Articolo di Andrea Salvadori tratto dall’allegato Small Giants del numero di settembre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
Un’azienda familiare italiana in costante crescita, specializzata nella produzione di componenti e accessori per i settori automotive, medicale, museale e antincendio. Una realtà che ha puntato su ricerca e innovazione per distinguersi sui mercati internazionali. A fondare Bawer, agli inizi degli anni 2000, è stato Pasquale Lorusso, affiancato dalla moglie Anna Ventricelli. Classe 1962, nato ad Altamura, l’imprenditore è ancora oggi proprietario e amministratore unico dell’azienda che lo scorso anno ha fatturato 31 milioni di euro, con un significativo aumento rispetto al 2021.
Un prodotto di nicchia per la componentistica automotive: ecco come nacque tutto
La sua prima intuizione imprenditoriale è stata l’invenzione e la realizzazione, su larga scala, di un prodotto di nicchia per la componentistica nel settore dell’automotive. “Una soluzione in metallo e plastica destinata ai veicoli industriali pensata per adattarsi e trasformarsi secondo le esigenze dei clienti. In Bawer, d’altronde, tutto nasce da una visione: lanciare prodotti non solo nuovi e capaci di innovare, ma anche in grado di dare una nuova prospettiva in un panorama industriale spesso statico e legato a vecchie tradizioni”.
Il gruppo è stato tra i primi a decidere di puntare sulla distribuzione a livello internazionale, sia nei mercati più sviluppati sia nelle economie emergenti. “I numeri hanno iniziato a sorriderci presto e ci hanno permesso di investire in una gamma di prodotti sempre più articolata. È così che abbiamo inventato un innovativo sistema di montaggio di componenti in tecnopolimero ed acciaio brevettato a livello internazionale, leggero, facile da montare e resistente alla corrosione. Un capolavoro di ingegneria e tecnologia realizzato grazie alla professionalità dei nostri ingegneri e progettisti”.
La crisi del 2008 e la nuova scommessa di Bawer
Nel 2008 con l’affaire Lehman Brothers è iniziata la crisi finanziaria e la produzione industriale è crollata in tutto il mondo. Nonostante le difficoltà e le sfide da affrontare, l’azienda ha deciso di scommettere su nuovi segmenti di mercato. Bawer ha così diversificato la produzione, entrando non solo nel comparto medicale e museale, ma anche in quello antincendio e nei lavori speciali, offrendo supporto a livello progettuale e produttivo. “Questa capacità di diversificazione non è solo una strategia reattiva, ma fa parte della visione più ampia dell’azienda che guida ogni decisione, sia in termini di nuovi modelli di business che di prodotti innovativi. Bawer ha iniziato ad occuparsi della progettazione e produzione di arredi per sale operatorie e centrali di sterilizzazione come lavabi chirurgici, aste porta flebo, carrelli, tavoli di confezionamento, finestre passa ferri, pareti e soffitti con sistemi di sanificazione sofisticati e non solo”.
Nell’ambito museale, ha realizzato teche ed altri elementi di arredo innovativi. “Grazie alla nostra squadra di ingegneri, designer e architetti, abbiamo lavorato per i musei più prestigiosi come i Musei Reali di Torino, il Teatro Romano di Verona, Palazzo Morando di Milano, il Marta di Taranto, Paestum e Pompei”.
Nuove tecnologie e formazione: le vie per continuare a crescere
Il team di ricerca e sviluppo, “aree alle quali destiniamo ogni anno tra il 3 e il 5% del fatturato, è sempre all’opera, perché Bawer vuole rimanere all’avanguardia sfruttando ogni singola opportunità offerta dall’innovazione. Investiamo in nuove tecnologie, nella formazione e nelle risorse umane, dove purtroppo l’Italia deve far fronte ad una carenza diffusa di professionalità: siamo convinti che l’unica via per continuare a crescere è questa”.
Nel corso degli anni Bawer ha accumulato così un prezioso patrimonio di proprietà intellettuali, “che spaziano da invenzioni a design distintivi, modelli di utilità innovativi e, non da ultimo, certificazioni di qualità. Questa solida base di proprietà intellettuali non solo attesta l’impegno costante dell’azienda nella ricerca e sviluppo, ma garantisce anche standard di qualità molto elevati. Ogni prodotto che porta il marchio Bawer è il frutto di un’ingegneria accurata, di una visione estetica distintiva e di un impegno incondizionato verso l’eccellenza”.
Digitalizzazione e sostenibilità: quali sono i progetti di Bawer
Bawer ha sede a Matera con due stabilimenti che rappresentano il cuore pulsante dell’impresa. L’azienda ha anche un’unità operativa nel bresciano che amplia la sua presenza sul territorio italiano. “Un imminente piano di investimento permetterà inoltre un’ulteriore espansione delle capacità produttive”. Il gruppo ha da tempo abbracciato la via della digitalizzazione potendo contare anche sugli incentivi governativi Industria 4.0. “Uno strumento di grande innovazione che speriamo continui ad essere promosso, una leva imprescindibile per aumentare la competitività del sistema paese”.
Al centro della politica del gruppo vi è anche la sostenibilità ambientale. “Bawer ha messo in atto da tempo azioni tangibili. Con un monitoraggio costante, coordinando e affinando i suoi processi, Bawer si impegna a minimizzare la sua impronta ecologica, oggi e per le generazioni a venire”. Per l’anno in corso l’obiettivo è duplice: aumentare il fatturato di un ulteriore 8%, chiudendo l’anno nuovamente con il segno più, e portare la forza lavoro a 180 unità. L’export vale oggi l’80% del giro d’affari, grazie alla presenza del gruppo in 75 paesi. Guardando al futuro, la strategia di Bawer sembra avere una traiettoria ben definita. “L’ambizione è quella di esplorare nuovi mercati geografici e merceologici e di ideare soluzioni sempre più innovative. In questo modo intendiamo consolidare la nostra posizione dominante nel settore”.
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