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Small Giants

Dentro la cantina di Beppe Vessicchio, dove la musica migliora il vino

Articolo di Mirko Crocoli tratto dal numero di maggio 2024 di Forbes Small Giants. Abbonati!

È insolito il percorso che ha portato Beppe Vessicchio dall’orchestra del Festival di Sanremo al mondo del vino. E passa da Fre&Man, gruppo di ricerca sulle frequenze e sulla musica armonico-naturale, costituito da Vessicchio e da Michele Carone, un medico barese che ha studiato l’effetto positivo delle frequenze sugli ortaggi. La tecnica è stata applicata anche al vino, prima con la cantina Musikè, poi con una Barbera prodotta nelle Cantine Post Dal Vin di Rocchetta Tanaro e ora con la distilleria Berta.

In questo modo sono stati realizzati il Sesto Armonico Montepulciano d’Abruzzo Doc e il Sesto Armonico Trebbiano d’Abruzzo Doc, due vini trattati con le frequenze della musica armonico-naturale nel momento in cui ancora stazionano nella cantina, all’interno delle vasche d’acciaio. Inoltre, il progetto Musikè è impegnato nel sostegno dei giovani musicisti che si distinguono per dedizione e capacità nel proprio percorso di formazione. Ne abbiamo parlato con Peppe Vessicchio, che in questa circostanza indossa le vesti di imprenditore.

Quando nasce l’amore per il vino e la simbiosi con la musica?
Durante un periodo di crisi personale. Gli obiettivi perseguiti, una volta raggiunti, cominciavano a rivelarsi addirittura poveri, a dispetto del loro controvalore materiale. Dischi venduti, classifiche, notorietà e risonanti progettualità commerciali non bastavano più a farmi sentire innamorato della musica. Avevo smarrito il legame come in un matrimonio che stancamente andava verso la fine. Mi dissi: se il piacere dell’accostare le note tra loro alla fine si traduce solo in questo c’è qualcosa che non va. Non che io sognassi la gloria mondiale, ma l’idea di quella perenne scalata non risuonava né nel mio cuore né nella mia mente. Poi un giorno mi capitò di leggere che alcuni scienziati, diversi anni prima, avevano rilevato che le vacche del Wisconsin facevano più latte se nelle stalle veniva diffusa la musica di Mozart piuttosto che con altri brani utilizzati per il test.

Questo mi fece capire che oltre a quello che la nostra cultura, in termini di linguaggio, determina come ‘piacere’, c’è altro che viene inteso da sconosciuti sensori che rende la musica davvero universale, perchè non è plausibile che le vacche manifestino quel benessere che permette loro di produrre l’8% in più di latte, attivando un processo cognitivo connesso a legami esperienziali o sentimentali come noi umani facciamo nel relazionarci alla musica. Un latte, tra l’altro, più ricco di calcio, a testimonianza dell’azione che ha svolto la serotonina, chiamata, appunto, ormone del benessere. Da qui gli studi su Mozart, l’individuazione del codice armonico-naturale e la sua applicazione sui vegetali e sul vino, dal Piemonte alla Puglia. Musikè, l’incontro con Riccardo Iacobone, l’idea e poi la messa in opera di una cantina che produce vini molto apprezzati nel mondo.

Una promessa mantenuta con se stesso?
Diciamo un piccolo sogno e anche una proposta affettuosa avanzata da Riccardo, tra i primi a riconoscere, insieme al suo enologo Camillo Zulli, gli effetti straordinari di questo metodo sul vino. Vedendomi correre affannosamente con Andrea su e giù per l’Italia  vitivinicola per realizzare prodotti con varie aziende, un giorno mi ha detto: “Ma perchè non fai una tua cantina? Se vuoi ti do io una mano”. Accettammo e così nacque Musikè. Il vino d’Abruzzo, in provincia di Teramo: cosa lo differenzia dalle altre regioni?

