Articolo tratto dal numero di settembre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
di Gianpaolo Ansalone
Il mondo sta virando verso un atteggiamento e una consapevolezza sostenibile e a dimostrarlo sono i numeri. Secondo una ricerca Istat, il 59,5% delle imprese manifatturiere italiane, nel 2022, ha intrapreso azioni di sostenibilità.
Un chiaro segnale dell’andamento dell’Italia, a livello sia aziendale che cittadino. In questo panorama, Enegan, trader di gas, luce e telecomunicazioni, può definirsi un precursore. Già alla sua nascita, nel 2010, decise di investire in sostenibilità, potendo, da subito, certificare di vendere energia 100% green.
La certezza di acquistare energia verde con il Go
L’azienda, diventata oggi un vero energy partner, è in grado di accompagnare aziende e privati in un percorso green garantito da offerte nel campo dell’energia, della mobilità elettrica, dell’efficientamento energetico e molto altro, con un approccio olistico al tema.
Certificare l’energia 100% green, però, non è solo un esercizio di stile o filosofico, ma è possibile solo attraverso l’acquisto di certificati di Garanzia di origine (Go), certificazioni elettroniche rilasciate dal Gse (Gestore dei servizi energetici) per garantire la provenienza da fonti rinnovabili dell’energia elettrica prodotta dagli operatori.
Il Gse rilascia il titolo per ogni MWh di energia elettrica rinnovabile immessa in rete dagli impianti qualificati Igo (Impianti con garanzie di origine). Le Go sono valide in tutta l’Unione europea e sono negoziabili sul mercato. In questo modo, chiunque desideri acquistare energia verde ha la certezza che ogni MWh sia stato prodotto da un impianto rinnovabile certificato, in Italia o all’estero, per abbassare il livello di emissioni di CO2.
Gli ostacoli lungo il percorso green
Questo percorso green, però, oggi è messo a dura prova dal costo di questi certificati, che di recente ha raggiunto gli 8 euro a MWh, contro gli 0,30 dello scorso anno. I risultati sono già visibili, dal momento che tantissimi trader stanno facendo un passo indietro nell’acquisto dei certificati, rinunciando all’acquisizione di energia verde e, di conseguenza, ad azioni che possano tutelare il pianeta.
“Questa situazione, ancora poco conosciuta a livello mediatico, può rappresentare un grave danno al percorso di sostenibilità che tante aziende del settore energetico hanno deciso di intraprendere, soprattutto per motivi etici”, afferma Andrea Guarducci, presidente di Enegan.
“Stiamo notando che tanti nostri competitor stanno decidendo di rinunciare ai certificati perché il costo è eccessivo. Forse, in parte, per via di speculazioni o di un mercato non del tutto trasparente”. Guarducci aggiunge:
“Se si continuasse così, sarebbe un grave danno per tutte le decisioni prese dalle aziende nel nome della sostenibilità e un passo indietro nella lotta al cambiamento climatico. L’alternativa sarà, se non l’abbandono, quella di gravare sul consumatore, innalzando i costi di un’energia già molto cara, perché i trader non possono permettersi in bilancio oneri così esorbitanti. Auspichiamo che la politica, sia italiana che europea, prenda subito posizione e armonizzi il mercato, altrimenti insostenibile”.
Un grave rischio per il pianeta, quindi, dovuto a un paradosso. Perché la sostenibilità andrebbe incentivata, non inibita per la continua ricerca di profitto.
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