. La crescita di Tesla e l’ampliamento della gamma di veicoli elettrici hanno spinto oltre misura la valutazione della società e il rapporto prezzi/utili e ben oltre gli stessi valori delle case automobilistiche tradizionali, con un valore superiore a 1.300 volte gli utili, ben prima che diventasse stabilmente redditizia. Attualmente la società è tornata con i piedi per terra con un rapporto di circa 51 volte gli utili comunque superiore ai rapporti tra prezzi ed utili di General Motors e Ford, che sono pari a circa sei volte gli utili. Tesla rimane la casa automobilistica di maggior valore al mondo con 530 miliardi di dollari, in calo rispetto agli oltre 1.000 miliardi dell’ottobre 2021.

I fallimenti del miliardario

Ma il biografo di Musk non aveva previsto i suoi fallimenti: Il travagliato acquisto da parte di Tesla della SolarCity di Musk prima della potenziale bancarotta dell’azienda di energia solare; la sua incapacità di trasformare il concetto di Hyperloop, ispirato alla fantascienza, in qualcosa di più di tunnel per auto a corsia singola per traghettare a bassa velocità i turisti sotto il Las Vegas Convention Center. Anche i suoi inspiegabili tweet sull’idea di privatizzare Tesla nel 2018 e le sue sconsiderate invettive contro i lockdown per il Covid-19 al culmine della pandemia nel 2020 non hanno giovato alla sua reputazione. Allo stesso modo, la sua decisione di collocare il primo stabilimento europeo di Tesla, Giga Berlin, in una regione della Germania a rischio di carenza idrica prolungata che probabilmente limiterà la capacità produttiva della fabbrica multimiliardaria, a posteriori sembra poco assennata. Nel frattempo, il suo recente sostegno ai robot umanoidi Optimus che un giorno potrebbero lavorare negli stabilimenti Tesla sembra, come minimo, irrealistico.

E se sommiamo a tutto questo i suoi problemi con Twitter, ciò non ispira fiducia.
“Si tratta di un potenziale deterioramento del marchio per Musk e Tesla, mentre il circo di Twitter va avanti. È un bivio per Musk e Twitter”, ha dichiarato a Forbes Dan Ives, analista azionario di Wedbush Securities. “Se riuscisse in qualche modo a tagliare il 70% della forza lavoro di Twitter, a mantenere gli inserzionisti e a risollevare le sorti di questo disastro, la sua reputazione di genio della svolta verrebbe ulteriormente cementata. Tuttavia, i problemi in materia di pubbliche relazioni legati a Twitter e il modo in cui Musk ha gestito la situazione lasciano per il momento una macchia sul suo marchio e anche su quello di Tesla. Si tratta chiaramente di una zavorra per il titolo”.

I numeri di Tesla

Tesla, che costituisce il fattore principale che garantisce a Musk di essere la persona più ricca del mondo, ha visto il proprio valore di mercato scendere di 26 punti percentuali dal 28 ottobre, quando l’amministratore delegato sia della società di veicoli elettrici più importante al mondo che del colosso aerospaziale privato SpaceX ha completato l’acquisto di Twitter per 44 miliardi di dollari. Quest’anno il valore è sceso del 58% circa. In confronto, GM è salita dell’1% dal 28 ottobre e Ford ha guadagnato circa il 6%, anche se le azioni di entrambe le case automobilistiche quest’anno sono scese di circa un terzo.
Twitter non costituisce l’unica causa della recente fragilità delle azioni Tesla. La casa automobilistica dipende in particolar modo dalla Cina per gran parte della propria redditività e, come ha scritto l’analista azionario Jeffrey Osborne in una recente ricerca, “l’indebolimento dei dati macroeconomici in Cina sta causando una serie di timori su Tesla”, che sta abbassando i prezzi in quel Paese per stimolare la domanda locale.

Gli investitori stanno prendendo atto di queste fragilità. Per esempio, gli hedge fund “sembrano aver assunto un orientamento negativo sul titolo (Tesla)”, ha affermato Osborne, citando conversazioni con direttori finanziari. Sono “sempre più preoccupati per la perdita di concentrazione da parte dell’amministratore delegato Elon Musk in occasione dell’acquisizione di Twitter”.

Una vettura ancora per pochi

Musk ha fissato un obiettivo coraggioso per Tesla: aumentare entro il 2030 le vendite a 20 milioni di veicoli all’anno. Sembra una forzatura per una società che non ha ancora venduto 2 milioni di veicoli all’anno – ed è il doppio del volume annuale di colossi globali come Toyota e Volkswagen. Senza dubbio le vendite di automobili Tesla continueranno a crescere, anche se l’incapacità dell’azienda di offrire un veicolo elettrico a prezzi accessibili, con prezzi che partono da circa 30.000 dollari, costituisce un fattore limitante. Attualmente, un modello medio di Tesla viene venduto a 67.800 dollari negli Stati Uniti, secondo Kelley Blue Book.

Curiosamente, anche l’interesse dei consumatori statunitensi per l’acquisto delle Tesla è diminuito nel terzo trimestre del 2022, in base alle informazioni di Kelley Blue Book, segnando il primo calo di questo tipo per il brand. “L’interesse degli acquirenti per Tesla è crollato di trimestre in trimestre”, secondo il sito di vendita al dettaglio di auto. “Tesla è scesa dal quinto al sesto posto nella classifica dei marchi di lusso più acquistati, con una quota del 12% di tutti gli acquirenti del comparto del lusso che hanno preso in considerazione una Tesla – con un calo di 3 punti percentuali rispetto al secondo trimestre del 2022 e, in particolare, la più grande perdita da un trimestre all’altro per qualsiasi marchio del lusso”.

Tale calo di interesse dei consumatori potrebbe costituire un’anomalia ed essere destinato migliorare nei mesi restanti dell’anno. Ma potrebbe anche riflettere il fatto che società come General Motors, Ford, Hyundai, Kia, Audi, BMW, Mercedes-Benz, Rivian, Lucid e molte altre stiano introducendo sul mercato nuovi veicoli elettrici accattivanti che competono direttamente con Tesla – e in alcuni casi offrono caratteristiche o prezzi più interessanti.

“Musk perderà metà del patrimonio”

È anche ragionevole sospettare che dal momento in cui l’immagine pubblica di Musk peggiora di continuo a causa della sua gestione di Twitter nonché della sua propensione a esprimere opinioni politiche di parte, tale immagine ponga un rischio reale per il marchio Tesla, di cui è diventato sinonimo.

“Ritengo che stiamo assistendo al disfacimento, non di una società ma di una persona”, ha dichiarato Scott Galloway, podcaster e professore di marketing alla Stern School of Business della New York University, in una recente intervista alla CNN. “Ogni sua mossa assurdamente crudele, insensata e irrazionale viene in qualche modo vista come una partita a scacchi, non a dama, semplicemente non siamo a conoscenza del suo genio”. “Si tratta di una persona che ha dimostrato una totale mancanza di garbo, che non ha barriere intorno a sé e il cui patrimonio sarà probabilmente dimezzato”, ha proseguito Galloway. “Non si possono negare i suoi incredibili traguardi, ma ora sta gestendo tre diverse società. Quindi ho riscontrato che l’idea che possa esistere un essere superiore non si avvererà mai”.

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