Articolo di Fulvio di Giuseppe tratto dall’allegato Small Giants del numero di dicembre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
«Un imprenditore poliedrico”. L’etichetta se la stampa da solo, su sé stesso. Ma appare riduttiva. Perché la definizione di Cristian Trio, classe ’92, uno tra gli imprenditori del settore real estate più affermati a Milano (e non solo), non può limitarsi al suo aspetto prettamente professionale. E allora, per inquadrarlo, forse è meglio far riferimento al titolo del suo libro, diventato ben presto un bestseller su Amazon: Io ho scelto di farcela.
Il percorso di crescita di Cristian Trio
Già, perché ad ascoltarlo pare quasi che il successo imprenditoriale sia una naturale conseguenza di quello che ritiene il mix vincente che porta nella sua vita: “focus, testa, energia e vision”. Gli ingredienti ci sono, ma la riuscita ha bisogno di un ulteriore elemento: “La ricetta è individuare un obiettivo e costruire la strada, ma è necessario essere capaci di contestualizzarla al momento storico, ai cambiamenti e alle varie tappe personali. Del resto, neppure io sono lo stesso Cristian di qualche anno fa”.
E il percorso, per Trio, si articola in un triangolo ideale: Roma, Milano e New York. La sua città, la città che lo ha adottato e quella che gli ha trasmesso l’idea di potercela fare. “Gli Stati Uniti sono sempre stati un faro, perché la mentalità americana è meritocratica. Il famoso concetto del sogno americano mi ha sempre guidato con l’idea per cui, al di là delle difficoltà, le tue forze rappresentano un sogno che può essere messo a terra”.
Dyanema, il brand di flipping immobiliare
Innovatore e visionario, Trio si è cimentato in vari settori (con successo), dalla tecnologia alla ristorazione, ma la sua passione principale è quella del real estate. Coach e formatore, ha fondato società che operano nel settore immobiliare e hanno un giro di affari complessivo di oltre 25 milioni di euro.
La sua ultima creatura è Dyanema, il brand noto nel panorama del flipping immobiliare, con una squadra di una quarantina di professionisti. Negli ultimi tre anni hanno realizzato circa 300 unità abitative ristrutturando immobili già esistenti e, in alcuni casi, trasformandoli da commerciali a residenziali. Anche in questo caso, la vision è fondamentale: “Vogliamo contribuire al processo di riqualificazione e di modernizzazione urbanistica delle più frizzanti città italiane, Milano e Roma, scegliendo edifici già esistenti e ristrutturandoli a nuovo per realizzare unità immobiliari secondo le esigenze del mercato”.
Ripensare gli spazi della città
Deindustrializzazione delle periferie e riqualificazione degli spazi commerciali sono alcuni dei punti chiave del brand, fautore dell’idea(le) di città circolare. “La città circolare si costruisce con la consapevolezza”, sottolinea Trio. “Prima nell’idea del real estate si lasciavano per strada danni come emissioni e rifiuti. La città circolare era un goal, ora è una necessità. Ma per farlo, devono essere unite le parti con il sociale. Serve una città resiliente che non necessiti di demolire per creare ma che si basi sul riutilizzo, sia dei servizi che in termini di ricollocazione di risorse. Ed è in questo contesto che si pone Dyanema, l’idea è impattare come player nella città circolare”.
Non coprire nuovi suoli, ma rendere sfruttabili quelli già esistenti. “Eliminare il concetto di scarto e migliorare il rapporto con la collettività ha un impatto sociale anche sul cittadino perché vede in un altro soggetto privato qualcuno da emulare. Io sono un fervente sostenitore dell’idea che le città la facciano realmente i cittadini: se tutti fanno la loro parte, viviamo meglio tutti”.
E si valorizza, evidentemente, anche il patrimonio. “Per ottenere questo risultato bisogna partire da una domanda: qual è l’utilità? Qual è l’obiettivo che si vuole raggiungere? Ci sono in Italia migliaia di edifici che si possono valorizzare e sono alleati di un’idea di città circolare e non dei semplici produttori di emissioni. La valorizzazione, però, passa per la trasformazione, un cambio di identità. Non si deve più tirare giù per costruire, bensì riqualificare”.
