Articolo tratto dal numero di maggio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
Non un brand, ma un percorso, in salita, verso la costruzione di nuovi processi per rendere più sostenibile la produzione di tessuti per l’interior design. È con questo intento che è nata imNativ, spin-off di Aurim, gruppo italiano specializzato nel tessile per il design d’interni fondato negli anni ‘70 e ancora oggi a conduzione familiare. Un intento che si esprime nella realizzazione di filati e tessuti da materiali di scarto oppure post-consumo, creando un sistema di produzione virtuoso e conscio che l’alleggerimento dell’impatto ambientale nel tessile ha ancora molta strada da fare.
Cammino verso la sostenibilità
Sulla base dell’esperienza di Aurim, imNativ ha preso vita nel 2021 per produrre tessuti man-made riciclati, riciclabili e biodegradabili per l’arredo interno ed esterno, con una particolarità: una filosofia produttiva che pone le basi su un processo di ricerca costante, un cammino verso la sostenibilità fatto di errori, prove e traguardi, ma soprattutto di trasparenza.
“ImNativ produce filati e tessuti derivanti sia dal recupero di scarti industriali, sia da plastica post-consumer, per renderli durevoli, belli e funzionali”, spiega Ersilia Auriemma, responsabile marketing del marchio. “Nel farlo, però, ci teniamo a usare la parola sostenibilità nel modo più onesto possibile: vogliamo dare il nostro contributo verso un settore tessile più rispettoso dell’ambiente, consapevoli però che nessuna industria che usa processi industriali può e deve dichiararsi a impatto zero. Nonostante questo, ci teniamo a immaginare e a creare un settore più responsabile, senza alcun eroismo”.
Ricerca
Realizzati in polipropilene e in poliestere, i tessuti imNativ sono percorsi da pattern geometrici e tonalità cromatiche create utilizzando pigmenti solidi inseriti in fase di costruzione del filo, evitando lo spreco di acqua per la tintura, oppure usando acque industriali di riciclo. Tessuti nati da un intenso lavoro di sperimentazione. “All’interno dell’azienda abbiamo creato #Studio, un laboratorio di ricerca e sviluppo che è una vera officina creativa, dove le idee si trasformano in stoffa. Qui sviluppiamo e testiamo ognuno dei nostri filati, svolgendo tutti i principali test sulla loro tenuta e sulla resistenza alla luce. È un lavoro che non si ferma mai: di 20 prototipi che testiamo, solo uno o due passano le fasi finali e possono entrare in produzione. Ogni giorno ci sorprendiamo delle nuove possibilità di utilizzo dei materiali che lavoriamo”.
Proprio dal reparto di ricerca dell’azienda è nata anche Ester, la collezione di tessuti sintetici realizzata con materiale plastico post-consumo e nobilitata per diventare biodegradabile. “Ester è prodotta con un filato composto al 100% da poliestere riciclato in Italia, al quale viene aggiunto un additivo biofilico – quindi a base naturale – che lo rende anche biodegradabile. Se un normale tessuto in poliestere impiega dai 300 ai 500 anni per decomporsi nell’ambiente, il nostro filato si decompone al 90% nell’arco di cinque. Rimane inoltre un materiale con grandissime performance. Il processo di tintura dei tessuti Ester viene eseguito con acque industriali di riciclo, adottando l’approccio olistico di Zero Discharge Program”.
Filiera
Dallo sviluppo del filato in laboratorio alla sua produzione e alla creazione del tessuto finito, imNativ controlla l’intera filiera produttiva dei suoi prodotti. “Circa 20 anni fa, in Aurim, abbiamo acquisito una tessitura storica in Brianza e abbiamo investito nel tessile made in Italy in un momento in cui tutti delocalizzavano. Nella nostra tessitura produciamo dal filo al tessuto finito, controllando l’intera filiera. Siamo in grado di fornire alle aziende clienti che lo richiedono il certificato dell’intero percorso produttivo del lotto che acquistano, a conferma della bontà del progetto. Quella di imNativ è una filiera completamente italiana”.
A racchiudere e raccontare i prodotti imNativ è poi l’ultima novità presentata dal marchio: Solleone Reverse, collezione tessile nata dall’incontro con la designer Biasi. Caratterizzata da un pattern che evidenzia l’intreccio di trama e ordito e da una palette di colori intensa, è concepita senza un dritto e un rovescio ed è utilizzabile da entrambi i versi per arredi indoor e outdoor. “Per noi è stata la prima collaborazione con un designer, un’esperienza incredibilmente positiva che vogliamo ripetere, intrecciando innovazione, riduzione dell’impronta ambientale e design. In futuro non smetteremo di investire nella nostra crescita, continuando a lavorare su nuovi filati, tecniche e materiali. È un percorso in salita, ma doveroso”.
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