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Lifestyle

La carne come opera d’arte: a Firenze apre il Museo della Bistecca

Dei numerosi motivi per visitare Firenze, ne esistono due che da sempre attraggono in riva all’Arno visitatori da tutto il mondo: la cultura e il buon cibo.

Sul primo fronte, dalla Galleria degli Uffizi fino all’Accademia, la città ospita una serie impressionante di grandi e piccoli musei; sul secondo, invece, la città del David è patria di uno dei piatti più iconici della ristorazione tradizionale, quella bistecca alla fiorentina ancora in lizza per diventare patrimonio Unesco dell’umanità.

Ebbene, c’è chi ha pensato di unire nel medesimo luogo le due principali leve turistiche cittadine, realizzando un progetto unico nel suo genere: il Museo della Bistecca. Che è sì un ristorante, ma con alcuni elementi che lo avvicinano concettualmente a un vero e proprio museo, al punto di definirsi come uno steak museum.

Tra cultura e gastronomia

La visione degli imprenditori, un gruppo già titolare di altri apprezzati ristoranti in città, è quella di un unico contenitore in cui la carne è il soggetto principale, proprio come accade a un quadro all’interno di un museo.

E se nelle gallerie d’arte si usano allestimenti caratterizzati da linee semplici per definire gli spazi facendo sì che l’opera sia al centro dell’attenzione, allo stesso modo l’architettura del Museo della Bistecca prevede un ambiente essenziale come base per esaltare l’esperienza gastronomica.

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La scelta di materiali e colori, beige, grigio, verde bosco e petrolio, cognac, cacao e carminio, si avvale di forti contrasti per definire il concetto di una fusione tra design, approccio e lifestyle, grazie a una serie di cornici che richiamano ancora una volta quelle dei musei, al cui interno sono presenti elementi legati al mondo delle bistecche, in un costante passo doppio tra cultura e gastronomia, tra arte e cucina, tra quadri e carne, ideato e curato dall’agenzia campana Molaro Graphic.

Oltre la semplice degustazione

Con oltre un centinaio di coperti a disposizione, da ammirare non saranno solo le costate nel piatto e le mezzene alle pareti, così come le caricature in chiave bovina di alcune delle più celebri opere d’arte del Rinascimento: al Museo della Bistecca c’è uno spazio dedicato a chi la carne la lavora, tessendo un filo dall’allevamento all’impiattamento.

Il macellaio è presente in una postazione ad hoc, fondamentale per raccontare la storia e le caratteristiche del prodotto, conferendogli così un valore aggiunto che va al di là dell’esperienza sensoriale della degustazione.

15 tipologie di carne

Ma il Museo della Bistecca è pur sempre un ristorante, ed ecco ciò che fiorentini e turisti possono trovare, scegliendo tra 15 diverse razze e tipologie di carne: per gli stomaci più temerari esistono tre experience composte da altrettanti piatti e dedicate rispettivamente alla chianina, al tomahawk e alla sashi finlandese.

Sul fronte della bistecca tout court invece la scelta spazia dalla prussiana all’angus irlandese, dalla frisona danese fino alla simmenthal e alla rubia gallega, senza dimenticare la tagliata di wagyu di provenienza Australia, Uk e Giappone.

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