Integrazione sinergica di low code, iperautomazione e process mining, attraverso il concetto di Cognitive Business Operation, ovvero la trasformazione end-to-end delle organizzazioni basandoci proprio su un approccio più strategico. È questa la mission della unit specializzata in Automation di Minsait, società del Gruppo Indra e punto di riferimento nei settori della Digital Transformation e delle Information Technologies, con una presenza consolidata in Italia grazie a circa 3.000 dipendenti.
Del caso italiano e delle prospettive dell’automazione ne abbiamo parlato con Giammaria Ripoli, Head of Automation & Low code di Minsait. Dall’incremento dell’adozione di piattaforme di sviluppo low code e tecnologie di iperautomazione nelle aziende, ai limiti da superare in Italia, Ripoli ha tracciato un bilancio di questi anni di Minsait, lanciando anche un chiaro messaggio: “L’intelligenza artificiale da sola non va da nessuna parte”.
Che ruolo gioca Minsait nel gruppo Indra?
Minsait è un brand del gruppo Indra, colosso con sede a Madrid che si occupa di tecnologia, difesa e mobilità. Minsait si occupa di trasformazione digitale ed è arrivata in Italia nel 2011. Complessivamente in Indra – realtà presente in 140 Paesi a livello progettuale e in 46 Paesi con i suoi uffici – lavorano circa 52.000 persone.
In Italia com’è strutturata Minsait?
In Italia, Minsait può contare su circa 3.000 dipendenti, di cui una parte deriva dalle acquisizioni che l’azienda ha fatto negli anni. Nel Paese, la società ha sviluppato un catalogo completo di soluzioni e servizi di Consulenza IT e di business. In particolare, abbiamo sviluppato in Italia competenze avanzate in ambiti come: Intelligenza Artificiale; Cybersecurity & Digital Identity; Content & Process Technologies; Customer Experience Technologies; Solutions Architects; Data & Analytics e Business Process Outsourcing, che consentono di offrire soluzioni e servizi ad alto valore aggiunto nei mercati in cui operiamo: Pubblica Amministrazione & Sanità; Energy & Utilities; Industry & Consumer Markets; Financial Services; e Telco & Media.
Di cosa si occupa in concreto la sua divisione aziendale?
Quello che Minsait cerca di fare, e nello specifico attraverso la mia area di competenza, è mettere insieme low code, iperautomazione e process mining in un processo di trasformazione end-to-end delle organizzazioni come leva per migliorare l’operatività aziendale.
Noi cerchiamo di essere dei partner olistici, perché siamo un partner che cerca di accompagnare il cliente nel suo percorso di trasformazione digitale. Per noi le tre parole chiave sono essere Digital: che per noi vuol dire creare un ecosistema di business efficace ed efficiente, essere Integrati: che per noi vuol dire gestire le relazioni tra persone, processi e tecnologie ed essere Intelligent cioè essere intelligenti e sfruttare ciò che di meglio il mercato ci mette a disposizione.
Come aiutate in concreto le aziende nel processo di digital trasformation?
Come dicevo, Minsait è più di un partner tecnologico, ma olisticoperché lavoriamo per accompagnare i clienti nel processo più ampio di trasformazione digitale, dalla consulenza di processo, alla progettazione, ottimizzazione e il monitoraggio dei progetti complessi, al change management, in un’ecosistema integrato . E per questo il nostro slogan – che è poi anche il nostro modello di lavoro -è ‘Think big, Start small, Scale quickly’.
“Think big” si : spesso abbiamo clienti che vogliono automatizzare o ridisegnare i loro processi, ma non sanno da dove partire. E questo si collega allo “Start small”: andiamo infatti a identificare quelle che possono essere le opportunità di automazione principali e come la legge di pareto spesso ci insegna, l’80% delle esigenze si concentra nel 20% dei porocessi. Andiamo poi a proporre dei pilot o dei proof of concept che ci permettono in poche settimane di illustrare al cliente i più ampi benefici ull’operatività aziendale che può portare l’automazione, come ad esempo la “magia” tra l’efficienza del low code e la “creatività” dell’AI generativadi AI generativa con applicazioni
L’ultima fase è quella dello “scale quickly”, cioè la fase in cui si crea e si intraprende con il cliente un percorso di trasformazione digitale, in grado di impattare non solo sui sul processi ma anche della cultura aziendale.
