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Economie di scala e ampia gamma di prodotti: come Lama Optical ha rivoluzionato il settore dell’occhialieria

Articolo tratto dal numero di giugno 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

È verosimile che, passeggiando per le vie del centro della vostra città, vi siate imbattuti nelle insegne nere di un negozio di ottica che ha tutti i crismi dello store di lusso, ma che al suo interno nasconde prezzi capaci di battere la concorrenza. Lama Optical è nata alla fine degli anni Settanta a Napoli e da allora ha un ruolo da apripista nella rivoluzione dell’occhiale, consacrato da 90 punti vendita in Italia e una tradizione consolidata che gira al cliente i vantaggi economici delle economie di scala. Ce ne ha parlato Ezio Lama, il suo general manager.

Come è nata Lama Optical?

La storia è iniziata nel 1977, quando mio padre ha aperto il primo negozio nel centro di Napoli, in via Carducci. Il suo grande merito sta nell’essere stato tra i primi a comprendere già allora, che era necessaria una rivoluzione nel settore: modificare la percezione del negozio dell’ottico, fino a quel momento vissuto come un professionista, verso un taglio decisamente più commerciale. L’Italia è uno dei mercati più frammentati per l’ottica: ci sono tantissimi ottici indipendenti (8-10mila), mentre all’estero prevalgono le catene. Ma qui andare dall’ottico era – e per qualcuno è ancora – come andare dal dentista. Mio padre, avendo un solo negozio, non aveva la forza delle grandi catene, ma ebbe l’intuizione di girare al cliente finale un’offerta dal taglio più commerciale: occhiali da sole in un assortimento vasto, puntare alle economie di scala. Si passò dall’ottico-dottore all’offerta con una parte di abbigliamento. Una lungimiranza che ha posto le basi per il successo dell’azienda.

Quali sono state le tappe salienti del suo percorso imprenditoriale?

lo sono entrato in azienda a 23 anni, dopo essermi laureato in Economia aziendale, mentre i miei due fratelli Emanuele, classe 1987, e Giuseppe, classe 1984, ne facevano già parte. Sicuramente il titolo di studio, abbinato alla visione lungimirante di tutta la mia famiglia, ci è servito per permettere a Lama Optical di crescere in maniera più veloce e organizzata. Nel 2013 avevamo circa 25-30 punti vendita, mentre oggi vantiamo più di 90 negozi. Un altro spartiacque è stato aumentare la produzione degli house brand, che ci hanno permesso di penetrare ulteriormente il mercato attraverso le economie di scala.

Quali sono i numeri dell’attività? Quali i suoi fiori all’occhiello?

Più di 90 negozi, 55 milioni di fatturato, 400 dipendenti. Siamo orgogliosi sia dei prodotti a nostro marchio venduti, sia di alcuni flagship store aperti negli ultimi anni. Per le montature a marchio Cristian Leroy, di proprietà dell’azienda, sono circa 400mila i pezzi venduti tra occhiali da vista e da sole esclusivamente nei nostri punti vendita, mentre per la contattologia il marchio Limpida vende più di un milione di pezzi ogni anno. Per quanto riguarda gli store, negli ultimi due anni abbiamo aperto due flagship store a Milano, tra cui uno in corso Vittorio Emanuele, la via dello shopping per eccellenza in Italia, con sei vetrine e due piani, e uno in corso Buenos Aires, con otto vetrine e circa 400 metri quadrati su due piani e un lounge bar all’interno. E altri tre flagship store nel centro storico di Firenze, tra via Calzaiuoli, Ponte Vecchio e piazza Duomo.

In un panorama in cui la principale concorrenza ha seguito la strada delle multinazionali, cosa significa oggi per Lama Optical essere una realtà interamente radicata in Italia?

Pensiamo che il mercato italiano sia ancora di grande appeal e che non sia ancora saturo in termini di sviluppo, nonostante gli oltre 90 negozi sparsi per l’Italia. Sicuramente l’idea di espandersi all’estero arriverà, ma per il momento preferiamo consolidare la nostra posizione nel mercato italiano.

Quali sono le vostre direzioni di sviluppo per il breve e medio termine?

Negli ultimi anni abbiamo iniziato ad affiancare all’apertura dei punti vendita nei principali centri commerciali – che oggi pesano circa per l’85% sul totale dei negozi – anche lo sviluppo nei principali centri storici con i flagship store, come avvenuto a Firenze, Milano e Bari. Considerando i risultati ottenuti, continueremo su questa linea, e questo ci permetterà di velocizzare il nostro sviluppo, visto che lavoreremo sul doppio fronte centro commerciale/centro storico, diversificando le offerte in base al luogo d’apertura. In sintesi, continueremo la nostra politica di espansione, che ci permetterà di alimentare il processo di economie di scala e consentirà ai clienti di accedere a prezzi sempre più competitivi.

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