Nonostante la riapertura degli uffici, ci sono aziende che hanno concesso ad alcune categorie di dipendenti la possibilità di lavorare da casa. Se da una parte il lavoro ibrido implica un orario più flessibile e permette di avere maggiore tempo libero, dall’altra ha portato allo svuotamento degli uffici, con una conseguente diminuzione del loro valore.
Secondo il rapporto del McKinsey Global Institute, lo smart working ha portato a una crescita degli edifici vuoti che rischia di cancellare 800 miliardi di dollari dal valore degli immobili.
La minaccia dei tassi di interesse
Lo studio di McKinsey offre una panoramica sulle difficoltà dei proprietari di immobili dovute ai cambiamenti nei luoghi di lavoro. Come scrive il report, che calcola l’impatto sulle valutazioni entro il 2030 in nove città del mondo, ci sono 800 miliardi di dollari di perdite determinate da un calo del 26% rispetto al 2019.
Una percentuale destinata a crescere con il rialzo dei tassi di interesse. “L’impatto sul valore può essere ancora maggiore se l’aumento dei tassi di interesse lo aggrava e di conseguenza la cifra potrebbe impennarsi, perché le istituzioni finanziarie in difficoltà potrebbero decidere di ridurre il prezzo degli immobili di loro proprietà”, dichiarano da McKinsey.
Il valore degli edifici residenziali è stato influenzato dal nuovo stile di vita delle persone, che con il lavoro post-ibrido hanno iniziato a trasferirsi in aree al di fuori delle grandi città, facendo i pendolari. Allo stesso tempo c’è stato un calo della domanda di spazi per uffici destinato a proseguire nei prossimi anni.
Nello scenario “moderato” descritto da McKinsey, la domanda subirà un calo del 13% entro la fine del decennio. Le presenze sono ancora inferiori del 30% rispetto a prima della pandemia e solo il 37% delle persone preferisce tornare in ufficio ogni giorno. Questo ha portato i manager a pensare di ridimensionare gli spazi di lavoro per ridurre i costi una volta giunti a scadenza i contratti di locazione a lungo termine.
L’esempio degli Stati Uniti
Un esempio viene dagli Stati Uniti, in particolare da New York. Secondo un’indagine di Immobiliare.it, viene utilizzato solo il 50% degli uffici usati nel periodo pre-pandemico, con gli edifici vuoti che occupano una superficie di quasi sette milioni di metri quadrati.
La Grande Mela non è l’unica città ad affrontare una situazione di questo tipo. A Houston, città che ha perso 12mila residenti, gli spazi vuoti corrispondono a 29,7 JPMorgan Chase Tower.
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