Articolo tratto dal numero di ottobre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
Dimenticate ore di test attitudinali e colloqui. A trovarvi il lavoro perfetto è un algoritmo che impiega pochi secondi. È questa la sfida di Joule, startup nata per eliminare le barriere che oggi complicano l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. L’applicazione richiede ai candidati di registrare un video di 40 secondi che viene analizzato dall’intelligenza artificiale.
Come funziona Joule
“Joule è in grado di estrapolare le aree di lavoro e le soft skill della persona, proponendo così offerte in linea non solo con l’esperienza, ma anche e soprattutto con le competenze trasversali, restituendo alle aziende clienti una preselezione ordinata su hard e soft skill”, spiega la fondatrice e ceo, Laura Sposato. Laureata in commercio estero alla Ca’ Foscari di Venezia, ex ginnasta della nazionale italiana di Agg, ha avuto le prime esperienze lavorative a 17 anni. È stata allenatrice, dj e babysitter, poi ha ricoperto per diversi anni il ruolo di head of partnership in una startup.
Oggi la sua attività principale consiste nella gestione e coordinamento di tutte le aree di lavoro aziendali e nel rapporto con i principali partner e investitori di Joule. “Siamo solo all’inizio di un lungo percorso. Dopo due anni di sviluppo, il più grande obiettivo raggiunto è quello di avere messo insieme e guidare un team di persone pensanti e capaci, con le quali ho creato un prodotto innovativo funzionante e redditizio, che ogni giorno batte i record del precedente”.
Il mercato dell’AI nelle risorse umane
Il mercato delle automazioni e dell’intelligenza artificiale applicata alle risorse umane sta diventando sempre più affollato: i software che affiancano (e in alcuni casi sostituiscono) le persone sono sempre di più. Joule vuole distinguersi attraverso i risultati. “L’algoritmo ha un’attendibilità del 76% e riesce a estrapolare da pochi secondi di video, in modo molto veloce e oggettivo, le informazioni necessarie per comprendere il profilo caratteriale della persona”, spiega Sposato.
I punti critici
Molte applicazioni basate sull’intelligenza artificiale hanno tuttavia dimostrato alcune debolezze: la neutralità dei software si è spesso dimostrata soltanto un mito e l’IA non ha evitato scelte discriminatorie. Un rischio che Joule affronta con un team di 22 esperti e un comitato scientifico: “I bias possono essere rilevabili se c’è consapevolezza della loro esistenza. Possono essere risolti tramite un modello costruito da esperti e testato”.
E mentre si lavora per far diventare gli applicativi sempre più precisi, qual è il ruolo dell’uomo? Secondo Sposato, “il talento umano potrà dedicarsi ad attività hr più creative ed emotivamente intelligenti, oggi messe spesso in secondo piano”.
Sposato sta lavorando a diversi progetti per trasformare una startup nell’azienda leader “nell’accompagnamento della vita lavorativa, dalle prime esperienze di orientamento alla scelta, fino ai progetti per la pensione”. Senza dimenticare alcuni progetti paralleli a Joule, tra cui i Giovani Imprenditori di Assindustria Venetocentro e l’attività politica in una lista civica di maggioranza del suo comune.
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