Blasonati di nome e di fatto, sono i ristoranti preferiti da una clientela internazionale che esige gusto, classe, privacy. Locali di sofisticata eleganza, con chef e brigate di cucina che si muovono in perfetta sintonia. E ‘partiture’ ispirate alla migliore tradizione italiana.
Imola, San Domenico
La svolta parte dalle cucine ed è all’immagine dello chef Max Mascia: condivisione, semplicità e convivialità. Tanto che oggi per i gourmet c’è la possibilità di brindare e cenare nelle cucine del ristorante stellato più antico d’Italia, sancta sanctorum della grande cucina italiana, il cui accesso per 50 anni è stato riservato a pochi intimi. Due i nuovi punti di contatto: un bancone con sgabelli e un lussuoso privé, la Saletta22, che guarda alla cucina attraverso una finestra adornata, per gustarsi lo spettacolo e vedere senza essere visti.
Al bancone si accede dal fondo del ristorante, tramite un passaggio nell’ex Giardino d’Inverno. Qui si possono degustare champagne e tortellini fritti o un piatto leggero, scambiare due chiacchiere con lo chef, osservare la brigata al lavoro a contatto quasi diretto. Saletta22 invece è una chef table incastonata in una stanza a sé, con opere d’arte e luci soffuse (ci è passata anche Angelina Jolie). Qui c’è un menù alla cieca pensato al momento dallo chef, con grandi vini e proposte inedite create e declinate in funzione delle stagioni e del mercato.
Milano, Giannino dal 1899
Pochi ristoranti si intrecciano con la storia di una città come questo ristorante a due passi da piazza della Repubblica, punto di incontro dell’aristocrazia milanese, e oggi frequentato dai big della finanza e dai calciatori di passaggio in città. Ottenuta l’iscrizione ai Luoghi Storici d’Italia e la conferma nella Guida Michelin 2024, si apre ora un nuovo capitolo, quello della rinascita e del riposizionamento ai vertici della ristorazione.
Con la professionalità del direttore Ivan Pastore e una ristrutturazione realizzata dallo studio Spagnulo & Partners, Giannino dal 1899 è pronto a esportare un format di grande eleganza, con piatti classici fatti ad hoc e una cantina di alto livello, sui mercati internazionali e in varie declinazioni. Tra i progetti, un Giannino Mare e un Giannino Café. Prima però l’obiettivo è restituire a questo spazio il posto che gli spetta tra i big della ristorazione milanese.
Roma, Aroma
Dalla scenografica terrazza di Palazzo Manfredi, il ristorante dell’hotel offre un percorso che si snoda tra le terre dell’Impero Romano, in una ricerca di sapori autentici e sofisticati. Parte di un progetto dei Conti Ceglia Manfredi che, sotto l’insegna The View, raccolgono gioielli dell’hôtellerie e della ristorazione in posizioni privilegiate, lo stellato Aroma si affaccia sul Colosseo.
Qui la regia della cucina è nelle mani dell’executive chef Giuseppe Di Iorio – stella Michelin nel 2014, oggi ricopre il ruolo di brand ambassador per i progetti di ristorazione di tutte le nuove aperture della compagnia. Ad affiancarlo, dal 2020, il resident chef Fabio Sangiovanni, curriculum ricco di mentori eccellenti tra Napoli, Capri e Roma. La mediterraneità, che costituisce la cifra stilistica della proposta di Di Iorio, in questo sodalizio è esaltata dalle tecniche della cucina contemporanea di Sangiovanni, in un abile gioco di contrasti. La carta si suddivide in quattro menù degustazione (Corinzio, Ionico, Dorico e Colle Oppio) caratterizzati da un massimo di quattro ingredienti per piatto, in perfetto equilibrio tra acidità, grassi nobili e croccantezza. E non possono mancare due grandi classici della tradizione, l’amatriciana e la Carbonara shakerata: la romanità in una raffinata visione.
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