Articolo di Ettore Mieli tratto dal numero di agosto 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
È una delle aziende a più alta capitalizzazione della Borsa italiana e anche una di quelle a maggiore impatto sociale. Si tratta di Amplifon, società fondata a Milano nel 1950 e oggi tra i leader mondiali nei servizi e nelle soluzioni per la cura dell’udito.
Quotata a Milano, Amplifon fa parte dell’indice principale Ftse Mib e del Mib Esg, che comprende le blue chip con le migliori pratiche esg. Con oltre 7 miliardi di euro di capitalizzazione, più di 2 miliardi di ricavi annui, 19.400 dipendenti e collaboratori e 9.300 negozi in 25 paesi, Amplifon è una realtà globale.
Una società globale
L’azienda, presieduta da Susan Carol Holland, serve circa un milione di persone l’anno in giro per il mondo, aiutandole a riscoprire le emozioni dei suoni. La ricetta della crescita di Amplifon, che ha più che raddoppiato i propri ricavi negli ultimi sette anni, la spiega il ceo, Enrico Vita.
“Partiamo dalla consapevolezza che la competizione in ogni settore è globale, e poi dall’ambizione e dal coraggio di voler giocare un ruolo da leader in questo scenario. La dimensione non è fine a se stessa, ma è importante perché permette di investire più dei concorrenti su ciò che è importante (innovazione, digitale, brand, tecnologia, persone), ma anche perché permette di sperimentare”, dice Vita.
“Negli ultimi sette anni abbiamo investito oltre 1,5 miliardi in acquisizioni. In particolare, abbiamo acquisito in Spagna Gaes, che ci ha permesso di diventare leader nel paese e di entrare in America Latina; abbiamo rafforzato la nostra presenza negli Stati Uniti creando una rete di negozi diretti; siamo diventati leader in Australia, decimo mercato mondiale, acquisendo un importante operatore locale; e siamo entrati nel promettente mercato cinese. Inoltre, la governance è un nostro punto di forza, anche grazie a un azionista di riferimento lungimirante che supporta il management e la crescita dell’azienda”.
Il modello di Amplifon
Il fulcro dell’attività è l’approccio omnicanale e il negozio resta il suo elemento chiave. Nel modello di business della società, il cliente è al centro di un percorso esperienziale unico, seguito dai professionisti dell’udito di Amplifon, gli audioprotesisti, che lo supportano dalla visita di controllo all’acquisto del dispositivo acustico, fornendo poi assistenza continuativa e personalizzata.
Il servizio ai clienti, anche da remoto, è essenziale per rivoluzionare l’esperienza audiologica e per questo Amplifon ha dato vita ad AmplifonX, una divisione interna che funziona come una startup composta da oltre 60 talenti digitali, designer e sviluppatori e fa leva su un investimento netto di 150 milioni di euro fino al 2024.
La divisione lavora anche sull’innovazione legata al machine learning per raccogliere e utilizzare dati sui bisogni e comportamenti dei clienti, per migliorare sempre di più la loro esperienza di ascolto. Inoltre, Amplifon è recentemente entrata come main partner in Next Age, il primo acceleratore in Europa che investe in startup che sviluppano prodotti o soluzioni dedicati alla silver economy (il settore di beni e servizi per gli anziani).
Donne protagoniste
L’attenzione per il cliente, poi, si riflette anche in quella per i dipendenti. Amplifon è sensibile alla diversità come opportunità di continuo arricchimento: oltre 100 nazionalità diverse, persone con un’età media inferiore ai 40 anni, una significativa presenza di donne (oltre il 70% sui dipendenti totali) e un sostanziale equilibrio nelle retribuzioni tra generi.
Inoltre, è una delle poche aziende quotate italiane con un consiglio di amministrazione a maggioranza femminile. Ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui Top employers 2023, per il secondo anno consecutivo in Europa e per la prima volta anche negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda ed è entrata nella Top 100 dei Most loved workplace.
Un altro tratto distintivo dell’azienda è, poi, l’impegno sociale, direttamente legato alla mission di sensibilizzazione della comunità sui temi dell’ascolto responsabile, dell’inquinamento acustico e della destigmatizzazione dell’ipoacusia.
I numeri della perdita dell’udito
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stima che nel mondo circa 1,5 miliardi di persone soffrano di qualche forma di perdita uditiva e che questo numero sia destinato a salire a 2,5 miliardi nel 2050. E il calo uditivo non curato può avere impatti negativi sulla salute delle persone, come declino cognitivo, depressione e cadute.
Oggi rappresenta un costo globale annuo di circa mille miliardi di dollari, legato alle spese del settore sanitario, alla perdita di produttività e ai costi sociali. Per questo Amplifon offre test dell’udito gratuiti propri centri specializzati e, solo nel 2022, ha generato così un risparmio economico per la comunità di circa 289 milioni di euro.
La questione non riguarda solo la popolazione anziana. Sempre secondo l’Oms, sono oltre 1,1 miliardi i giovani a rischio di danni permanenti all’udito a causa dell’inquinamento acustico e dell’esposizione incontrollata al rumore. Per questo, Amplifon ha lanciato l’iniziativa Listen responsibly per promuovere la consapevolezza dell’ascolto responsabile tra le giovani generazioni.
La Fondazione Amplifon
L’azienda si impegna anche per supportare l’inclusione sociale, grazie a Fondazione Amplifon, onlus nata all’inizio del 2020 per consentire alle persone di raggiungere il loro pieno potenziale nella vita, ponendo particolare attenzione verso gli anziani a rischio di marginalizzazione.
Il più importante progetto di Fondazione Amplifon è nato durante la pandemia e coinvolge oggi 200 Rsa no profit in tutta Italia per contribuire al benessere e all’inclusione sociale degli anziani, grazie alle migliori tecnologie di connessione video sul mercato.
Tramite Ciao!, gli anziani ospiti delle strutture di accoglienza sono connessi tra loro e coinvolti in attività di intrattenimento, dallo yoga ai viaggi digitali, dall’arte terapia alla musica. La fondazione ha ora in programma di portare Ciao! anche all’estero, partendo da Portogallo e Francia.
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