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Oscar Farinetti chiude Fico Bologna: “Non mi è venuto bene, va rivisto”. E rilancia con Grand Tour Italia

Nel novembre 2017 era partito con l’obiettivo di diventare un po’ la Disneyland del cibo italiano e nella visione del suo fondatore sarebbe dovuto essere un grande parco a tema dedicato alle eccellenze enogastronomiche del made in Italy.

Ma che qualcosa non abbia funzionato, nel progetto Fico dell’imprenditore Oscar Farinetti, era emerso già negli ultimi anni: elevati costi di gestione, qualche scelta strategica non propriamente azzeccata, aspettative forse troppo alte e un diffuso scetticismo da parte di diversi addetti ai lavori.

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Adesso Fico chiude i battenti. O meglio, spegne i motori per riavviarli dopo qualche mese con un’impostazione diversa. Non suona il requiem che diversi osservatori avevano preconizzato, ma per il grande parco alimentare di Bologna, arriva il tempo di cambiare pelle.

Il progetto Grand Tour Italia

Ad annunciarlo è stato lo stesso Oscar Farinetti, patron anche di Eataly, durante un intervento su Radio24. “Delle cose non mi sono venute bene e Fico è una di queste, quindi va rivisto”, ha ammesso l’ideatore del progetto, oltre 100mila metri quadri alle porte di Bologna, in un’area di proprietà del Comune.

Da qui la scelta di chiudere per qualche mese per lavori, riaprendo in primavera con un nuovo nome: non più Fico bensì Grand Tour Italia. L’obiettivo non è però poi così diverso: “Rappresenteremo la biodiversità con le osterie che cambieranno tutti mesi, le regioni che porteranno il loro folk”, ha spiegato Farinetti, annunciando di replicare un esperimento già visto negli anni scorsi da Eataly Firenze (quando il ristorante al primo piano venne affidato di volta in volta a diversi nomi della ristorazione regionale italiana).

L’inizio dell’avventura all’Expo di Milano

“Sono arrivate le critiche”, ha spiegato ancora Farinetti”, e queste vanno accolte: si deve prendere atto e cambiare. Abbiamo una bella squadra e il parco tornerà più bello e più grande di prima”. L’avventura di Fico era iniziata sull’onda dell’Expo di Milano nel 2015.

All’epoca il progetto era riuscito a raccogliere ingenti investimenti privati e aveva potuto contare sulla partecipazione diretta di alcuni dei marchi più riconosciuti del food nostrano.

Ma l’euforia è durata poco: esaurita la curiosità dei primi mesi, gli immensi spazi di Fico sono rimasti sempre meno affollati, con bolognesi e turisti – più gli italiani degli stranieri – che non hanno cambiato le rispettive abitudini: i primi non hanno inserito una tappa da Fico nella loro routine, i secondi hanno continuato a preferire un pasto sotto i portici del centro storico di Bologna.

La crisi e l’acquisizione di Farinetti

Le prime aziende hanno cominciato a dare forfait e ad abbandonare il progetto. Certo, sulle sorti di Fico ha influito fortemente il biennio nero della pandemia, dando forse il colpo di grazia alla Disneyland italiana: dopo la chiusura del parco, però, con la ripresa del turismo non si è visto un rilancio.

Dal canto suo, nei mesi scorsi, Farinetti aveva acquisito il 100% della società di gestione di Fico, con un piano di rientro dal debito di 12 milioni di euro nel triennio 2023-2025 e si era fatto carico di alcune promesse sia con i partner commerciali che con i dipendenti.

Cosa succederà adesso? A detta di Farinetti, Grand Tour Italia sarà un viaggio nell’Italia delle regioni. Si entrerà in Val D’Aosta, si uscirà dalla Sicilia e dalla Sardegna passando in mezzo a tutte le territorialità italiane. L’ambizione è raccontare la biodiversità italiana. Vedremo se per mr. Eataly sarà la volta buona.

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