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Il 75% dei clienti oggi si affida a due o più cloud pubblici e il 40% ne utilizza tre o più. Grazie a questo approccio multi-cloud, le aziende sono certamente molto più agili e veloci nell’implementazione di nuovi servizi da offrire ai clienti, ma parallelamente aumenta anche la complessità. Un ambiente multi-cloud è molto più vario, complesso e distribuito di qualsiasi cosa le organizzazioni abbiano gestito in passato. Oggi occorre dunque avere un approccio non più “cloud first”, ma “cloud smart” che consenta alle organizzazioni di avere la libertà di scegliere il “giusto” cloud, in base ai propri obiettivi strategici di business. L’approccio cloud smart offre infatti agilità e massimizzazione delle risorse, grazie a un sistema integrato che permette di controllare, gestire e coordinare tutti i servizi, sia di infrastruttura che di applicazione, garantendo una piena interazione tra gli ambienti del cliente.
Un percorso chiaro per aumentare i ricavi e la crescita
“Secondo il nostro Multi-Cloud Maturity Index, entro il 2024, il 98% delle organizzazioni in Italia (il 95% in EMEA) guarderà ai propri dati come a un driver per i ricavi, con il 53% che li riconoscerà addirittura come una fonte significativa di guadagno, rispetto all’attuale 27%” afferma Claudia Angelelli, Senior Manager Solution Engineering VMware.
Esistono cloud privati, ospitati interamente on-premises, cloud pubblici, ospitati esternamente da cloud provider, e cloud ibridi, che combinano i vantaggi di entrambi. Qualche anno fa, abbiamo assistito allo sviluppo dei cloud locali, che risiedono nell’edge in siti distribuiti. Più recentemente si sono diffusi i cloud sovrani, guidati dai requisiti delle nuove normative in ambito protezione dei dati. Il multi-cloud è ora l’impostazione predefinita in un mondo in cui le risorse più preziose di un’organizzazione – le sue applicazioni, i suoi dati, la sua forza lavoro e la sua infrastruttura – non sono più centralizzate in edifici fisici, ma distribuite ovunque.
Quasi tutte le organizzazioni (95%) concordano sul fatto che le architetture multi-cloud siano ormai fondamentali per il successo aziendale; il 48% ritiene che chi non adotta un approccio multi-cloud rischia di fallire. In Italia, il 54% ritiene che l’utilizzo del multi-cloud abbia avuto un impatto molto positivo sulla crescita dei ricavi e il 53% ritiene che abbia avuto un impatto molto positivo sulla redditività. Infatti, solo l’1% ritiene che il multi-cloud non sia fondamentale per il successo aziendale.
Semplificare, proteggere, scalare
Le aziende cloud smart scelgono di utilizzare un’unica piattaforma multi-cloud sulla quale possono costruire, eseguire, gestire e proteggere tutte le applicazioni, in modo coerente e su scala attraverso tutti i cloud.
“Una piattaforma multi-cloud intelligente fa sì che le aziende possano scegliere l’ambiente migliore più adatto alle applicazioni specifiche, garantendo visibilità, efficienza e il controllo necessari, con meno rischi e un time to value più rapido” spiega Luca Zazzeri, Partner & Head of Technical Account Manager R1 Group. Aggiunge “Da qualche mese sono diventato partner di R1 S.p.A., posso lavorare così sempre a stretto contatto con i clienti ma anche valutare e sviluppare le strategie e le evoluzioni tecnologiche del mercato, essendo direttamente più coinvolto nelle attività e nei risultati di business del gruppo. La sostenibilità, la digitalizzazione saranno gli investimenti del futuro soprattutto nel mondo IT in termini di nuove tecnologie, che riducono l’impatto ambientale legato alla mobilità, alla remotizzazione e all’identità digitale”.
La fiducia intesa come supporto alla crescita
“L’Agenda 2030 di VMware è un impegno decennale a promuovere un mondo più sostenibile, equo e sicuro, e si concentra su 30 obiettivi misurabili da raggiungere entro il 2030 (30×30) in tre ambiti: Equity, Sustainability, e Trust, ovvero la fiducia,” racconta Angelelli. “In VMware, miriamo a un futuro in cui tutti gli stakeholder siano efficacemente protetti dagli attacchi informatici che minacciano il mondo digitale. Con un approccio all’innovazione che parte da un fondamento di etica e concentrandosi sulla sicurezza intrinseca, sulla privacy by design e su pratiche aziendali trasparenti, VMware costruisce e protegge la fiducia tra le nostre persone, i clienti, i partner, gli azionisti e le comunità”.
L’Agenda 2030 è il quadro di riferimento globale per affrontare a livello nazionale e internazionale le grandi sfide del pianeta. Digitalizzazione e sostenibilità sono le chiavi dell’industria del futuro che vuole rimanere competitiva, ripensando i propri processi e acquisendo una nuova responsabilità ambientale e sociale.
La nuova sfida dei player del mercato sarà raccontare quindi con nuovi strumenti e soluzioni tecnologiche come offrire alle organizzazioni l’infrastruttura indispensabile per costruire il loro futuro digitale e trasformare l’IT, guardando anche ad un business più etico e sostenibile. “Stiamo lavorando per garantirci nuove specializzazioni ICT e professionalità green per favorire al nostro interno e nelle aziende dei nostri clienti attenzione al digitale, all’innovazione tecnologica e alle applicazioni, sapendo che questo influisce sul lato ecologico e, più ampiamente, sul benessere sociale. Contemporaneamente stiamo lavorando sulla valorizzazione delle risorse che sono già in squadra e sulla loro qualificazione per allinearle al nuovo paradigma produttivo e ai nuovi modelli organizzativi introdotti dalla Green Economy” conclude Zazzeri.
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