Durante l’NFT Fest di Lugano, tenutosi dal 7 al 11 settembre 2023, Forbes.it ha incontrato e intervistato Dominic Williams, lo sviluppatore e imprenditore inglese che ha fondato Dfinity, uno dei progetti più innovativi nel mondo blockchain.
Dominic, ci racconti il suo percorso formativo e professionale prima di creare Dfinity
Ho iniziato a programmare in Basic quando avevo dieci anni, nel 1981, in un club di programmazione delle scuole medie. Mi piaceva creare semplici giochi che emulassero Space Invaders, videogame molto popolare all’epoca. Però non avevo un computer a casa, così dovevo scrivere prima i programmi su carta per poi portarli con me al club e tramutarli in codice. Nonostante il mio precoce interesse per la programmazione, la mancanza e la difficoltà di accesso hanno fatto sì che non mi sia dedicato pienamente all’informatica fino a quando non l’ho studiata all’università, al King’s College di Londra. Una volta laureato, con il massimo dei voti, ho sviluppato vari progetti fra cui un gioco multiplayer per bambini chiamato Fight My Monster, che ha raggiunto 3 milioni di utenti. È stato un progetto importante perché il gran numero di giocatori mi ha permesso di esplorare tecniche legate alla scalabilità dei sistemi. Durante l’era delle dot-com, volevo trasferirmi a San Francisco, che visitavo regolarmente, ma per motivi familiari sono rimasto a Londra. Nel 2011, Fight My Monster stava crescendo rapidamente, ma gli investitori scarseggiavano in Europa quindi, finalmente, ho deciso di trasferirmi a Palo Alto, nel cuore della Silicon Valley. Dieci anni lì mi hanno insegnato molto sul settore tecnologico.
Come è entrato nel mondo della blockchain e quale è stato il suo primo progetto?
Già nel 1999, stavo sviluppando un sistema di archiviazione online per file su internet chiamato Smartdrivez, che si basava su una libreria crittografica chiamata Crypto++ sviluppata da Wei Dei in California. Il sito web della libreria conteneva un link a un documento chiamato b-money, che era un importante antecedente di Bitcoin. Ero affascinato dal concetto, ma non lo approfondii. Tuttavia, credo che la conoscenza di quel documento abbia alimentato il mio successivo forte coinvolgimento con Bitcoin e le criptovalute. Finché, nell’ottobre 2014, ho pubblicato uno studio che descriveva il funzionamento di una nuova criptovaluta che volevo chiamare Pebble. È stato il primo documento serio a proporre un’architettura e una matematica progettata per supportare una criptovaluta infinitamente scalabile utilizzando la classica scienza dei calcoli distribuiti.
Come è nato Dfinity?
Mentre lavoravo a Pebble nel 2014, mi sono ritrovato molto coinvolto nella prima community di Ethereum. In quel periodo, nella community nacque il termine World Computer, ma la mia interpretazione di quel concetto era molto diversa da quella di altri membri che facevano parte della community. Così ho iniziato a lavorare al mio progetto e, dal 2015, a usare il nome Dfinity, che è una abbreviazione di “Decentralized Infinity”.
Come ha raccolto i primi fondi?
Nella primavera del 2016, il progetto Dfinity ha iniziato a ricevere il sostegno da parte di un incubatore chiamato String Labs, a Palo Alto, di cui ero co-fondatore. La Dfinity Foundation è stata creata nell’ottobre 2016 in Svizzera, dove adesso vivo, e ha lanciato il progetto Internet Computer con una ICO nel febbraio 2017. Questa ha raccolto $3,9 milioni, offrendo token ICP a soli 3 centesimi di dollaro. Nel 2018, la Fondazione ha raccolto oltre cento milioni di dollari da hedge funds e venture capital. Ci siamo poi finanziati usando i nostri token, che adesso nel complesso valgono oltre 1.3 miliardi di dollari.
Qual è l’innovazione chiave e il vantaggio del vostro progetto?
Internet Computer si basa su un protocollo di rete decentralizzato chiamato Internet Computer Protocol o ICP, che è anche il nome del token, che è di gran lunga il più sofisticato mai ideato in ambito blockchain. Il protocollo è il risultato di centinaia di anni-uomo di ricerca e ingegneria, grazie al contributo di molti crittografi di fama mondiale, ricercatori in informatica e ingegneri che lavorano in Dfinity. La nostra infrastruttura blockchain permette di realizzare intere applicazioni, interi social network e interi metaversi totalmente decentralizzati, cioè basati su migliaia di computer in tutto il mondo dove nessuno è indispensabile. Questo permette di affrancarsi dai giganti privati del web e avere una sicurezza e una inattaccabilità altissima.
Quale è il vostro obiettivo?
L’obiettivo di Internet Computer è quello di sostenere la decentralizzazione completa dello stack, cioè dell’infrastruttura e dei software alla base di sistemi e servizi informatici. Questo porterà inevitabilmente alla loro ripensamento e a nuovi fenomeni su Internet che oggi non possiamo nemmeno immaginare.
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