A che punto siamo in Italia?
Dal punto di vista statistico siamo ancora molto indietro: se guardiamo l’Europa infatti siamo ancora tra le ultime posizioni nel processo di digitalizzazione. Lo siamo per la burocrazia e lo siamo perché bisogna ancora lavorare molto sul concetto di iperautomazione e sullo sviluppo del coding. Il compito di aziende come Minsait è quello di andare a insegnare che attraverso l’automazione è possibile ottenere dei grandi benefici in termini di tempo, di costi e di efficacia.
È anche vero che in Italia il trend del low code e dell’Iperautomazione sono cresciuti moltissimo. Per quanto riguarda il mondo della low code application platform, tra il 2021 e il 2022 c’è stata una crescita del 62%. Oggi l’85% per cento delle aziende sta pensando di adottare delle soluzioni in ambito low coding e questo perché il mondo del low code ormai sta diventando sempre più evoluto. E questo determina anche la forte spinta sulla intelligenza artificiale. In Italia, nel 2022 il fatturato globale dell’intelligenza artificiale è stato di circa 432 milioni di euro, con una crescita del 39,8%. Si stima che da qui al 2026 la crescita sarà anche in questo caso a doppia cifra, con una crescita del 28,9 %. Quindi, è vero che in Italia siamo spesso tra gli ultimi, ma stiamo diventando finalmente anche noi un paese con una forte componente di digital adoption, soprattutto grazie alle nuove generazioni.
Ma l’iperautomazione toglierà lavoro agli esseri umani?
Questo secondo me è il vincolo che dobbiamo superare. Dobbiamo pensare che queste tecnologie da sole non vanno da nessuna parte e che non si sostituiranno all’uomo. L’essere umano deve avere sempre un forte controllo e deve essere in grado di calarle in una realtà specifica e con delle use case applicabili.
Il caso ad esempio di ChatGpt (OpenAI), sicuramente il più conosciuto modello di Generative AI, èsicuramente rappresentativo di come l’intelligenza artificiale stia diventando sempre più qualcosa di quotidiano, con impatti strabilianti ad esempio sulla prototipazione ed ideazione, sulle attività ripetitive, nella generazione di documenti e contenuti automatici, sul miglioramento della qualità del codice, nell’adattamento continuo e nell’apprendimento automatico, sui sistemi di recommenndation. Potremmo addirittura inviare foto e allegati per avere risposte e suggerimenti dalla Generative AI. Tuttavia, l’intelligenza artificiale non potrà mai sostituire totalmente la mente umana, né tanto meno la governance operativa, che rimane assolutamente centrale, non solo sui processi ma anche sulle tecnologie.
Quando noi di Minsait andiamo a lavorare sui processi aziendali, la conoscenza dei processi è un fattore che nessuna forma di intelligenza artificiale potrà mai sostituire. L’essere umano ha una grossa capacità di adattamento e di flessibilità, quindi noi dobbiamo essere dei “Master and Commander”” nell’insegnare ai nostri clienti e a chi lavora con noi, che questi strumenti sono degli ottimi strumenti ma che da soli non bastano: Persone, Processi, Tecnologi: questi sono i driver per una sana innovazione
Per finire, cosa possiamo imparare dagli altri Paesi?
Noi siamo un’azienda molto fortunata perché l’Italia è il secondo paese dopo la Spagna come volume d’affari in Minsait. Per noi avere una corporate madre europea è davvero utile perché adottiamo un approccio che ci permette di avere delle esperienze condivise in grado di insegnarci best practice da utilizzare come proposition per i nostri clienti, oltre che un importante acceleratore di competenza e training: “One Team, More Goals”
Per noi è il knowledge management e il knowledge sharing sono elementi di assoluto valore, . abbiamo infatti uno strumento aziendale che si chiama MKM (Minsait Knowledge Management),che è una piattaforma per la condivisione di competenze.
Il capitale intellettuale è la risorsa più importante di ogni azienda.
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