Articolo tratto dal numero di agosto 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
Se si desidera visitare l’Archivio Museo dell’azienda Bitossi, produttrice di ceramiche a Montelupo Fiorentino da oltre 100 anni, conviene arrivare preparati. Perché attraversarlo significa lasciarsi incantare da un caleidoscopio di forme, materie e colori che raccontano l’Italia dell’ultimo secolo, interpretandone le variazioni di ritmo e di respiro. C’è Rimini Blu, forse una delle collezioni più conosciute di Bitossi Ceramiche, pensata dal direttore artistico Aldo Londi negli anni ‘50 e da allora prodotta ininterrottamente; ci sono i vasi della linea Bianco e Nera disegnata da Ettore Sottsass, amico e storico collaboratore dell’azienda; gli oggetti creati con Fornasetti e con artisti, designer e architetti internazionali come Nathalie Du Pasquier, Matteo Thun, George J. Sowden, Michele De Lucchi, Karim Rashid e Fabio Novembre. Ci si deve prendere il giusto tempo per abituare gli occhi a tanta bellezza.
Inaugurato nel 2021 in occasione del centenario dell’azienda, all’interno degli ambienti industriali ripensati dall’architetto Luca Cipelletti, il museo è stato creato per aprire al pubblico l’archivio storico dell’azienda, costituito da più di settemila ceramiche, oltre a modelli e strumenti. Visitarlo è uno di quei piccoli lussi accessibili che si aprono a chi possiede tempo e curiosità. Se si è fortunati, poi, può capitare di essere accompagnati da Elisabetta Daini, coordinatrice della Fondazione Vittoriano Bitossi. “Qui ogni collezione rappresenta un determinato momento storico italiano, le tendenze e le mode che l’hanno percorso, lo spirito che si respirava ai tempi”. Ed è proprio passeggiando tra le diverse linee di oggetti, vasi e figure che si scorge tutto il genio e la contemporaneità di Aldo Londi, lo storico direttore artistico che dal 1946 contribuì a rendere grande Bitossi. “Nel 1967 creò la linea ‘Gli onorevoli’, composta da contenitori di varie dimensioni dotati di una testa rotante e interscambiabile. Una critica al trasformismo della politica italiana che rimane sempre attuale”.
Mantenere viva la tradizione
A ospitare il museo è la Fondazione Vittoriano Bitossi, creata nel 2008 per di valorizzare e diffondere la cultura dell’arte ceramica di Montelupo Fiorentino. Dalla Fondazione è nato anche il Centro ceramico sperimentale del saper fare e per l’innovazione tecnica, uno spazio culturale che ha lo scopo di trasmettere il sapere tecnico della ceramica artigianale. Fondato in partenariato con il Comune di Montelupo Fiorentino e il gruppo Colorobbia Italia, di cui l’azienda fa parte, esprime tutto l’amore della famiglia Bitossi per la tradizione ceramica del suo territorio. “L’apertura della scuola e l’avvio dei corsi di formazione nascono dal desiderio di mantenere vivi i mestieri e le maestranze locali. Maestranze che richiedono passione, tempo, dedizione. Un bravo torniante, per esempio, ha bisogno di almeno cinque anni di formazione. Non vogliamo che queste conoscenze si perdano”, racconta Ginevra Bocini Bitossi.
Nipote di Guido Bitossi, fondatore della manifattura Maioliche artistiche Guido Bitossi nel 1921, Bocini è direttrice artistica sia di Bitossi Ceramiche, sia di Bitossi Home, brand dedicato alla decorazione della tavola. È lei ad aver raccolto l’eredità di Aldo Londi, reinterpretandola di volta in volta attraverso le collaborazioni con designer e artisti da tutto il mondo. “Passato e presente non si contrappongono nel definire l’identità del brand. Piuttosto, si tratta di un percorso: i designer si confrontano con l’eredità aziendale e attingono dal passato, restituendo al prodotto di oggi il suo sapere antico, tradotto in un nuovo linguaggio espressivo e tecnico. In ogni nuova collezione c’è un richiamo che lega il nuovo allo storico”, spiega Bocini.
Nella storia di Bitossi
A ogni designer che collabora con Bitossi Ceramiche viene chiesto di immergersi nell’archivio storico per farsi ispirare dalle texture, delle forme e delle tecniche utilizzate in passato. Proprio così sono nate anche le ultime collezioni realizzate insieme a Muller Van Severen e Duccio Maria Gambi. “Cerco di portare un valore aggiunto attraverso le collaborazioni con gli artisti e i designer con cui lavoriamo. Voglio andare al di là del lato commerciale del prodotto: ogni collezione nasce da un incontro, una storia, una scintilla particolare”.
Accanto a Bitossi Ceramiche c’è poi Bitossi Home, l’anima giovane e ludica dell’azienda. Lanciata nel 2007, dà corpo a un’idea conviviale e spensierata della tavola toscana. Un brand in piena espansione che, dopo l’apertura dello showroom milanese, in via Santa Marta, punta a nuove mete. “Abbiamo creato qualcosa di molto diverso nel settore della decorazione della tavola e del casalingo, che è un mercato molto rigido e ripetitivo. Oggi il nostro obiettivo è espandere il mercato italiano – attualmente al 25% – e aprire nuovi showroom in altre città italiane”.
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