L’Abruzzo ha sempre prodotto uve di qualità e in gran quantità. Uve che, soprattutto in passato, venivano vendute ad aziende di altre regioni già affermate nel settore commerciale del vino. Uve con elevato valore organolettico e caratteristiche ideali per la vinificazione che derivano sia dai terreni ghiaiosi e argillosi delle varie colline che da una, direi, concentrata e ricca situazione pedoclimatica. Del resto, tra le aspre vette e il mare corrono solo 50 km di distanza e chi è esperto di vinificazione sa che questo genera nel prodotto ricchezze provenienti da più poli, come ad esempio la salinità ricevuta dalla brezza marina.

Ci parli nel dettaglio di questo sistema denominato ‘Fre&Man’.
Il vino non chiede molto: in primis un ambiente equilibrato nel quale evolvere al meglio. Niente luce, ridottissime escursioni di altri parametri quali quelli termici ed elettromagnetici. Tutti sappiamo che questa materia, una volta terminata la fermentazione, dal punto di vista chimico, cioè dal punto di vista quali-quantitativo, non cambierà.

Allora cos’è che cambia?
Cambiano i legami tra le molecole, legami che sono di natura elettrica. Le onde sonore, misurabili in frequenza, hanno la capacità di interloquire con questi legami. Se l’insieme di queste onde possiede uno specifico equilibrio, il vino riconosce nelle sue vibrazioni quella pace ambientale che permetterà ai suoi legami di trovare la sua migliore condizione per andare avanti, in maniera più coesa, più forte, più longeva. È un’azione che utilizza la scienza matematica e l’arte strutturate nella natura.

Fino ad arrivare al progetto Rebarba. Di cosa si tratta? Ce lo vuole raccontare?
L’amico chef Beppe Sardi, stupito dall’azione benefica di questa particolare tecnica di affinamento, chiese a me e ad Andrea Rizzoli se ci andasse di ‘armonizzare’ una Barbera prodotta nelle Cantine Post Dal Vin di Rocchetta Tanaro. Accettammo la proposta e nacque Rebarba, oggi disponibile anche in versione bio e riserva. L’affinamento indotto dalla musica armo-nico-naturale smussa i tannini e le durezze tipiche di questa varietà di uve rendendolo docile e affabile, senza attendere anni di prigione in cantina, all’interno di una bottiglia.

Dal vino ai distillati Berta: entriamo nel dettaglio.
Chicco Berta, storico produttore di grappe, durante un Vinitaly assaggiò con stupore le migliorie generate in un suo distillato dal nostro metodo, del quale Innova Veris (società che ha insieme ad Andrea Rizzoli) è proprietaria. Ci invitò subito a Monbaruzzo, cittadina dove risiede la distilleria, e sentendo affinità con le nostre progettualità collaterali ci parlò della fondazione che insieme ai familiari avevano istituito nel nome di suo fratello Gian, prematuramente scomparso. Riscontrammo intenti comuni. Nasce così Ditirambo, una grappa super selezionata e armonizzata prodotta in collaborazione con Innova Veris. Poche botti, presente in bottiglie già al Vinitaly 2024.

L’Accademia Musikè: quali sono gli obiettivi di questa ambiziosa visione?
Per ora, come dice lei, è solo una visione. I giovani che vogliono occuparsi di musica sono tanti. La musica è un linguaggio di pace potente. Lo sa che i fenomeni di bullismo nelle scuole di musica sono molto ridotti se non addirittura assenti? Chissà, magari un giorno l’accademia vedrà docenti e discenti interagire in aree dove, nel tempo libero, si coopera in campi agricoli di coltivazione per una rinnovata visione sociale.

Progetti futuri?
L’apertura di una cantina in Campania, approfondire la tecnica sull’olio extravergine d’oliva, portare avanti la sperimentazione sulle cellule staminali, ma anche trovare tempo sufficiente per riuscire a comporrela musica che mi ronza in testa.

Sogni nel cassetto?
Vedere più orchestre, tante orchestre, possibilmente giovanili. Chissà, magari finanziate dai proventi generati dai prodotti che usufruiscono della musica armonico-naturale. Sarebbe il segno di una circolarità legata al concetto di benessere.

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