Valorizzare il patrimonio edilizio: i progetti di Trio
Per Trio, in sostanza, è necessario abituarsi a una lente differente: “Basta semplicemente un cambio di visione per valorizzare il patrimonio edilizio. Piuttosto che avere per dieci anni un immobile, un edificio in disuso perché non utilizzarlo? Troppo spesso non veniamo giudicati con benevolenza, ma in realtà c’è un’idea dietro che può essere anche particolarmente sociale. Quello, ad esempio, è il faro del mio impegno imprenditoriale”.
Da qui, l’importanza di etica ed empatia anche in un settore vissuto troppo spesso freddamente, come l’immobiliare. “Personalmente incentro la mia vita sul concetto di gratitudine, mi baso sul give&take ed è per questo che per me, romano ma adottato da Milano, è sempre il momento di restituire quanto ricevuto. Milano mi ha accolto e accettato e lì mi sono evoluto come uomo e come imprenditore: non è così normale o scontata come situazione. E allora mi sono chiesto: cosa fare per restituire qualcosa a quella che ormai è la mia città? Così abbiamo pensato e realizzato una serie di progetti”.
Le collaborazioni sociali
Tra queste attività ci sono quelle con la Fondazione Rava, grazie alle quali ha offerto un’opportunità di studio o di lavoro a ragazzi che non potevano permetterselo. Un altro esempio è la collaborazione con Fondazione Laureus a sostegno della Polisportiva Garegnano, attraverso la quale, con l’aiuto dello sport, sarà possibile dare reali possibilità ai giovani, anche ai più fragili, per una crescita sana e di valore. C’è il Bosco Invisibile di via Alcide De Gasperi, realizzato in collaborazione con l’associazione Wau! Milano, che ha visto la riqualificazione di un muro di 180 metri con una vernice antismog che abbatte l’inquinamento nell’aria. O il murales realizzato dallo street artist Pao e donato alla città.
I nuovi obiettivi professionali: 150 unità immobiliari
Tra i nuovi progetti professionali, invece, nel quartiere Brenta, dove Fondazione Prada si è insediata con la sede ufficiale e dove sostanzialmente verrà il Villaggio Olimpico di Milano-Cortina 2026, “abbiamo in cantiere nel primo trimestre del prossimo anno la realizzazione di 150 unità immobiliari, alle quali se ne aggiungeranno poi altrettante nel corso dell’anno. In sostanza, entro la fine del 2024 ci saranno 300 nuove unità immobiliari”.
Si configura così uno degli obiettivi di Dyanema: garantire soluzioni immobiliari ristrutturate a nuovo e rispondendo alle reali richieste del mercato. Puntando sulla creatività e sulla voglia di prendere in mano un sogno e accompagnarlo verso la realtà. “A me il concetto del ‘Qui si è sempre fatto così’ non va assolutamente giù. La reputo come l’idea che segna la morte dell’azienda. Io, al contrario, sono un creativo e mi nutro degli stimoli verso qualcosa di nuovo”.
Nella sua esperienza professionale ha mostrato la capacità di stabilire – e poi centrare – un obiettivo. “La strategia vincente è quella di visualizzare sempre il goal e ricostruire a ritroso la strada per raggiungerlo. Fame di risultati, voglia, grinta, riscatto, ma quello che ha fatto la differenza nel mio caso è la vision e la volontà di diventare la versione migliore di me stesso”.
Le passioni e la visione futura
A contribuire al risultato, per lui appassionato di pallavolo, è senz’altro il concetto di squadra. Ma anche il saper affrontare i momenti non facili, per lui che giovanissimo si è trovato a farsi carico di grosse responsabilità imprenditoriali.
“Se dovessi incontrare il Cristian di una quindicina di anni fa o un ragazzo appena maggiorenne gli direi di visualizzare, avere fame, godersi ogni passaggio del viaggio. I momenti difficili sono parte del viaggio: non dico di sorridere ma avere la consapevolezza che quelle difficoltà sono parte integrante del successo di domani”. E di successo, Trio, è uno dei più titolati a parlare.
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