Non è soltanto il ristorante indiano attivo da più tempo a Firenze, Haveli. Quella creata dall’imprenditore Jyoti ‘Giotti’ Singh è una sorta di fabbrica di sogni per centinaia di cittadini indiani che vogliono venire a sposarsi nel nostro Paese. Da quando hanno iniziato ad affiancare all’attività ristorativa quella dei catering d’alta fascia, ormai quindici anni fa, lui e la moglie Rubel hanno firmato alcuni dei più sfarzosi matrimoni indiani celebrati in Italia, realizzando i desideri di uomini politici, sportivi, capitani d’impresa, magnati della finanza e persino qualche stella di Bollywood.
Il miglior catering per un perfetto matrimonio indiano
Il subcontinente indiano conta oggi oltre 1,4 miliardi di abitanti e per le fasce benestanti della popolazione l’Italia rappresenta ancora la meta ideale per il giorno più bello: “Ai nostri concittadini non interessa così tanto sposarsi in una città d’arte o conosciuta, bensì il contesto”, raccontano Jyoti e Rubel. “Che sia una villa storica, una località affacciata sul mare o sulle colline del Chianti, l’importante è poter stare insieme durante i tre giorni che compongono i matrimoni indiani e celebrare insieme i numerosi riti della tradizione hindu o sikh”.
Dall’allestimento con i tipici colori vivaci fino al catering con le pietanze e bevande, Jyoti Singh si occupa di tutti quegli aspetti che rendono indimenticabile lo sposalizio. Essendo un ristoratore, un’attenzione particolare viene rivolta proprio alla parte gastronomica: un po’ come l’Italia, anche l’India ha una serie di cucine regionali molto diverse tra loro. “Tra la cucina del Punjab e quella del Kerala passa la stessa differenza che corre tra quella siciliana e quella emiliana, ad esempio. Ma per chi viene da Chandigarh, come noi, e ha viaggiato abbastanza a lungo diventa facile ricostruire e proporre i piatti delle singole tradizioni territoriali, accontentando le richieste più esigenti. L’organizzazione di un matrimonio indiano è molto complessa, ma alla fine ciò che vogliono sia sempre perfetto è il cibo”.
Haveli, il ristorante indiano più longevo di Firenze
Arrivati in Italia alla fine degli anni Novanta, Jyoti e Rubel si trasferiscono a Firenze nel 2000, e ormai possono vantarsi di aver creato il ristorante indiano più longevo della città del David. Con il successo di Haveli, infatti, si conclude una storia cominciata nella regione indiana del Punjab e arrivata fino al cuore pulsante della Toscana. Una storia di cucina, certo, ma anche di cultura e di tradizioni da custodire. Sin dall’inizio il ristorante è gestito dallo chef e sommelier Jyoti, membro dell’Associazione cuochi fiorentini, e dalla moglie Rubel, che cura attentamente le gestione economico-organizzativa del locale. Sono proprio i due padroni di casa Jyoti e Rubel, il vero motore di Haveli. Sono loro ad accogliere gli ospiti fiorentini e i turisti che vogliono immergersi in un viaggio fatto di mille sfumature tra aromi, sapori, spezie e colori.
L’atmosfera del ristorante – dotato di un delizioso spazio esterno in uso già dai mesi primaverili – è intima e rilassata, ricca di suggestioni etniche ma al tempo stesso elegante e mai sopra le righe. Il termine ‘Haveli’, d’altronde, indica proprio una dimora d’alto rango: “Più che il proprietario di Haveli mi sento il custode, e i miei ospiti sono di conseguenza dei Maragià che vanno trattati come re, sempre e comunque”, conferma Jyoti. “A loro cerco di presentare la mia casa al meglio: la qualità ha un costo, è vero, ma l’ospite deve essere al primo posto per garantire la miglior esperienza possibile, dal cibo alle stoviglie, fino agli arredi”.
Ricerca delle materie prime all’insegna della tradizione indiana
La proposta culinaria di Haveli è all’insegna della tradizione indiana – della regione del Punjab, ma non solo – e al contempo attenta ai nuovi orizzonti della cucina, con cura nella selezione delle materie prime e uno sguardo d’insieme che porta gli avventori a esplorare a distanza le pietanze originarie dall’intero subcontinente. Non mancano i grandi classici, dai Veg Samosa (piramidine ripiene di patate speziate) ai Panir Pakora (involtini di farina di ceci ripieni di formaggio), così come l’iconico pollo Tandoori marinato allo yogurt e spezie cotte nell’omonimo forno, fino al Gost Sheek Kebab, uno spiedino Tandoori di montone macinato alle erbe e spezie. Ma meritano un assaggio anche il Murg Makhan Wala (pollo disossato con salsa di anacardi, burro, pomodoro e miele) o il Shahi Panir (formaggio fresco in cubetti in salsa di curry). Ad accompagnare le pietanze, un Haveli Veg Biryani (riso con verdure al vapore, frutta secca e zafferano) e l’onnipresente Cheese Nan, focaccia ripiena di formaggio.
“Il pubblico ama i nostri Samosa o il pollo Tandoori ma io consiglio sempre le nostre costolette di agnello marinate con spezie indiane cotte nel tipico forno di terracotta”, aggiunge Jyoti. “Io stesso preparo meticolosamente le spezie, giocando coi sapori”. E se una menzione speciale la merita la cantina, tra etichette indiane e toscane e una ricca collezione del pregiato whisky Samaroli, da più di un anno gli appassionati possono trovare i piatti di Jyoti e Rubel anche nella vicina città di Scandicci, nel nuovo locale Masala al Vingone, specializzato anche nell’asporto.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .