Questa volta sa di non poter sbagliare, Oscar Farinetti. Dopo gli errori commessi con Fico, l’imprenditore piemontese patròn di Eataly riparte proprio da Bologna per il nuovo progetto che sorgerà sulle ceneri della “Disneyland” dell’agroalimentare italiano.
Si chiamerà Grand Tour Italia, debutterà il 5 settembre – all’inizio il taglio del nastro era previsto ad aprile, ma i tempi dei lavori sono raddoppiati – e nelle intenzioni del suo ideatore sarà una rappresentazione della biodiversità italiana a tavola.
Il nuovo progetto di Farinetti
Prudentemente, stavolta Farinetti è ben più attento nei proclami e nello sbilanciarsi coi numeri: nel primo anno la nuova struttura punta a 1,5 milioni di visitatori (erano stati 3 milioni con Fico, poi scesi progressivamente a 1,2 milioni e 600mila euro prima che il Covid desse il colpo di grazia) e un fatturato da 30 milioni di euro, con l’obiettivo di raddoppiare l’attuale centinaio di addetti tra dipendenti e legati a società partner.
Le prospettive di crescita sono poi del 3-5%, a fronte di un investimento iniziale di 15 milioni di euro, tutti provenienti dalla società di famiglia: “Nemmeno un euro di soldi pubblici”, ha ripetuto più volte Farinetti. Consapevole che sia il momento di riconquistare la fiducia del pubblico, soprattutto quella dell’area vasta intorno a Bologna che finora non ha certo mostrato entusiasmo, davanti ai microfoni Mr. Eataly fa professione di umiltà:
“Mi assumo tutte le responsabilità degli errori commessi finora, ma non conosco un singolo imprenditore che non abbia mai sbagliato. Considero Fico una sorta di incompiuta, come quelle di Leonardo Da Vinci, cui ridare valore”. Sono diversi i punti chiave su cui Oscar Farinetti – che ora detiene la piena titolarità della società di gestione del progetto – ha deciso di puntare, oltre alla figura di Patrizio Roversi come testimonial.
Uno spazio dedicato per ogni regione
In primis una semplificazione concettuale rispetto ai tempi di Fico, che si traduce in una narrazione “orizzontale” delle eccellenze delle 20 regioni italiane.
All’interno dei 50mila metri quadri di Grand Tour Italia, ogni regione avrà un suo spazio dedicato che comprenderà un’area paesaggistica e di promozione turistica – sulla quale Farinetti intende chiedere alle Regioni un contributo, magari finanziario – oltre a un’osteria tipica con gestione e menù che variano periodicamente (circa ogni due mesi), un mercato con prodotti tipici regionali e un’area didattica con tre partner (la Scuola Holden di Torino sulla storia e cultura, Coldiretti sull’agricoltura e Slow Food sulla biodiversità enogastronomica).
All’interno dell’area si svolgeranno corsi di cultura enogastronomica, lezioni di cucina ed educazione agroalimentare, a cui si aggiunge un ricco programma di eventi culturali, enogastronomici e folkloristici, con un’offerta in costante evoluzione.
Dalle visite guidate al parco divertimenti Luna Farm
Nella toponomastica la parola Fico resterà, anche se in piccolo. L’ingresso a Grand Tour Italia sarà gratuito, mentre saranno a pagamento le visite guidate e i corsi. Dopo un primo spazio dedicato ai 59 siti italiani patrimonio Unesco e ai borghi più belli del nostro Paese, nonché a un momento dell’importanza della dieta mediterranea, e a una libreria di 1200 grandi classici della letteratura, inizierà il tour vero e proprio che in 5000 passi mostrerà le regioni in ordine sparso.
A corredo, uno spazio espositivo dedicato alla fotografia contemporanea legata al mondo del food e una pista da kart elettrici pensata in sintonia con lo spirito della Motor Valley, nel cui territorio si trova Grand Tour Italia. Infine, il parco divertimenti Luna Farm dedicato a bambini e famiglie: la fattoria del contadino Gianni si estende su 6.500 metri quadri ed è piena di giostre che ruotano, saltano e volano, giochi, videogiochi e aree per feste private.
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