Articolo tratto dall’allegato Small Giants del numero di marzo 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
Di Samuele Lazzero
Riso ed edilizia. Apparentemente una combinazione strana, inconsueta, avveniristica ma estremamente azzeccata. Avvenne così che, nell’ammirare le distese di riso del biellese, la ceo e cofondatrice di Ricehouse, Tiziana Monterisi, intuì la possibilità di coniugare gli scarti derivanti dalla produzione del riso con il mondo delle costruzioni, creando nuovi materiali naturali a impatto zero. Ricehouse è nata nel 2016 ed è una società benefit che vuole fare da tramite tra la valorizzazione della materia prima e l’applicazione concreta nel mondo edilizio, ponendosi come fine quello di promuovere un cambiamento responsabile.
Creare nuovi materiali direttamente dal riciclo degli scarti della lavorazione agricola
“Il nostro obiettivo principale è la commercializzazione di nuovi prodotti derivati dalla paglia di riso e dalla lolla”, interviene Monterisi. “Noi crediamo fermamente che la responsabilità ambientale, unita all’innovazione tecnologica, possa fornire un’alternativa valida alla crescente necessità di risorse primarie”. È fuor di dubbio che nel settore delle costruzioni vi siano consumi energetici ed emissioni di biossido di carbonio elevati e che, parimenti, la filiera risicola produca un alto tasso di inquinamento. Dopo aver valutato queste problematiche è sorta l’idea di creare nuovi materiali direttamente dal riciclo degli scarti della lavorazione agricola. Un ottimo esempio di economia circolare.
“Il nostro core business è lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti innovativi per le costruzioni, 100% naturali, che si dimostrino tuttavia anche portatori di un’elevata efficienza termica e acustica, di comfort abitativo, salubrità degli ambienti ed eco compatibilità. Accanto a questa business unit ce ne sono altre due: la prima si concentra sulla progettazione di nuovi organismi di vita abitativa autosufficienti e in equilibrio con i sistemi presenti in natura; la seconda su ricerca e attivazione di collaborazioni con aziende in settori diversi dal nostro (design, arredamento e molti altri) che intendano sviluppare soluzioni innovative attraverso la conversione dei sistemi produttivi, secondo nuovi paradigmi di sviluppo sostenibile”.
Ricehouse, il valore della bio-architettura nei progetti di rigenerazione urbana
Gli edifici vengono realizzati, struttura portante a parte, in riso. Ne sono stati costruiti un centinaio dal 2016 in poi, prevalentemente nel Nord Italia ma con la prospettiva di arrivare in nuovi mercati. Tra i progetti ce n’è uno recente che merita un cenno: quello della rigenerazione sociale ed urbana delle torri di via Russoli, a Milano.
“Con questo progetto vogliamo relazionarci con più soggetti. In primis i professionisti delle costruzioni, ai quali vogliamo far conoscere i materiali, le tecnologie e il nostro concept progettuale; e poi vogliamo coinvolgere anche gli stessi condomini nella trasformazione delle coperture in tetti verdi, attraverso un processo di co-design. Vogliamo sensibilizzare la cittadinanza sulla bio-architettura e sul valore dell’integrazione del verde nel contesto urbano attraverso attività formative che proporremo quest’anno e nel 2024, partendo dal presupposto che il cambiamento si debba effettuare all’interno delle città e, in particolar modo, in quelle zone più abbandonate a se stesse: le periferie”.
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