contributo a cura del dott. Massimiliano Sparacello, fondatore di Novamedis
In un contesto in cui la pandemia, negli ultimi due anni, ha messo sotto stress la nostra psiche, creando, nella maggior parte dei casi, infelicità e indifferenza verso il mondo che ci circonda, la medicina e la chirurgia estetica si stanno sempre più configurando come dei toccasana per il nostro benessere psicofisico.
Infatti, se a causa del lockdown imposto tra marzo e aprile del 2020, abbiamo assistito a un afflusso di pazienti per consultazioni virtuali, contestualmente, quando a giugno c’è stata una ripresa dei servizi medici elettivi di persone, si è potuta evidenziare una crescita esponenziale della domanda, giustificata probabilmente dall’uso sempre più massimo, da parte delle persone, dei social media e delle piattaforme video per ogni aspetto della propria vita: dalla ‘socialità’ al lavoro. Condizione che ha inevitabilmente aumentato la priorità delle persone verso il proprio aspetto, come dimostra la crescente domanda di trattamenti e procedure relative al viso come Botox, filler per le labbra, peeling chimici e laser.
Dimostrazione lampante che la cura di se stessi e la ricerca della bellezza in ogni sua forma, oltre a essere un nostro diritto, ci ha permesso, nell’ultimo periodo, di combattere lo stress della vita quotidiana e di ciò che ci circonda.
I numeri della chirurgia estetica
Partendo dal presupposto che negli ultimi 40 anni è incredibilmente aumentata l’attenzione all’estetica dell’invecchiamento, in particolare sulle terapie cosmetiche antietà, proprio il mercato “antietà” sta per raggiungere i 271 miliardi di dollari entro il 2024. In particolare, si stima che solamente i prodotti antirughe raggiungeranno una quota di mercato di 12,8 miliardi di dollari entro il 2027.
Anche l’American Society of Plastic Surgeons ha notato la crescita dei tassi di interventi di chirurgia estetica dal 2000 al 2018. Nel dettaglio, gli interventi di mastoplastica sono aumentati del 48%, le procedure di addominoplastica sono aumentate del 107% e, in particolare, l’uso di iniezioni di Tossina Botulinica è aumentato dell’845%. Secondo questo rapporto, c’è stato un aumento complessivo del 163% del numero di procedure cosmetiche totali dal 2000 al 2018. Questi dati provengono da “the International Society of Aesthetic Plastic Surgery or ISAPS” che riporta un numero totale di procedure chirurgiche nel 2019 incrementate del 7.1% rispetto 2018 e del 20.6% rispetto al 2015.
Una crescita probabilmente dovuta anche al fatto che la pratica della medicina estetica, un tempo dominio riservato ai soli dermatologi e chirurghi plastici, è ora praticata da altri specialisti. In diversi sondaggi, infatti, è stato riferito che fino al 22% dei medici di famiglia stanno ora fornendo una qualche forma di medicina estetica nelle loro pratiche. Pertanto, questo fenomeno sta permeando tutti gli aspetti della moderna pratica sanitaria.
Non bisogna dimenticare, inoltre, che la terapia antietà è una pratica medica e, come in qualsiasi altro campo della medicina, è imperativo che gli organi di governo stabiliscano standard rigorosi di competenza, formazione e prerequisiti tecnici prima di consentire ai professionisti di somministrare queste terapie di propria iniziativa.
I falsi miti
Il compito dei veri specialisti del settore della medicina estetica è lavorare con professionalità per sfatare il mito che la medicina della chirurgia estetica faccia sembrare le persone “false”. La maggior parte dei nostri pazienti sta cercando di ripristinare il proprio aspetto per diversi motivi: magari a causa di infortuni o malattie, o semplicemente per migliorare un’area del corpo che, da sempre, gli procura ansia o tristezza.
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